"NEI SECOLI DEI SECOLI..."

Seguito de "Lo stagno di fuoco" del Prof. Roberto Sargentini - 7-1-11

 

 

 

 

 

 

Caro fratello, nella precedente risposta avrei voluto spiegare anche l'espressione "nei secoli dei secoli", non l'ho fatto per non mettere troppa carne al fuoco. Lo faccio adesso nel modo più semplice e chiaro possibile.


L'espressione ebraica "nei secoli dei secoli", ha due significati a seconda del contesto in cui è posta.


1) per l'eternità

2) per un tempo lunghissimo


Quando è riferita a Dio o ai redenti ha valore di eternità; quando è riferita ad altre situazioni va intesa tenendo conto del contesto in cui è inserita e tenendo conto di che cosa dice la bibbia circa la Geenna e della punizione dei malvagi.


Nel leggere la bibbia non si può prendere una parola e staccarla dal contesto. Vediamo che cosa c'è scritto in Apocalisse 14:11:


”Il fumo del loro tormento sale nei secoli dei secoli. Chiunque adora la bestia e la sua immagine e prende il marchio del suo nome, non ha riposo né giorno né notte".


Se esamina attentamente il versetto in questione si accorge che:


1) non dice che i dannati bruceranno nei secoli dei secoli, ma che il fumo del loro tormento, cioè il fumo che deriva dal loro bruciare, sale dalla Geenna nei secoli dei secoli, cioè per un tempo lunghissimo. Si tenga conto che i malvagi, da Caino all'ultimo peccatore, saranno miliardi di miliardi di milardi e ci vorranno secoli e secoli per bruciarli tutti. Questo spiega l'espressione "nei secoli dei secoli" come tempo estremamente lungo. Questa interpretazione è coerente con tutti i brani della bibbia e con le parole di Gesù che affermano che nella Geenna si muore radice (anima) e ramo (il corpo). Ma quando l'ultimo dannato sarà stato bruciato, il fuoco si spegnerà lentamente e, come ci insegna l'esperienza, dalla carne bruciata si eleva del fumo per molto tempo anche quando è ridotta in cenere.

Non solo. La frase “fumo del loro tormento” può significare che il ricordo del loro tormento e della loro morte sarà di monito a tutti per l’eternità, esattamente come è un monito la distruzione di Sodoma e Gomorra che “bruciano di un fuoco eterno”..

 

2) Con l’espressione “non ha riposo né giorno né notte" l’Apocalisse non dice che i malvagi bruceranno per l’eternità, ma che fintanto che le fiamme non li avranno fatti morire il loro tormento non conoscerà tregua.

 

 

C’è un altro versetto che vorrei commentare. È quello che si trova in Isaia 66: 22,24:

 

“Infatti come i nuovi cieli e la nuova terra che io sto per creare rimarranno stabili davanti a me, dice il Signore, così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome. Avverrà che, di novilunio in novilunio e di sabato in sabato, ogni carne verrà a prostrarsi davanti a me, dice il Signore. Quando gli adoratori usciranno, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati a me; poiché il loro verme non morirà, e il loro fuoco non si estinguerà”.

 

Qui ci troviamo alla fine del conflitto tra il Bene e il Male, all’inizio del millennio messianico, e si parla della punizione dei dannati. Il testo è chiaro. Parla di cadaveri.

Come dice Gesù, i malvagi saranno annientati, uccisi. Come lei noterà, Isaia non dice che i malvagi bruceranno nei secoli e che non moriranno mai, ma che il loro verme non morirà. Ora sfido chiunque a dimostrarmi, bibbia alla mano, che il verme è l’anima. Il fuoco che non si estingue è da capire nello stesso modo del fuoco eterno: un fuoco che non si estingue finché non ha compiuto la sua opera. Anche la Geenna posta fuori di Gerusalemme veniva detta “del fuoco inestinguibile”, eppure non brucia più, anzi non c’è più da secoli e secoli.

Quel che voglio dire, caro fratello, è che se Gesù dice una cosa (nella Geenna vengono annientate sia l’anima che il corpo) non è possibile che altre parti della bibbia dicano l’esatto contrario contraddicendo le parole del Signore. Lo Spirito Santo non contraddice se stesso.

 

Vorrei ricordare che l’apostolo Paolo in 2 Tessalonicesi afferma che i malvagi saranno puniti di eterna distruzione”.

 

Sperando di esserle stato utile la saluto nel Signore Gesù Cristo.

 

Roberto Sargentini

 

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