Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

CHI E’ LIBERO NON HA REGOLE?

di Angelo Galliani  (9-5-08) - 17-7-15 -h.10,30 -  (livello 3 su 5)

 

 

Il tema della libertà è sempre stato uno di quelli più “gettonati”, sia in ambito politico sia in ambito religioso. Questo perché “libertà” è una parola grossa, e dalle grosse implicazioni. Gesù stesso, solennemente, afferma: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-32). E poi subito aggiunge (a scanso di equivoci): “Chi commette il peccato è schiavo del peccato” (Giov. 8:34).

     Prima di fare qualche riflessione su queste importanti affermazioni di Gesù, notiamo come oggigiorno la libertà sia comunemente intesa. Di solito si ritiene che l’uomo veramente libero sia quello svincolato dall’osservanza di regole. La libertà, quindi, viene pensata come “libertà dalle regole”…  Secondo questa ottica, tutte le regole (umane e non) sono dei pesi fastidiosi che opprimono la vita, limitano le scelte, frustrano la persona e le fanno condurre un’esistenza al di sotto delle sue potenzialità… Oggi molti, anche con una certa spavalderia, affermano: “Io voglio essere libero di fare quel che mi pare e quando mi pare”. Ma così, purtroppo, in nome di questa pretesa “libertà” individuale, il caos si fa strada nelle coscienze e nella società.

     Parlare di “caos” (ci tengo a precisarlo) non mi sembra affatto improprio. Infatti, il caos è esattamente qualcosa di indefinibile, disordinato, privo di logica e di regole… Il caos, secondo la visione biblica, è ciò che precedeva la creazione di Dio. Dunque, in questo senso, l’atto creativo di Dio non si riduce semplicemente alla nascita della energia e della materia, ma più specificamente riguarda la nascita dell’ordine e delle regole che lo governano. In un certo senso, il caos era qualcosa di “libero”, perché non aveva regole; ma era anche qualcosa di improduttivo, sterile ed inutile, perché incapace di produrre alcunché.

     A questo punto mi sembra opportuno fare una breve riflessione sul famoso esodo del popolo ebraico dall’Egitto, così com’è descritto nelle pagine della Bibbia, e a tutti ben noto. Quello che, in particolare, vorrei sottolineare è che Dio interviene in due modi ben distinti:

a) In primo luogo, Egli affranca gli Ebrei dalla schiavitù “esterna”, quella dovuta agli oppressori egiziani;

b) In secondo luogo, Dio detta agli Israeliti la sua Legge, in modo da affrancarli anche dalla loro schiavitù “interna” (il peccato), affinché essi conoscano come vivere la loro nuova condizione, al fine di costruire una nazione organizzata, prospera, giusta e pacifica, cioè tale da essere una “luce fra i popoli”, una testimonianza vivente e concreta alla gloria di Dio.

     Come si vede, dunque, c’è una Libertà-DA e una Libertà-DI: la prima ci consente di “uscire dalla cella di una prigione”, e la seconda ci rende capaci di una condotta matura e responsabile, che sia tesa al bene di tutti.

     Tornando ora alle dichiarazioni di Gesù riportate in apertura, notiamo come anch’Egli tocchi il tema della libertà. Ma non parla di una “libertà dalle regole”, come forse piacerebbe a molti. Egli parla bensì di una libertà dal peccato, ossia di una nuova condizione in cui l’uomo viene messo in grado (da Dio) di vivere un’esistenza che sia finalmente consona ai progetti del Creatore. Detto in termini meno “religiosi”, ma certamente non meno significativi, l’essere umano può trovare nella Parola di Dio la fonte rivelatrice che lo mette in condizioni di prendere profondamente coscienza di sé, dei rapporti che lo legano al mondo naturale ed al prossimo, delle regole che governano il Creato, e di ciò che sia più giusto fare per realizzare il Bene.

     Quella propostaci da Dio, insomma, è una libertà nell’ordine; non una libertà senza ordine, e nemmeno un ordine senza libertà. Infatti, a ben vedere, la vera libertà (quella che nasce da Dio) produce da sé un suo ordine, cioè delle regole che rendano pienamente efficace tale libertà. Non è però vero il viceversa: non c’è nessun ordine che, da solo, possa produrre libertà. E questo, in particolare, è vero per quanto riguarda la vita nella fede: non ci sono regole religiose che possano produrre la libertà spirituale, ossia la libertà dal peccato, perché il peccato riesce a servirsi anche delle regole religiose. Inoltre, una chiesa ordinata non è necessariamente da considerarsi una chiesa spirituale. Però possiamo certamente dire che una chiesa spirituale non può essere caotica, cioè una chiesa in cui ognuno fa quel che gli pare… Infatti, tale caos comportamentale e/o strutturale sarebbe un segno abbastanza evidente di come il Dio dell’Ordine, del Rispetto e dell’ Autocontrollo non abbia ancora trovato spazio in molte coscienze.

     D’altra parte, una “libertà senza regole” sarebbe non solo segno di dubbia spiritualità, ma sarebbe anche segno di dubbia intelligenza. Infatti, nella Natura e nel comune ambiente che frequentiamo, le regole ci sono, ci piaccia o no. Se insultiamo qualcuno, questi ne risulterà offeso. Se non badiamo a dove mettiamo i piedi, finiremo per inciampare. E se non ci laviamo regolarmente finiremo per emanare cattivo odore… Insomma, per dirla in breve, la persona libera non può fare a meno di tenere conto delle regole che sono presenti nel cosmo creato da Dio. Il calpestare queste regole non sarebbe solo un atto di superbia, ma sarebbe anche un atto di stupidità. Sarebbe come se qualcuno pretendesse di guidare contromano in autostrada… Certo, sarebbe “libero” di farlo, ma le conseguenze di tale scelta non potranno certo essere positive; esse, anzi, si rivelerebbero come un vero e proprio attentato alla sua stessa vita, e magari anche a quella altrui.

     Per finire, mi si conceda di esprimere una mia forte preoccupazione. Sempre più spesso, nella nostra società moderna, ci capita di sentire persone (per lo più giovani) che sbandierano la loro pretesa di “libertà senza regole”. Sovente lo fanno come risposta critica a sistemi religiosi e/o sociali che hanno proposto in passato un sistema di regole senza libertà. Così, però, vengono demolite le cose del passato senza sostituirle con altre più consone alle esigenze della società umana. In questo modo, a mio parere, avanza il caos; e il caos, lo sappiamo, non può produrre nulla di costruttivo. La soluzione a tale problema non credo possa essere quella di un Ordine-dal-pugno-di-ferro, come un sempre maggior numero di persone sembra auspicare. L’unica soluzione sta, secondo me, nella scoperta (o riscoperta) di quei valori che davvero possono caratterizzare l’identità umana: la ricerca della verità, il pensiero creativo, lo scambio comunicativo, la capacità di essere solidali, la sensibilità nei confronti di chi soffre…

 

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