NOSTALGIA – Pensieri di un cristiano anziano - di Renzo Ronca - 2-2-21

 

 

 

Ad una certa età tornano i ricordi. Tornano vivi intensi e sofferti. Li accompagnano strascichi di domande senza risposta. Il tutto avviene su uno sfondo di un cielo dal colore rosso scuro: quel cielo denso che c’è prima che si faccia notte. E allora ti avvolge la nostalgia. Una nostalgia immensa di un qualcosa che hai perduto… eppure sai che non è nemmeno nel passato quello che cerchi. Anzi passato e futuro si uniscono in una specie di fluido dolce e tanto doloroso, che riesce persino a modificare la realtà.

E’ la nostalgia di una sconosciuta patria mai trovata, di un tempo fuori dal tempo, di un arrivo a una terra promessa che non hai mai visto.

Rivivi le scene del passato che avevi messo in un cassetto e che non volevi più aprire... perché le vuoi vivere di nuovo? Per soffrire ancora?

Forse portandole alla coscienza, se non le respingi ancora, nel dolore presente dei tuoi errori passati, riesci a pentirti.

Per questo forse vivono ancora quei ricordi, perché hai rimosso quello che ti ha fatto male, su cui hai giudicato terribilmente la vita tua, il tuo comportamento, quello degli altri. Rivivendoli con coraggio, puoi chiedere perdono di nuovo. Dio ti avrà già perdonato, ma qualcosa di te non aveva ancora perdonato te stesso.

La Grazia allora agisce in modo strano: fa affiorare quel ricordo sepolto perché attraverso la sofferenza di un amore perduto o di una ferita che ancora sanguina o di una persona cara che non c’è più, tu possa liquefarti nell’accettazione di ciò che sei stato e di ciò che è stato; quasi dimenticando ciò che sei e dove sei ora. 

Processi interiori difficilissimi, alcuni persi nel nero del non-senso non ne escono più e non hanno altro desiderio che dormire per sempre. Altri provano, con le poche forze rimaste, a dire a se stessi “Anima mia quanto dolore hai provato! Ma dobbiamo perdonarci, perché siamo stati perdonati. C'è ancora un domani.”

E allora la nostalgia, che avvolge tutti i tuoi pensieri di oggi, si appoggia su quello struggente dolce-amaro che ha nei ricordi; ma lo fa solo perché indicano qualcosa di più di quello che sembra. Spazio ricordo tempo amore si confondono. Siamo vicini alla casa che abbiamo sempre cercato. Più ci avviciniamo e più ne percepisci la consistenza e più fa male, perché si identifica con quello di più caro che non c’è più; eppure è qui vicino, dietro la collina.

La nostra è la nostalgia di Dio che ci creò. La nostalgia di Dio, del Suo sguardo, dell’ambiente in cui ci creò e a cui stiamo tornando. Tutto della nostra anima lo sente e lo riconosce. E' vicino.

Fatti coraggio ritroveremo la nostra terra perduta. Ancora un poco.

 

 

 

 

 

 

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