NELLA CONVERSIONE BISOGNA STACCARSI COMPLETAMENTE DAL MONDO? - IL CONCETTO DI PECCATO - PARTE 1 - di Renzo Ronca - (5-6-13)-

16-3-18

 

DOMANDA: [...]  bisogna staccarsi completamente dal mondo per poter avere una conversione totale e seguire Gesu', vero'? [...]

 

RISPOSTA: Tu sei naturalmente abituata a ragionare secondo il modello cattolico, dove  i concetti di “conversione” e di “consacrazione” vengono valutati più in base alle opere che alla fede e sono molto estremizzati, con comportamenti particolari e rigidi, secondo una severa obbedienza ad una gerarchia….  Ma per noi evangelici per fortuna è più semplice

[Per approfondimenti su queste differenze vedi anche ESSERE CONSACRATI – DIFFERENZE SEMPLICI TRA CATTOLICESIMO E PROTESTANTESIMO     oppure CONSACRARE IL CORPO  e segg.]

 

Il nostro distacco cristiano evangelico è soprattutto, prima di tutto, una scelta (a volte molto sofferta)  dopo il "convincimento di peccato" (Giov.16:7-11), cioè la contrizione del cuore in base all'opera dello Spirito Santo, che la nostra anima decide di accogliere. Si comincia da qui: un  distacco interiore, spirituale dovuto alla rivelazione del Signore al nostro cuore, che ci "apparta"; e nel silenzio della grazia ci fa intendere il senso della croce salvifica. Non è un ritiro solo fisico da tutte le azioni che si compiono normalmente nella vita, altrimenti non si vivrebbe più. La conversione inizia con un cambiamento di una direzione del pensare.

 

Mi spiego con un disegno:

 

 

Fig. 1

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella fig.1 vediamo un movimento che è un percorso. C’è un cerchietto a sinistra ed una freccia verso destra che indica un allontanamento dal cerchietto.

Se nel cerchietto ci fosse Dio, e la freccetta indicasse come si muove l’uomo, allora ecco che il “peccato” sarebbe semplicemente un allontanamento dell’uomo Dio.

 

 

Fig. 2

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella fig 2  vediamo il contrario: l’uomo che invece di continuare ad allontanarsi da Dio, si avvicina a Lui. IN questo caso si dice che si “converte”. La conversione sarebbe dunque un cambiamento di direzione: invece di andare alla deriva, lontano… l’uomo decide di orientarsi verso Dio, torna indietro, va verso di Lui.

 

Attenzione adesso: La freccia non indica solo una direzione; essa nel nostro disegno rappresenta soprattutto il modo di pensare dell’uomo, cioè come funziona la sua mente.  Ci sono mentalità che non hanno interesse né rispetto del Signore, ecco, quelle mentalità vengono attratte dalle cose del mondo e ogni giorno si allontanano.

Il peccato allora, è questo allontanamento “senza Dio” che produce azioni contrarie al bene.

E’ questo un punto importante e va capito bene: se io per esempio “rubo”, è vero che commetto peccato (il comandamento dice “non rubare”) ma se non capisco il perché pecco, perché sbaglio, perché offendo Dio, allora, anche se  mi dicono di non rubare e non rubo più solo per una regoletta, non compio una conversione vera convinta completa.

 

La freccia nella conversione (fig.2) come vedi è verso Dio, vale a dire che tutto il cuore dell’uomo si preoccupa di piacere a Dio. 

Ora, sempre guardando la figura,  più si avvicina e più incontra quelle onde sempre più grandi (che nel disegno sono simili a parentesi di varia grandezza). Quelle onde sempre più grandi rappresentano le opere buone.

 

Questo va capito davvero molto bene: Non sono le opere che cambiano il mio modo di pensare, ma è l'opposto; cioè la direzione della mia mente, del mio cuore, dei miei pensieri, se sono orientati verso Dio, produrranno DI CONSEGUENZA, opere buone.

 

Dunque la conversione avviene prima nel cuore, e poi nelle azioni, nelle opere.

Per questo dice: in Romani 2:29 “ma Giudeo è colui che lo è interiormente; e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera”

Nella pratica significa che se non cambia prima il cuore è inutile cambiare le opere. Applicare un comandamento senza cuore, senza amore verso Dio ed il prossimo, significa mantenere un cuore freddo, duro, di pietra.

