LO STAGNO DI FUOCO E LE TRADUZIONI BIBLICHE LETTERALI

domande al prof. Roberto Sargentini

4-1-11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Smoke Mountain la più grande discarica abitata vedi allegato per alcune note

 

 

 

 

 

DOMANDE:

1) prof Sargentini una domanda come si kiama la vita che sia quelli che sono in paradiso sia nell ades vivono? e se nel giudizio finale tutti i peccatori scomparissero che punizione eterna sarebbe questa?

 

2) prof Sargentini lei afferma che alla fine tutti i peccatori scompariranno nello stagno di fuoco,ma è stato ispirato dallo spirito santo x dare quest affermazione?oppure è una sua opinione?molti hanno avuto la visione dello stagnodi fuoco che evidenzia un tormento eterno e non la scomparsa
 

 

 RISPOSTE:

  

Caro fratello,

rispondo volentieri alle sue domande. La prima cosa da precisare è che la bibbia in nostro possesso porta degli errori di traduzione – che le nuove versioni cercano di correggere - in quanto molti traduttori, non conoscendo la cultura ebraica propria degli autori del Nuovo testamento, hanno tradotto letteralmente le tipiche espressioni ebraiche usate dagli evangelisti.

Mi permetta di fare un esempio per spiegarmi meglio:

 

Per dire che piove a dirotto, nella lingua inglese si usa la seguente espressione:  “its rain cats and dogs”.  Un buon traduttore dovrebbe tradurre “piove a dirotto”. Ma mettiamo caso che renda l’espressione in modo letterale; allora la frase in italiano suonerebbe “piovono cani e gatti”.

Se lei ha fiducia cieca nel traduttore affermerebbe a spada tratta che in Inghilterra piovono cani e gatti, ma le cose non starebbero affatto così. E questo a causa di una traduzione che non ha reso il vero significato dell’espressione inglese.

 

Fatti del genere ce ne sono diversi nei Vangeli. Un esempio lo troviamo nel vangelo di Matteo:

 

“La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre!” Matteo 6:22,23

 

Leggendo un versetto del genere lei a che cosa pensa? Ho rivolto questa domanda a molti cristiani e tutti mi hanno detto che Gesù stava parlando di un occhio concupiscente (guardare le donne e avere cattivi pensieri, o guardare il prossimo con odio ecc.). In realtà le parole di Gesù con l’occhio o con lo sguardo cattivo non hanno nulla a che fare. Avere “l’occhio malato” è un’espressione ebraica che significa essere attaccati al denaro o essere avari, mentre avere l’occhio sano significa essere generosi.

Questo equivoco è dovuto ad una traduzione letterale che non ha reso in Italiano il vero significato delle espressioni tipiche ebraiche.

 

Lo stesso discorso vale per le “fiamme eterne”. Fiamme eterne è un’espressione ebraica che ha vari significati:

 

1.    Fiamme accese da Dio che è eterno. Quindi fiamme eterne significa fiamme accese da un atto divino

2.    Fiamme che ardono per un tempo molto lungo e che cessano quando il materiale da bruciare è finito

3.    Fiamme che producono una distruzione radicale, totale, per sempre

 

A comprova di quanto sto dicendo basta leggere l’epistola di Giuda:

 

“Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno”.  Giuda 7

 

Spero che in base a questo versetto lei non voglia sostenere che Sodoma e Gomorra stanno bruciando ancora. Lei sa benissimo che non è così. Ma la bibbia afferma che “portano la pena di un fuoco eterno”. La verità è che san Giuda non parla di fiamme eterne la di un fuoco i cui effetti sono totali, radicali. La traduzione giusta di questa espressione tipicamente ebraica è la seguente:

 

“Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco che le ha totalmente distrutte”.  Giuda 7

 

Mi permetta di portare un altro esempio. Gesù parla spesso della Geenna del fuoco eterno o del fuoco inestinguibile; ma per capire di che cosa il Signore sta parlando bisogna prima sapere che cosa era la Geenna del tempo di Gesù.

