COS’E’ LA SALVEZZA DI DIO

- di Renzo Ronca – (19-7-12) - 13-10-17

 

 

 

DOMANDA: Non sono molto credente ma vorrei capire che significa per voi la salvezza.

 

RISPOSTA: In effetti se non credi in Dio ti sarà quasi impossibile capire la parola “salvezza” nel suo significato cristiano. Infatti l’uomo nasce, vive e muore, da cosa dovrebbe essere salvato? Ci vorrebbe un pericolo grave, una condanna….

E la condanna c’è davvero. E’ la morte stessa quella condanna da cui l’uomo può essere salvato!

 

Lo so che a questo punto, se fossimo in una sala piena di scienziati non credenti, almeno il 90% degli ascoltatori si alzerebbe e se ne andrebbe. Da un punto di vista razionale sarebbe comprensibile la loro reazione. Successe una cosa simile quando l’apostolo Paolo tentò di parlare ad Atene, nell’Arèopago, sulla resurrezione dei morti. Favole troppo sciocche per persone così “intelligenti” (1).

 

Tuttavia per chi, dotato di una curiosa “pazzia”, desiderasse ancora ascoltare, vorrei proseguire.

 

Nella “ipotesi Dio” -chiamiamola così per i non credenti-  la morte non è contemplata, è  un “incidente di percorso”, infatti nel Suo “progetto vita” c’era la vita e basta. La morte non ha consistenza in se stessa, è un’assenza di vita.

Per una intromissione di altri esseri in questo progetto, l’uomo viene giocato, ingannato, portato a rinnegare  il suo Tutore prima che possa arrivare alla maturità (che è la vita eterna verso cui era destinato).

Questo cambio di rotta dell’uomo consistette nel fidarsi di un altro essere (Lucifero, creatura mortale) e non fidarsi più di Dio (Essere immortale). Uscendo dal “progetto vita eterna” l’uomo scelse un altro progetto e credendo che l’anima sua sarebbe vissuta per sempre, conobbe invece la morte. La morte può anche definirsi come condanna inevitabile, ineluttabile, in cui l’uomo si è andato a  cacciare.

[per approfondimenti sul concetto di anima che è, oppure non è eterna, vedi Immortalità dell’anima ed esistenza dell’inferno e  correlazioni in fondo alla sua pagina]

 

 Con la “salvezza”  (seguirà lo scritto: “giustificazione per fede” o “salvezza per grazia”) il Signore, intervenendo direttamente accanto all’uomo, sulla Terra, rimette a posto il progetto iniziale eliminando quella condanna che appena nati pesa sulle nostre teste. Egli fa questo individualmente persona per persona, per mezzo di una Sua presenza reale-spirituale diffusa su chiunque desideri riceverla, che chiamiamo Spirito Santo,  dando a ciascuno la possibilità di ritornare in quel progetto inziale di vita eterna che Dio aveva pensato per Lui. Se l’uomo torna a credere in Dio ed abbandona il “progetto di Lucifero”, allora si decontamina dalle radici del peccato ed è come se nascesse di nuovo, come se acquistasse una nuova coscienza di sé.

Questo per dire un maniera fin troppo semplice a cosa serve “la salvezza”. Ora se vogliamo proseguire  ci allungheremo un poco per comprendere bene cos’è questa “condanna a morte”.

 

CONDANNA O AUTOCONDANNA DELL’UOMO

Recentemente ero in un posto di mare ed ho fatto un giro turistico su una piccola barca a motore -una decina di persone in tutto- che ci ha portati a visitare delle grotte caratteristiche. Il marinaio che manovrava la barca dopo essersi informato su chi di noi non sapesse nuotare, ci spiegava le profondità dei fondali, i rischi del vento dietro le rocce, e ci raccomandava di abbassarci nei punti difficili per non ferirci con le rocce sporgenti. Teneva sempre vicino a sé i bambini che non sapevano nuotare, affinché non cadessero in acque profonde;  40 metri ci aveva detto.

