SE LA COMUNITA' CHE FREQUENTO E' COME UN TEATRO CHE IMPEDISCE IL RACCOGLIMENTO E' GIUSTO CAMBIARE CHIESA?

di Renzo Ronca - 17-3-12 - h 18,30

 

 

DOMANDA: Carissimo Renzo, dopo tanto tempo ho deciso di scriverti perché da un pò di tempo ho tanti dubbi che mi assillano la mente. Frequento una chiesa (..) da alcuni aspetti mi trovo molto bene il pastore è veramente un uomo guidato da Dio ma purtoppo non posso dire lo stesso delle tante pecore che ci sono, troppo spesso mi sembra di stare a teatro e tanti altri problemi che non ti dico per non annoiarti.... Ora il punto è questo mia moglie vuole cambiare chiesa perché (..) , non si trova in quella chiesa ma per rispetto a me ha deciso di seguirmi, io invece dal mio punto di vista posso solo dire che il pastore si batte tanto per cambiare le cose ma purtroppo sembra che non cambia niente ed anche se mi piace molto come persona e come guida la chiesa a volte diventa davvero difficile sentirsi in comunione. Vorrei un tuo parere biblico in proposito, prima di parlare con il pastore o di fare qualche scelta azzardata vorrei sapere tu cosa ne pensi. Grazie di cuore Dio ti benedica.

 

RISPOSTA: Caro fratello mi piace molto il comportamento di tua moglie ed il tuo. Entrambi di una fede sana, rispettosi ed entrambi cauti; siete desiderosi di raccogliervi nell’adorazione a Dio ma anche di fare le cose senza impulsività e senza danneggiare nessuno.

Non mi dai molti elementi per comprendere bene la situazione, ma da quel poco che posso capire, il tuo pastore, pur essendo una persona che è nel Signore, non riesce a controllare i fedeli della sua comunità che in qualche modo, facendo “teatro” ed altre cose, impediscono la sana comunione fraterna che Gesù stesso chiede alla Sua Chiesa.

La prima considerazione sorge spontanea: un pastore, per definizione, non può non riuscire a tenere a freno il suo gregge. Di solito tra i doni del pastorato non c’è solo la predicazione o la buona volontà o la mitezza, occorre anche un certo polso e qualche sano intervento deciso. Bisognerebbe vedere dunque se il tuo pastore ha questa capacità. Se tale “teatro” accade nonostante lui non voglia, allora c’è un problema da risolvere a diversi livelli con l’intervento di altri.  

Non so se per esempio nelle tua comunità siano stati eletti gli anziani, il Consiglio di Chiesa, ecc. Beh, se ci sono allora dovrebbero funzionare. Se non ci sono allora è il pastore stesso che deve chiedere aiuto ad altri pastori anziani (i pastori di solito si riuniscono regolarmente tra loro e con altri dirigenti della chiesa a livello distrettuale o nazionale, proprio per affrontare queste cose). Questo è quanto dovrebbe fare il pastore, secondo me.

Ammettiamo che la tua chiesa sia “libera” o non abbia altre chiese per confrontarsi e non ci siano anziani eletti nel Consiglio di Chiesa: in qs caso le persone con maggiore saggezza e fede sentono da sole la responsabilità di una carenza (proprio come è capitato a tua moglie e a te) ed allora devono loro fare il primo passo, vale a dire interrogare il pastore: “Caro fratello pastore, le cose stano così e così, se non te ne sei accorto te lo diciamo noi, se invece te ne sei accorto allora intervieni perché in qs modo ci è impossibile trovare una vera comunione fraterna cristiana”. Poi si vede come risponde e come agisce il pastore.

Una volta che avete fato presente la vostra considerazione per il miglioramento della preghiera e dell’adorazione e della fratellanza, il vs compito “ufficiale” è finito. Spetta al pastore trovare soluzione dare incarichi chiedere interventi ad altre persone come dicevamo prima. I mezzi ce li ha, stanne certo.

Se fatto tutto questo nulla cambia, allora la responsabilità della scelta personale cade su di voi ed io trovo che tua moglie, nel caso di una chiesa troppo fracassona vivace e disordinata,  abbia ragione. Ma vorrei spiegare meglio:

1)     le varie denominazioni, le comunità con i loro tanti nomi possono far parte della Chiesa di Dio ma non sono da sole la Chiesa. Sono Chiesa solo e se fanno parte della famiglia dei credenti salvati per grazia.