La Geenna era una fossa che si trovava fuori delle mura di Gerusalemme, nella valle di Himnom, dove gli abitanti della città gettavano i rifiuti (immondizia, carcasse di animali, mobili rotti ecc.). Vi venivano gettati anche i cadaveri dei criminali condannati a morte. Insomma era un inceneritore a cielo aperto che distruggeva tutto ciò che vi veniva gettato impedendo così il diffondersi di eventuali epidemie.

La Geenna veniva chiamata dagli ebrei “Stagno di fuoco” o “Geenna del fuoco eterno”. Perché “del fuoco eterno”. Per il semplice fatto che essendo rifornita giorno e notte di rifiuti il fuoco non si spegneva mai. Ma quando si è smesso di gettarvi i rifiuti si è spenta e quel fuoco non arde più da secoli.

È fondamentale riflettere che Gesù e l’Apocalisse prendono come esempio per la Geenna del tempo della fine proprio quella che stava fuori di Gerusalemme ai tempi di Gesù. Questo perché le due Geenne svolgono la stesa funzione: una bruciava la spazzatura e i cadaveri dei criminali, l’altra brucerà i malvagi che, avendo rifiutato la grazia di Dio, sono considerati dal Signore criminali e spazzatura. Come la Geenna del tempo di Gesù bruciava fintanto che vi veniva alimentata, nello stesso modo la Geenna del giudizio brucerà fino a quando sarà alimentata dai corpi dei malvagi. Ma quando non ce ne saranno più, si spegnerà come si è spenta la Geenna che bruciava al tempo di Gesù.

 

Che il fuoco della Geenna ucciderà i malvagi corpo e anima, radice e ramo,  non lo dico io, come lei sembra pensare, ma la bibbia:

 

“Poiché, ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; allora tutti i superbi e tutti i malfattori saranno come stoppia. Il giorno che viene li incendierà, dice il Signore degli eserciti, e non lascerà loro né radice né ramo”. Malachia 4:1

 

L’espressione “né radice né ramo” è un modo di dire tipico della lingua ebraica che significa che della cosa o della persona non resta nulla. Perciò il giorno che incendierà i malvagi sarà un fuoco che li distruggerà totalmente, anima e corpo, non lasciando di loro assolutamente nulla.

 

Gesù, in Matteo 10:28 si esprime esattamente come Malachia:

 

“E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può far perire l'anima e il corpo nella geenna”. Matteo 10:28

 

Gesù afferma che nella geenna si muore; e che muore sia l’anima che il corpo. A dire il vero il testo originale greco di Matteo non dice “far perire l’anima e il corpo nella Geenna”, ma usa il verbo “apollumi” che significa  “distruggere”, “annientare” l’anima e il corpo.

 

Quindi – lo dice Gesù non io – nello stagno di fuoco il corpo e l’anima non bruciano per l’eternità, ma vengono ambedue annientati, disintegrati, senza speranza di risuscitare.

 

Poi la morte e il soggiorno dei morti furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”. Apocalisse 20:14,15

 

Come lei stesso ha potuto leggere, la bibbia parla della Geenna o Stagno di fuoco, come di un luogo in cui si muore per sempre, senza speranza di resurrezione, in quanto lo stagno di fuoco è la morte seconda, cioè una morte che – a differenza della prima morte -  annienta anche l’anima.

 

Questo non lo dico io, ma Gesù.

 

Come vede, caro fratello, lo Spirito Santo ha parlato chiaramente attraverso le pagine della bibbia già da secoli. Per quanto mi riguarda cerco di seguire quello che dice la Sacra Scrittura rifiutando qualunque cosa contraddica le parole di Gesù.

 

                                                                 

                                                                     Roberto Sargentini

(continua pag successiva)

 

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