“…QUESTA VITA ALLORA A COSA SERVE? PERCHÉ DIO PADRE CI CHIEDE DI STARE QUI SULLA TERRA?”

di Renzo Ronca - 5-5-12 agg. 18-12-19

 

 

 

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Da giovane volevo a tutti i costi definire Dio; adesso ho capito che non posso farlo; d’altra parte non posso nemmeno ignorarLo perché ho avuto esperienza della Sua vita e del Suo Essere in me e nel mondo. Dunque non mi chiedo più chi, cosa, come sia il Signore, ma sentendo parte del Suo amore, cerco di restare il più possibile vicino a Lui in tutti i modi possibili, perché ho sperimentato che ciò è buono per me e per chi mi sta vicino.

 

E’ vero D. in Cristo si è fatto uomo, si fatto uguale a noi. Ma perché? Il Dio che crea l’uomo ha come aspirazione diventare un uomo? No di certo! Dio vuole innalzare l’uomo. Si è fatto piccolo per renderci più grandi. La Sua volontà è di portarci ad essere compatibili con Lui e con gli angeli che sono con Lui, nell’ambiente dove essi vivono:  «Così parla il SIGNORE degli eserciti: "Se tu cammini nelle mie vie e osservi quello che ti ho comandato, anche tu governerai la mia casa, custodirai i miei cortili e io ti darò libero accesso fra quelli che stanno qui davanti a me. (Zaccaria 3:7)

 

La vita nostra allora serve a ri-conoscere Dio, imparare ad amarLo (come una conseguenza conoscendo e sperimentando l’amore Suo) e a “fare tirocinio” già qui, in vista di ciò che saremo dopo.

Mi spiego: a uno che non ha ancora riconosciuto il Signore come suo Signore anche personale, la vita terrena serve per dargli questa opportunità, perché dopo, da quello che Lui ci ha rivelato che sta per accadere (ognuno è libero di crederlo oppure no), dopo, come si suol dire, “chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori”. Quindi la vita terrena per  chi non conosce il Signore, serve a conoscere il Signore.

 

Ad uno che invece ha conosciuto il Signore, che si è battezzato, che vive come piace a Dio, a che serve la vita?  in effetti potrebbe dire: “beh, ormai ho fatto tutto quanto, sarei pronto, che devo aspettare ancora? Portami in quel paradiso di cui mi hai parlato! A che mi serve la vita qui se la vita lì è così bella?” E certo da un punto di vista egoistico (anche la grazia può essere desiderata da un punto di vista egoistico) questa persona non avrebbe tutti i torti. Anche l’apostolo Paolo lo disse:

 

Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno. Ma non so se il vivere nella carne sia per me un lavoro fruttuoso, né posso dire che cosa dovrei scegliere, perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore…. (Filippesi 1:21-23)

 

Ma come concluse poi il suo ragionamento?

 

….ma il rimanere nella carne è più necessario per voi. Questo so sicuramente, che rimarrò e dimorerò presso di voi tutti per il vostro avanzamento e per la gioia della vostra fede, affinché il vostro vanto per me abbondi in Cristo Gesù, per la mia presenza di nuovo tra voi. (Filippesi 1:24-26)

 

Dunque il vivere ha una seconda necessità oltre al nostro benessere e vantaggio: il benessere ed il vantaggio degli altri. L’apostolo antepone gli altri a se stesso. Ciò che fece Gesù. Vivere per chi ha conosciuto il Signore è servirLo per amore verso di Lui e servire il prossimo per amore verso il prossimo. Infatti questo concorda con quanto Gesù disse a Pietro:

 

Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». (Giov 21:17-18)

 

Se uno dice di amare il Signore allora deve amare la Sua Chiesa (senza denominazione specifica, Chiesa come insieme di credenti nel Signore Gesù)  che è composta da persone che hanno un bisogno continuo di essere aiutati, condotti, incoraggiati, protetti, nutriti…

 

Se vivere è riscoprire ed amare Dio, continuare a vivere è assumersi responsabilità di persone mature, che sanno orientare la loro vita in funzione degli altri, non più pensando solo a se stessi, ma facendosi piccoli affinché anche gli altri possano crescere. La stessa cosa che Gesù ha fatto con noi.

 

La vita allora per il credente è una specie di TIROCINIO, come dicevamo, in cui già adesso partecipiamo alla felicità della grazia, in vista di quella incommensurabile che avremo dopo.

 

La vita terrena serve in fondo a questo, a capire la pluralità d’amore di Dio che si versa e si travasa in ogni creatura. Far parte di questo circuito è avere già un piede nel paradiso promesso.

 

Personalmente trovo l’unico scopo della vita mia nel servire Dio cercando di amare. Per me ogni giorno è una conquista ed una grazia.

 

"Dio ha manifestato la sua misericordia verso di noi. Vi esorto dunque, fratelli, a offrire voi stessi a Dio in sacrificio vivente, a lui dedicato, a lui gradito. È questo il vero culto che gli dovete. Non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire quel che è buono, a lui gradito, perfetto". (Romani 12:1-2 Vers TLCI)

 

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