Una gita insomma dove esistevano dei pericoli e delle “regole” delle “leggi” per proteggerci da quei pericoli. La prima legge poteva essere questa: “Dai fiducia al marinaio che si preoccupa per te; lui ti ha fatto salire e ti riporterà a terra”; la seconda: “Non sai nuotare dunque non ti buttare in acqua se no affoghi”; la terza: “ci sono rocce sporgenti, abbassa la testa se non vuoi farti male”; e così via. Cose molto ovvie per la maggioranza. Tutti noi tacitamente rispettavamo queste regole, perché il nostro fine non era quello di affogare o di battere la testa, ma di fare una esperienza di piacevole scoperta, per poi tornare sulla terra ferma. Avevamo tutto l’interesse insomma a seguire quello che ci veniva consigliato.

 

Mettiamo però che si fosse infiltrato tra noi un bugiardo psicopatico con il solo scopo di farci del male…  ebbene cosa avrebbe potuto fare? Magari avrebbe cercato quello tra noi più  ingenuo e credulone, e gli avrebbe detto: “ma no, non è poi così profondo. Vedi lì? c’è persino una sorgente d’acqua calda… il marinaio vi dice così perché non vuole farvela sperimentare e vuole tenere solo per sé questa sorgente… ma se tu adesso, qui vicino, su questa piazzola, provi immergerti, ahhh.. sentirai una emozione particolare bellissima, sentirai come è tiepida e frizzante quest’acqua…. La tua pelle diventerà meglio di quella abbronzata del marinaio… Di che hai paura? dai, perché non provi?”

E così, magari il credulone, dimenticando le “leggi protettive” prende e si lascia scivolare…

Forse troverà un’acqua davvero speciale, un’emozione particolare, ma certo non sapendo nuotare non risalirà più da una profondità che è davvero di 40 metri!

 

Allora adesso ragioniamo: la morte dell’ingenuo era prevista nel viaggio della barca? No. Perché è successa? Perché il credulone ha creduto più allo psicopatico che al marinaio.

La morte dell’uomo è arrivata perché era nell’intenzione del marinaio o perché l’uomo se l’è attirata addosso da solo, non volendo rispettare le regole come hanno fatto tutti gli altri? E’ evidente che il credulone ha scelto da solo di non seguire la legge del marinaio.

La regola del marinaio era semplice ed ovvia: “se ti butti in acqua senza saper nuotare, muori”. La morte non era lo scopo del viaggio né la volontà del marinaio, ma la conseguenza di una disubbidienza.

Anche all'origine, quando l'uomo era appena nato, c'era una specie di legge simile: "se fai questa cosa pericolosa (prima di avere la maturità), morirai".

 

L’uomo terreno –discendente di quell’uomo che ha rinnegato Dio- è come morto; nasce sulla terra come se fosse già  sprofondato nell’acqua senza nemmeno saperlo. Satana riesce a perpetuare questo inganno facendogli credere che la morte sia la “normalità” del suo breve vivere. Quindi subisce la morte come “normale condanna”, concentrando e ricercando, nel breve tempo della vita terrena dell’uomo, il massimo delle sue soddisfazioni e del suo piacere.

 

Ma la “condanna” (o dovremmo chiamarla meglio “auto-condanna” perché l’uomo se l’è andata a cercare da solo), è il sovvertimento volontario di un ordine perfetto non solo della sua piccola barchetta,  cioè del suo piccolo pianeta Terra, ma un ordine perfetto che si inserisce anche nel cosmo, che riguarda un’infinità di esseri e di mondi dell’universo, molto difficile da capire e spiegare.

 

Prima di essere come è adesso, l’uomo doveva solo “fare un giro in barca”: vale a dire passare dall’infanzia della fede alla maturità consapevole dell’amore di Dio. Cadendo in quel tipo di acqua pericolosa l’uomo si è come inquinato, è diventato come diventano quelli che si avvicinano troppo alle radiazioni nucleari: si è preso un male tremendo che entra nel suo DNA, distrugge le cellule come nel cancro,  e lo porta inevitabilmente alla morte, cioè alla fine del “progetto vita”.

E quel che è peggio è che l’uomo nemmeno si ricorda più com’era!!

Che triste condizione quella umana allora! Uno nasce solo per confermare la sua morte?