2)     Se un credente da quando è “nato di nuovo” ha in sé il fuoco dello Spirito Santo ad immagine di Dio, allora possiamo dire che è sempre in crescita, in continua “espansione spirituale”.

3)     Le varie chiese, le varie comunità, se sono composte di fedeli così allora anch’esse son composte di questo “fuoco” e  crescono anche loro al crescere dei fedeli. Nei culti lo spirito di ogni credente sarà in comunione con lo stesso Spirito di Dio e come cresce l’uno crescerà l’altro. Tutti si ascolteranno l’un l’altro, tutti cercheranno l’edificazione comune non l’esibizione personale.

4)     Purtroppo capita spesso che le chiese non crescano. In questo caso all’interno di una stessa comunità potrebbero trovarsi pochi credenti “nati di nuovo” che sono in comunione con lo Spirito Santo ed molti altri credenti che non lo sono e che seguono manifestazioni dottrinali o devozioni esteriori di altro genere. In questo caso c’è una sofferenza nelle anime che sentono lo Sp di Dio perché vorrebbero crescere comunicare e percepire il Signore ma non possono farlo perché la comunità risulta come un recinto chiuso e piatto.

5)     Allora senza nessun senso di colpa si deve pensare alla ns risposta da dare prima di tutto a Dio e poi alle persone, siano essi pastori o fratelli. Se la comunità è piatta e non c’è quello che la tua anima brama per nutrirsi allora, con onestà, senza problemi, si saluta il pastore e gli amici e si cerca un’altra comunità più corrispondente. Non ci si deve sentire mortificati, io penso che ci sia una evoluzione nell’anima nostra e che certe chiese siano a volte usate da Dio come i vestiti per il bambino che diventa adulto: crescendo, il vestito va stretto e si deve cambiare. Chi era troppo severo con se stesso verrà indirizzato in una denominazione piuttosto libera e viceversa chi era troppo libero verrà dallo Spirito indirizzato in un ambiente più attento alle regole.

6)     I pastori, i fratelli, le chiese stesse, sono servitori di Dio e Dio se ne serve. A volte è un fedele cresce più degli altri e a volte rimane più indietro, ma può capitare che sia una chiesa che cresca poco o torni indietro. Se una chiesa si appiattisce o esagera in qualche manifestazione dello Spirito allora si può creare uno squilibrio e non siamo tenuti certo ad accettarlo!

Vorrei fare degli esempi: ho frequentato chiese dove al primo posto è stato messo il dono delle lingue e l’evangelizzazione anche con musiche danze e mimi. Nulla da dire, ma se tutto questo diventasse la parte predominante dei culti con frastuono e rumore continuo senza più adorazione silenziosa, allora soffocherebbe quei credenti che vanno lì principalmente per sentire la Parola di Dio. Oppure capita frequentemente in altre chiese dove si lascia libertà di espressione che molti fedeli facciano delle lunghe interminabili preghiere… stancano terribilmente ed alla fine i tuoi pensieri se ne vanno chissà dove, forse anche il Signore si stanca secondo me, perché ci dice di “non usare troppe parole”. Oppure ancora può capitare che uno se ne esca con una preghiera in lingue espressa come una mazzata sul capo che ti spaventa e ti travolge. Ancora, può capitare che per una cattiva comprensione della parola “libertà nello Spirito” qualche credente preso dall’emotività del momento, si abbandoni a canti e balli in mezzo alla chiesa… ecco non dico che sia tutto giusto o tutto sbagliato dico che il pastore deve saper intervenire, prevenire e dosare queste cose in modo armonioso e rispettoso di tutti perché “Dio è un Dio di ordine e di pace”.

IN conclusione caro lettore, fai bene a riflettere, ma non soffocare l’esigenza delle anime vostre, tua e di tua moglie che vuole raccogliersi. Se le cose stanno come dici tu, una volta che hai parlato al pastore e che i tentativi di miglioramento fossero risultati vani,  starei con animo sereno e mi metterei alla ricerca di un’altra comunità, come dice tua moglie. Il Signore vi benedica grandemente nella vostra crescita.

 

 

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