LA SOFFERENZA COME PROVA CHE DIO PERMETTE - di Renzo Ronca - 3-4-12 - agg 12-3-21

 

 

 

DOMANDA: Perché la sofferenza? Io prego ma la sofferenza non passa e sto male, non capisco come Dio possa mandarci il dolore. Forse devo accettare la sofferenza sia che venga da Dio e sia che non venga da Lui.

 

RISPOSTA: Io non credo che l’uomo sia nato per soffrire.  L’uomo è nato per essere felice. Se invece soffre ed è infelice allora gli è successa qualcosa che va aggiustata al fine di tornare ad essere felici.

 

Penso inoltre che la sofferenza non vada SEMPRE accettata; semplificando possiamo dice che vi sono due tipi di sofferenza: quella che ci colpisce come una prova (che Dio permette) e quella che ci colpisce solo per farci del male  perché viene dal diavolo. La prima va accettata, la seconda va identificata e respinta. 

 

Parliamo qui della prima: la sofferenza, che Dio permette, come una prova:

 

Se faccio il corridore per esempio, ho bisogno di allenamento; se mi avvicino alle olimpiadi e devo gareggiare, allora gli allenamenti saranno pieni di sacrificio e anche sofferenza fisica, privazioni disciplina, dieta… ecc.  Quel tipo di sofferenza è motivato, non dura a lungo, è una allentamento intensivo per uno scopo preciso: le gare olimpiche. Passate quelle posso tornare ad un regime di normalità atletica. Questa è la "prova": un periodo particolare, difficile, intenso, che ha un inizio ed una fine, che serve a metterci in forma. Questo allenamento sarà più sofferto e più difficile quanto più io sarò fuori forma. Se ho mangiato troppo per esempio, se ho i muscoli flaccidi, devo faticare di più, stringere i denti, darmi molto da fare per rientrare in forma. 

Ecco, il Signore è il nostro allenatore e spesso ci mette a dieta e ci controlla nella ginnastica al fine di farci essere pronti per le olimpiadi.


Se invece io rifiuto la prova, l’allenamento, e prendo droghe energetiche, non fatico e magari riesco pure a vincere, prima o poi la pago, nel senso che possono farmi l’analisi del sangue e condannarmi perché hanno trovato la droga; oppure il mio fisico, il cuore e tutto il resto, dopo uno sforzo con la droga, appena finisce l’effetto, crolla e rischio di morire per stress fisico.


Il primo, quello che fa l’allenamento è motivato ed ha buona volontà. Il secondo rifiuta lo sforzo e la disciplina e poi si trova male. Il primo ha fede nell’allenatore e vince, il secondo no, e perde.


Mettiamo che il secondo, quello che si è dopato, si penta e decida pure lui di seguire l’allenatore. E’ ovvio che faticherà molto più del primo e soffrirà moltissimo per arrivare allo stato di forma fisica e mentale. Ci arriverà, ma se in qs sforzo se la prendesse con l’allenatore, sbaglierebbe di nuovo. Non sarebbe colpa dell’allenatore ma di un degrado precedente. Certo ce la farà anche lui a vincere, come l’altro, ma gli ci vorrà più tempo e più sofferenza per stare in forma.

 

L’allenatore è il Signore, o meglio è lo Spirito Santo, e saprà Lui darci la tabella degli allenamenti: quando alzarci, cosa mangiare, quando correre quando fermarci... seguiamo l’allenatore allora!


Ma anche ammettendo che sia così, che il Signore voglia rimetterti in forma, quanto dura questo stato di sofferenza?


Non lo so. Posso solo dirti cosa accadde nel mio caso. Io arrivai al Signore fisicamente e psicologicamente "mezzo morto"; completamente fuori strada, con idee tutte contrarie a quelle la fede. Diciamo che l’allenaore-Spirito-Santo mi prese per i capelli mentre andavo alla deriva e mi disse: "dai ce la puoi fare, ti aiuto io!"  Io non ho mai usato droghe ma immagina quando uno si deve disintossicare ed è in astinenza, pensa a quanto deve soffrire! La mia mente era sconvolta come quella di un drogato perché ragionavo al contrario e schifavo la vita e gli altri. L’Allenatore mi fece ripartire da zero, cominciando proprio dai primi passi. Io ogni tanto mi ribellavo ed ero sicuro che non ce l’avrei fatta mai. La cosa che dicevo sempre, me lo ricordo bene, era simile a quella che pensi tu, dicevo al Signore: -ma se è vero che tu mi vuoi bene, allora perché io soffro così tanto? Perché questa sofferenza mi sta distruggendo e non passa mai?- Non trovavo molte risposte a questa domanda, solo incitazioni a continuare, ad andare avanti. La sofferenza per me durò molti anni perché, un certo modo negativo di essere, si era come saldato insieme al mio carattere, che, per vivere bene andava come purificato da quella cosa sbagliata.

 

 Non ti so spiegare bene come certe cose siano avvenute, però so solo che ad un certo punto, anni dopo, la mattina, quando mi svegliavo, non pensavo più di voler morire. Continuando a fidarmi dell’Allenatore, mi sono irrobustito nel carattere sempre più. 

 

Non ti nascondo che ho avuto diverse ricadute ed anche pesanti e dolorose, però, ogni volta l’Allenatore, lo Spirito Santo che è il Signore, era lì, pazientemente, che mi diceva, dài, coraggio, sù ce la fai, manca poco… ancora un poco…

 

Nel mio caso l’allenamento, la purificazione, è stato un tempo molto lungo. Ma nel caso di altri ho visto che può essere breve. Non c’è una regola.

 

Perché la sofferenza?

E’ la domanda che l’uomo si pone da sempre. Io me la spiego così: (stiamo sempre parlando della sofferenza come prova, cioè che Dio permette per il nostro bene), è come se noi fossimo un pentola che bolle con tutto quello che abbiamo dentro, cose buone e cose cattive. Più si innalza la temperatura e più soffriamo, ma è anche vero che più è bollente l’acqua e prima muoiono i batteri, e l’acqua si sterilizza! Quindi la sofferenza penso che sia come la chemioterapia, una modifica psico-chimica del nostro corpo bombardato da medicine forti, o da un calore fortissimo che sembra distruggerci. Ed a volte succede, non tutti reggono queste cure. A volte ci si ferma non sopportando più il dolore. Però il Signore che è il nostro medico sa bene per quanto tempo deve bollire la pentola, quante terribili medicine di sofferenza darci affinché venga sradicato e distrutto il male che sta dentro di noi. Il bene resisterà, il male sarà bruciato; alla fine saremo come bambini, deboli, in convalescenza, ma puliti e come rinati.

 

Non lo so quanto durerà, so che però non durerà sempre, e che Dio non ti manderà mai una sofferenza maggiore di quella che puoi sopportare senti qs frasi:


Getta sul SIGNORE il tuo affanno,
ed egli ti sosterrà;
egli non permetterà mai che il giusto vacilli. Salmi 55:22

 

Egli non permetterà che il tuo piede vacilli;
colui che ti protegge non sonnecchierà. Salmi 121:3

 

Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare. 1Corinzi 10:13

 

Quindi caro lettore, pensa che in certe prove, la sofferenza è come una medicina forte che  innalzando la temperatura del ns corpo distrugge certi residui di cose che sono estranee a Dio.

Tu devi solo resistere mentre mantieni la tua fede e poi tutto questo produrrà i suoi frutti.

Nella preghiera affidati sempre al Signore e consideraLo come un allenatore degno di fiducia.

Aggiungi in qs preghiera l’ascolto giornaliero della Sua Parola che sarà per te  come vitamina di sapienza.

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