Si e no.

Dio ha sempre amato le Sue creature in tutto l’universo e l’uomo sulla terra in particolare, per questo ha elaborato un progetto che dal futuro e dal passato possa agire nel nostro presente per modificare così la nostra condanna e renderla nulla.

Ecco cos’è la “salvezza”: un nuovo progetto di Dio per reinnestare l’uomo nella vita eterna a cui era destinato.

 

Ho detto futuro e passato perché Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito erano prima dei tempi e saranno per l’eternità. Dio vive nell’eternità che è un qualcosa che avvolge il nostro tempo terreno. L'eternità non è uno spazio infinito, ma è un "luogo" molto più complesso dove esistono altre leggi fisiche e temporali. Dall’eternità Egli stesso interviene “trasferendosi” in Cristo nel nostro tempo.

 

Ora tutte le creature di Dio (non solo l’uomo) è come se hanno percorso o percorrono un tratto in barca non sapendo ancora nuotare. Il marinaio può solo avvisare, infatti per un altro motivo difficile da capire, è stato stabilito che ogni persona sulla barca è e deve restare libera di fare la sua scelta. Alcune persone son rimaste in barca, altre hanno scelto diversamente.

 

Noi stessi, in questo momento, mentre leggiamo queste righe, siamo persone che stanno su una barca per essere traghettate verso la maturità di fede oppure no. Se ci lasciamo guidare dal Marinaio, Gesù, allora toccheremo le sicurezze di una nuova nascita in attesa della trasformazione in creature spirituali per l’eternità; se invece preferiamo scendere dalla barca, pazienza, vorrà dire che non avremo dato valore agli avvertimenti del Marinaio e resteremo nella “normalità terrena della morte”.

 

(continua)

 

 

 

Correlazioni

 

SALVEZZA PER FEDE IN MODO SEMPLICE -  20-7-12

 

 C'E' DIFFERENZA TRA "SALVEZZA" E "RICOMPENSA FINALE" PER I CREDENTI?

 

Immortalità dell’anima ed esistenza dell’inferno e segg.

 

 

LETTURE CONSIGLIATE (a diversi livelli di studio):

"Il pensiero della Riforma" - Lutero - Zwingli - Calvino - Bucero - A. E. McGrath - Claudiana

"Le 95 Tesi" di M. Lutero - Collezione Biblioteca - Ediz. Studio Tesi

"M. Lutero" - 1483-1546 - Libri di base - La Riforma protestante e la nascita della società moderna . di M. Miegge - Ed. riuniti

"La giustificazione per fede" di Vittorio Subilia - Paideia Edit. Brescia

 

 

Note

(1) Atti 17:16 Mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli s'inacerbiva dentro nel vedere la città piena di idoli. 17 Frattanto discorreva nella sinagoga con i Giudei e con le persone pie; e sulla piazza, ogni giorno, con quelli che vi si trovavano. 18 E anche alcuni filosofi epicurei e stoici conversavano con lui. Alcuni dicevano: «Che cosa dice questo ciarlatano?» E altri: «Egli sembra essere un predicatore di divinità straniere», perché annunciava Gesù e la risurrezione. 19 Presolo con sé, lo condussero su nell'Areòpago, dicendo: «Potremmo sapere quale sia questa nuova dottrina che tu proponi? 20 Poiché tu ci fai sentire cose strane. Noi vorremmo dunque sapere che cosa vogliono dire queste cose». 21 Or tutti gli Ateniesi e i residenti stranieri non passavano il loro tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare novità. 22 E Paolo, stando in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che sotto ogni aspetto siete estremamente religiosi. 23 Poiché, passando, e osservando gli oggetti del vostro culto, ho trovato anche un altare sul quale era scritto: Al dio sconosciuto. Orbene, ciò che voi adorate senza conoscerlo, io ve lo annuncio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo; 25 e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. 26 Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, 27 affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. 28 Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: "Poiché siamo anche sua discendenza". 29 Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana. 30 Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, 31 perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti». 32 Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni se ne beffavano; e altri dicevano: «Su questo ti ascolteremo un'altra volta». 33 Così Paolo uscì di mezzo a loro

 

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