APOCALISSE 21: PERCHE' SALIRE SU "UNA GRANDE MONTAGNA" PER VEDERE LA GERUSALEMME CELESTE? - RR-19-5-20

 

 

 

 

DOMANDA: [...] Perché Giovanni  deve salire in spirito su una “grande e alta montagna” per vedere la Gerusalemme celeste? Non ha molto senso. [...]

 

 

RISPOSTA:

La logica umana  che esamini in modo quasi letterale e concreto la Scrittura in genere e l'Apocalisse in particolare, è solo una delle chiavi di accesso alla sua comprensione. Non è che sia sbagliato, ma questo è uno dei modi che va accompagnato ad altri modi, altrimenti rimane limitante. L’uso poi del discernimento (inteso come dono di Dio) ci permetterà di dosare soppesare e “tradurre” la storicità, la simbologia, le cose letterali terrene e le visioni del cielo, il passato-presente-futuro in un insieme equilibrato, sempre con l’aiuto di Dio.

Siamo in Ap 21:10  10 Egli [l’angelo] mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio.

In questo passo ci troviamo alla fine dell’Apocalisse. C’è già stato praticamente tutto: inizio evoluzione e rapimento della Chiesa, flagelli, trombe, piaghe, giudizio delle nazioni, millennio, distruzione dell’Anticristo, del Falso profeta, giudizio universale, distruzione di Satana e della morte stessa. Anche il cielo e la terra sono scomparsi (Ap 21:1). Il Risorto, per mezzo dell’angelo, trasporta Giovanni “in spirito” e gli mostra la “Gerusalemme celeste”. Siamo di fronte ad una nuova creazione e dobbiamo pensare che i vecchi parametri non possono più essere presi in maniera letterale. Da quello che descrive ci troviamo in un sistema molto diverso da quello attuale, di cui non sappiamo niente. Dare per scontato che il nuovo cielo e la nuova terra siano la copia di quelli odierni è una delle ipotesi, ma a me pare poco probabile (non c’è il mare, non c’è il sole la luna… ) più facile invece che l’esistenza, le percezioni, le comunicazioni, i contatti, si svolgano su piani o dimensioni molto diverse. Non siamo nemmeno sicuri se ci sia un solo universo o più d’uno. Quando si parla di “alta montagna” allora, non possiamo fare un riferimento preciso con le montagne di questa terra. Anche perché se non c’è più né terra né cielo né mare ecc. come facciamo ad essere sicuri che ci saranno le montagne come le intendiamo ora? Quindi l’accento va messo su “mi trasportò in spirito”. Il simbolo dell’alta montagna era la perfetta raffigurazione che Giovanni poteva vedere/capire in quel momento per spiegarci il contenuto. La montagna non è l’oggetto principale del contenuto del passo, ma un mezzo. La montagna raffigurava il punto più “alto”; alto come elevato staccato dalla terra, al di sopra di tutto, come eccelso, sublime. Una certa concordanza la possiamo trovare nel monte in cui Dio apparve a Mosè nel roveto, o quando diede le tavole della Legge.

 

 

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