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DIO CI INVITA A METTERLO ALLA PROVA? NON MI RISULTA  -di Renzo Ronca – 18-12-20

 

 

 

 

 

DOMANDA: Ho trovato scritto in un libro “Dio stesso ci invita a metterlo alla prova” e veniva citato Mal 3:10, quindi è giusto che io “lo provi” per avere conferme.

 

RISPOSTA: Calma con qs affermazioni! Nel tuo libro l’autore scrive “Dio stesso ci invita a metterlo alla prova”, ok, ora però riflettiamo:   

 

1) Quando si legge un testo di un qualsiasi studioso religioso, anche se fosse il più bravo del mondo, dobbiamo sempre tenere presente che è solo una persona come noi, che esprime delle opinioni e delle sue interpretazioni personali. Che poi queste siano espresse bene oppure confuse, che siano attinenti e corrette al testo biblico oppure no, questo è sempre da vedere e spetta prima di tutto a chi legge stabilirlo, andando a controllare e ragionandoci sopra. Prendere della frasi alla lettera e da lì ricavare una dottrina non è mai consigliabile come vedremo tra poco.

 

2) Per cui nel punto in questione quando viene detto: "Dio ci invita a metterlo alla prova" dobbiamo considerare prima di tutto che:

 

a) E' una affermazione staccata dal un contesto dell’autore stesso; magari l’autore voleva fare un discorso più ampio (forse, non lo so); oppure potrebbe anche essere una affermazione categorica espressa male…; comunque sia, l’intenzione dell’autore (che ci interessa fino ad un certo punto) rimane da controllare biblicamente per vedere cosa veramente vuole dirci il Signore.

 

b) Allora la frasetta "Dio ci invita a metterlo alla prova"  presa da sola non va bene; non se ne può fare certo un concetto edificante valido. A me per esempio risulta più vero il contrario, cioè che Dio non debba mai essere tentato. Infatti se leggi le classiche tentazioni di Satana a Gesù, trovi questo passo:

Matt 4:5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto:

"Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo,

ed essi ti porteranno sulle loro mani,

perché tu non urti con il piede contro una pietra"».

7 Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"».

 

La citazione che l’autore fa nel testo (Mal 3:10) sembra corretta a favore della tua tesi, ma solo se facciamo una interpretazione veloce e non ragionata, infatti se andiamo a vedere con calma tutto il capitolo di Malachia 3, ci accorgiamo che il suo significato non è proprio come lo intendi tu. Leggiamolo:

 

Malachia 3:1 «Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, entrerà nel suo tempio, l'angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà», dice l'Eterno degli eserciti. 2 «Ma chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Egli è come un fuoco d'affinatore, come la soda dei lavandai. 3 Egli siederà come chi affina e purifica l'argento; purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento, perché possano offrire all'Eterno un'oblazione con giustizia. 4 Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradevole all'Eterno, come nei tempi passati, come negli anni di prima. 5 Così mi avvicinerò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli stregoni, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che frodano il salario all'operaio, opprimono la vedova e l'orfano, allontanano lo straniero e non temono me», dice l'Eterno degli eserciti.6 «Io sono l'Eterno, non muto; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati. 7 Fin dai giorni dei vostri padri vi siete allontanati dai miei statuti e non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi», dice l'Eterno degli eserciti. «Ma voi dite: "In che cosa dobbiamo tornare?". 8 Un uomo deruberà DIO? Eppure voi mi derubate e poi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?". Nelle decime e nelle offerte. 9 Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, , tutta quanta la nazione. 10 Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo», dice l'Eterno degli eserciti, «se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione, che non avrete spazio sufficiente ove riporla. 11 Inoltre sgriderò per voi il divoratore, perché non distrugga più il frutto del vostro suolo, e la vostra vite non mancherà di portar frutto per voi nella campagna», dice l'Eterno degli eserciti. 12 «Tutte le nazioni vi proclameranno beati, perché sarete un paese di delizie», dice l'Eterno degli eserciti. 13 «Avete usato parole dure contro di me», dice l'Eterno. «Eppure dite: "Che cosa abbiamo detto contro di te?". 14 Avete detto: "È vano servire DIO; quale guadagno c'è nell'osservare i suoi ordinamenti e ad andare vestiti a lutto davanti all'Eterno degli eserciti? 15 Perciò noi proclamiamo beati i superbi. Non solo gli operatori d'iniquità prosperano, ma essi tentano pure DIO e sfuggono"».16 Allora quelli che temevano l'Eterno si sono parlati l'uno all'altro. L'Eterno è stato attento ed ha ascoltato, e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l'Eterno e onorano il suo nome. 17 «Essi saranno miei», dice l'Eterno degli eserciti, «nel giorno in cui preparo il mio particolare tesoro, e li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lo serve. 18 Allora vedrete nuovamente la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve DIO e colui che non lo serve».

 

Il v. 10 dice effettivamente: "mettetemi alla prova in questo", ma cerchiamo di capire quello di cui stiamo parlando: senza entrare troppo nell’esegesi del testo che ci porterebbe via troppo tempo, ci accorgiamo subito che c’è tutto un discorso articolato che Dio sta facendo al Suo popolo nel tramite del profeta. Staccare la frasetta ed usarla fuori contesto è un errore classico da evitare assolutamente. Il Signore parla ad un popolo che si ribella che si impunta e contraddice quanto di buono l’Eterno sta facendo per loro. Egli invita il Suo popolo a tornare a Lui (questo è l'argomento centrale) ed il popolo fa un sacco di questioni.  Qs popolo si comporta male con Dio e poi addirittura protesta presso di Lui perché ritiene di non avere quello di cui è convinto di avere diritto. Ma il Signore dimostra che invece è questo popolo che è “mancante” davanti a Lui, non viceversa. E qui dobbiamo entrare nella mentalità giudaica di quel tempo per capire: c’erano delle regole, una legge, nel loro modo di presentare le offerte e dal v.7 in poi il Signore dice che viene “derubato” proprio nell’applicazione di quelle regole stabilite. Questo non vuol dire che noi dobbiamo tornare alle offerte giudaiche! siamo nell’AT, è un esempio fatto dal Signore ai giudei nella loro mentalità e nei loro costumi, che i giudei avrebbero potuto capire facilmente. Se leggiamo il seguito del passo, in quel contesto, potremmo dire che è proprio Dio invece che mette alla prova il popolo! In pratica è come se dicesse: “provate a comportarvi bene verso d me seguendo le leggi che io vi ho dato, e poi, dopo, vedremo se non sarete benedetti come io vi ho promesso.”

 

3) In conclusione, da come capisco io, Dio non va mai messo alla prova perché sarebbe una tentazione come quella che fece il diavolo (servendosi della Parola biblica!). Noi cristiani dovremmo essere in grado di fare come Gesù, che disse "è anche scritto che….". Ovvero dobbiamo essere in grado di rispondere alla tentazione elaborando la stessa Parola biblica con intelligenza e maturità.

 

Il libro di cui parli, per esempio, non ha come tema tentare o meno Dio, ma esprime un percorso personale dell'autore nel trovare la via giusta per tornare al Signore. In questo modo in parte autobiografico, evidenzia dei punti e lo fa nel suo modo, secondo la sua personalità. Come ti ho detto altrove, tu cerca di prendere le cose edificanti ed utili per te affinché anche tu possa tornare al Signore Gesù. Gli aspetti basilari sono la conversione, il battesimo, la rivelazione del Signore, l'amore per le Scritture ecc. Gli aspetti secondari per ora lasciali, caso mai li riprenderai in secondo tempo.

 

 

 

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