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POSTA PIC : RISPOSTE BREVI DI ANGELO GALLIANI - (luglio 2007) - 9-10-15- h.8,15 -
1) “Tu
che pensi di santi tipo san Francesco o padre Pio?...
2) “Perché,
se sono state persone di Dio, non si sono staccate dalla Chiesa Cattolica?”
3) “L’importante
è essere sinceri con se stessi e amare Dio?” 4) “Come
si fa ad entrare in una chiesa e accettare tutte quelle statue con le candele
accese?”
1) “Tu
che pensi di santi tipo san Francesco o padre Pio?...
Dal punto
di vista personale, non ho avuto modo di conoscerli, e quindi non posso dire
niente di utile; però qualcosa posso dire sull’uso che la chiesa
istituzionale ne fa, permettendo od incoraggiando il loro culto. Anche questo,
come dicevo al punto precedente, è un fattore che distoglie le coscienze da ciò
che è essenziale. Se mi rivolgo al santo XY, allora mi distraggo da Gesù
Cristo, che è morto per me!... Pochi riescono a capire che una
cosa in sé buona può diventare cattiva quando mi distoglie da una cosa ottima. Ad esempio, la bicicletta è certo una cosa
buona per spostarsi, ma se io la usassi per fare un viaggio di 300 km, anziché
prendere il treno o l’automobile, non potrei certo dire di aver fatto la
scelta giusta. Poi, non si capisce perché dare importanza ai santi solo dopo
morti!... Certo, la Bibbia attesta come Dio possa servirsi di certe persone per
la Sua opera, ma ciò avviene quando esse sono ben vive e presenti fra la
gente!... Quindi, la pratica religiosa di esaltare i morti anziché i vivi, mi
sembra fuorviante e suscettibile di abili strumentalizzazioni; più o meno come
faceva l’antico Israele coi suoi profeti: da vivi li snobbava o li
perseguitava, e poi, da morti, esaltava la loro parola e costruiva per loro dei
bellissimi mausolei…
2) “Perché,
se sono state persone di Dio, non si sono staccate dalla Chiesa Cattolica?”
Forse
perché, guardando all’essenziale, hanno capito che l’importante non è
l’essere inseriti o no in un certo contesto religioso, bensì il fare la
volontà di Dio, almeno nella misura in cui la si è compresa. E poi, d’altro
canto, certi particolari biografici ci inducono a pensare che il rapporto di
certi santi con le istituzioni religiose del loro tempo non sia sempre stato
sereno e lineare. Anzi, non di rado è accaduto che certi santi siano stati un
“problema” (da vivi), perché la Chiesa Cattolica non è mai riuscita ad
allinearli pienamente alle proprie direttive. Tuttavia, la Chiesa stessa si è
poi affrettata ad impossessarsi delle loro riconosciute opere e virtù non
appena questi personaggi hanno esalato il loro ultimo respiro. Insomma: i santi
sono criticati da vivi (in quanto personaggi “scomodi”, che obbediscono a
Dio anziché alle istituzioni religiose), e sono poi osannati da morti, per
essere infine inglobati nel “sistema” come strumenti di richiamo per tante
coscienze semplici. Mi viene da pensare che, se certi santi potessero di nuovo
parlare (Maria compresa), si opporrebbero fermamente al modo in cui la loro
figura è stata strumentalizzata dal potere religioso.
3) “L’importante
è essere sinceri con se stessi e amare Dio?”
Sì,
certo. Ma amare Dio implica anche amare la Sua parola, e quindi ascoltare i suoi
comandi, i suoi insegnamenti, le sue ammonizioni… E inoltre, amare Dio implica
un servizio amorevole anche a favore del prossimo. Un “amore generico” per
Dio, che non ci faccia sentire la “sete” per la verità, e che non ci faccia
cercare la Sua pace e la Sua giustizia, è un sentimento che non ci porta da
nessuna parte. O meglio: è un sentimento che potrebbe condurci ad uno stato di
serena e fatale incoscienza, in cui ci sembra di camminare quando invece non ci
siamo nemmeno alzati da terra. E’ come un malato che sognasse di star bene…
Bisogna, invece, guardare in faccia la realtà della nostra effettiva condotta,
delle scelte concrete che orientano la nostra vita, dei rapporti che riusciamo
ad instaurare col nostro prossimo… E bisogna conoscere la Scrittura, per
tornare continuamente ad essa e confrontarci con quanto ci insegna. Capisco che
sia una strada “scomoda”, che ci costringe continuamente a metterci in
discussione, ma non credo ce ne sia un’altra migliore.
4) “Come
si fa ad entrare in una chiesa e accettare tutte quelle statue con le candele
accese?”
Il vero problema non sono le forme idolatriche esteriori, ma quelle, ben più insidiose, che si nascondono nel cuore dell’uomo, dentro di noi. Le cose esterne non hanno alcuna influenza su un cuore sano (“Tutto è puro per chi è puro” disse l’apostolo Paolo), ma ce l’hanno su colui che è già “inquinato” dentro di sé. Del resto, Gesù stesso non si formalizzò mai su certe forme di culto (a parte il suo adirarsi contro le speculazioni commerciali che avvenivano nel cortile del Tempio), ma spesso puntò il dito sul modo interiore di seguirle, sulla sincerità dell’uomo davanti a Dio, su un vero atteggiamento di apertura alla Sua misericordia… D’altro canto, non è certo eliminando le statue che si può eliminare l’idolatria. E’ vero, invece, il viceversa: se Dio toglie dal nostro cuore l’idolatria, allora non abbiamo più bisogno di forme esteriori che “puntellino” artificiosamente (e inutilmente) la nostra fede incerta e lacunosa.
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