 

La grazia di Dio è l’unica che può cambiare questo cuore. E la grazia non si ottiene per merito, cioè perché noi siamo più bravi degli altri, ma solo perché è un gesto d’amore di Dio. UN gesto gratuito, cioè gratis, senza merito.

 

Se io mi impegno a credere in Cristo Gesù e a volerlo seguire, ecco che già sono sotto la grazia, sono già “salvato”.

Salvato, si, ma non arrivato già alla perfezione. Sono sulla strada della conversione.

 

Sempre dalla  fig. 2 vediamo che più “cresco nella grazia” (cioè più mi avvicino al cerchietto dove è simboleggiato Dio) e più le mia azioni saranno buone, senza peccato. Ma è un cammino graduale. Mentre cambia il nostro cuore, così ci verrà automatico cambiare anche le azioni.

 

Secondo noi evangelici non è più necessario fare un elenco di fatti brutti che chiamiamo “peccati”, andarli a dire ad un prete (confessione auricolare cattolica) ed aspettare l’assoluzione dalle parole di n uomo, con in più una “penitenza” per aver peccato. La nostra fede di evangelici ci fa capire che noi siamo già sotto la grazia e non più sotto il peccato; e questo non è stato ottenuto per i nostro meriti o la nostra bravura di comportamento; ma al contrario questo stato di grazia è stato ottenuto SOLO per i merito della croce di Cristo Gesù, che LUI ha preso per noi.

 

Se noi amiamo Cristo, se lo Spirito Santo è in noi, allora pian piano ecco che CONSEGUENTEMENTE ALLA GRAZIA, ci sarà una trasformazione prima del nostro cuore e conseguentemente della nostre azioni.

Nessun elenco dunque di cose buone o cose cattive, ma una offerta di noi stessi al Signore ogni giorno con la preghiera affinché lo Spirito Suo Santo ci guidi e sia presente nel nostro cuore. Se è presente lo Spirito di Dio in noi, non peccheremo più.

 

Spessissimo, per i credenti che arrivano dal cattolicesimo, il senso di aver peccato o di essere nel peccato rimane molto a lungo ed assomiglia più ad un senso di colpa che a una consapevolezza. Secondo me questa pesantezza di cuore non viene da Dio. Quando uno si converte a Cristo è leggero, respira a pieni polmoni l'aria della liberazione e della pace. E' una santificazione graduale senza fatica.   Lo Spirito Santo ci farà essere santi ogni giorno di più.

 

In conclusione secondo me non devi andare a vedere se devi distaccarti dal mondo come certe suore o frati (con tutto il rispetto ovviamente per la loro scelta devota sempre degna di considerazione)  i quali si ritirano dal mondo nei conventi e non si sposano, ma devi semplicemente amare il Signore e vivere serenamente.

Non stare con la paura del peccato, ma stai invece con il piacere della grazia.

 

La conversione-consacrazione poi ha diversi gradi di impegno. Ma anche questi non sono il risultato di una disciplina difficile, dove solo chi si impegna tantissimo  può arrivare ad essere "totalmente convertito". Finché siamo sulla terra nessuno di noi sarà "totalmente" convertito; ma  diventerà più o meno convertito secondo la misura della grazia e dei doni che il Signore stesso avrà messo nel suo cuore.

Mi spiego: se io amo il disegno ed ho talento per disegnare allora le ore della mia giornata che dedico al piacere del disegno aumenteranno perché proverò sempre più interesse e piacere a disegnare e realizzerò quadri e pitture sempre più belle e complesse. Non si può dire quanto tempo uno debba starci sopra, è una cosa che dipende dal talento e dal desiderio di ciascuno. Il talento e i doni della grazia vengono da Dio. Se noi confidiamo in Dio ecco che questi talenti si manifesteranno da soli sempre più. E' nel camminare verso Dio che troviamo il piacere di amare Dio ed il prossimo. Viene  tutto quanto da solo, senza sforzo, tranquillamente, nella pace del nostro cuore. No parte da noi la spinta ad amare ma è l'essenza di Dio che ci trasmette ogni giorno di più, così come dice: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Giovanni 4:19)

 

(continua lo stesso argomento con altre domande)

 

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