TROPPE INFORMAZIONI DANNEGGIANO IL CERVELLO – CORRERE AI RIPARI - “L’uomo non è più in grado di ricevere il 94% delle informazioni quotidiane trasmessegli” – I neurologi temono “l’incoscienza dell’uomo” - di Renzo Ronca - 21-7-11 -  (8-1-19)

 

 

 

 

 

 

Questo scritto è di alcuni anni fa, ma A MAGGIOR RAGIONE dobbiamo considerare bene quanto è stato detto, perché OGGI SICURAMENTE LA SITUAZIONE E' PEGGIORATA!

 

Ogni giorno veniamo bombardati in media da 100.500 parole da Internet, ai giornali, al cinema, alla televisione, alla radio, al telefono, ai videogiochi; e riceviamo 34 gigabyte di informazioni;[1] vale a dire quelle che si possono contenere grossomodo in 340.000 pagine.

Il nostro cervello attualmente non ce la fa ad analizzare tutti questi input. Accanto ad ipotesi fantasiose (la scienza non dovrebbe fare ipotesi ma basarsi su tangibili prove)  la realtà sta nel fatto che il 94% di ciò che ci arriva non può essere recepito. Così almeno è emerso dallo studio. Sapete che vuol dire il 94%? E’ quasi la totalità!!! Significa che su cento cose ne tratteniamo solo sei!!

Il cervello diventa più infantile. I milioni di dati gli passano sulla superficie e non ce la fa a fermarli, a portarli “dentro” per decifrarli perché ne arrivano altri a velocità folle.

Avviene un fenomeno particolare, come nella terra lasciata incolta troppo a lungo: “La terra quando è lasciata a se stessa per molti anni diventa dura, si forma una specie di zoccolo in superficie che impedisce all’acqua piovana di penetrare in profondità. Le eventuali piante non crescono bene perché le loro radici non possono ossigenarsi e non ricevono l’acqua necessaria per vivere; per cui si vedono queste estensioni di terra selvatica, incolta, con poche erbacce, senza coltivazioni, senza alberi da frutto…”[2]     

In pratica invece di ampliare l’uso della riflessione e della elaborazione mentale (stimolando il cervello, la memoria, l’intelligenza, la propria personalità, lo studio, ecc) rinunciamo alle nostre facoltà mentali, diventando sempre più sciocchi ed incoscienti.

Il cervello è vero che si “adatta”, alla nuova situazione, ma invece di usare il termine “adattamento” che sembra una buona cosa, sarebbe più appropriato dire: la nostra mente, di fronte a questi bombardamenti mediatici, “si difende”, “cerca scampo”. Questo "è costretto a cercare scampo" mi pare più realistico. In che modo cerca scampo? Pare che stia cambiando il nostro modo di leggere e di esprimerci nel tentativo di una sintesi impossibile; in pratica i nostri occhi scorrono su un testo (per esempio una pagina scritta di internet) ma dovendo correre velocemente, volano sulle parole trattenendo solo parte di esse, quelle che il nostro cervello evidenzia o memorizza come “parole chiave”. Immaginate uno scanner rapidissimo che scivola su una pagina fitta-fitta di parole… Nel giro di frazioni di secondo, dopo aver sorvolato la pagina con lo sguardo, la mente presenta alla nostra coscienza quanto ha capito. Insomma fa, o cerca di fare, una sintesi automatica di quanto ha visto. Mancando una elaborazione naturale che richiederebbe tempo per la riflessione, ciò che viene presentato alla coscienza è un prodotto misero, confuso, superficiale, di quanto ha potuto sorvolare.

Tutto questo lo sanno bene gli “spindoctors”[3] gli operatori mediatici dell’inganno, che dopo aver creato tutta questa velocità di input, impossibili da decifrare bene, ti mettono qua e là delle parole evidenziate in qualche modo, con colori vivaci, grassetto, suoni, immagini attraenti o impressionanti…  In pratica il dottore dell’inganno, ti mette lui le sue parole chiave! Quelle parole che tu, leggendo, in fretta, inconsapevolmente, non sarai mai in grado di contrastare. Quelle parole ti si appiccicheranno nella mente e la loro ripetitività le farà arrivare alla tua coscienza sotto forma di “verità”. Comprendi?

“Rete di inconsci”

Gli uomini nella rete di internet allora, se non corrono ai ripari arrestando in qualche modo questa recezione passiva di milioni di informazioni, formano una “rete di inconsci”, di persone cioè senza più coscienza. Senti qui: “[…] La chiave di volta di quest’analisi sta nella frase del Premio Nobel Eric Kandel: “Il COGITO ERGO SUM di cartesiana memoria deve essere aggiornato in IO SONO QUELLO CHE SONO PERCHE’ MI RICORDO DI COSA HO PENSATO”; ovvero senza memorie non si ha consapevolezza di se stessi. Da qui senza la partecipazione delle sinapsi, in cui sono registrate e codificate le memorie, non ci può essere consapevolezza e coscienza[…]” [4] 

La memoria ci permette di esistere perché la nostra vita ha bisogno di elaborare l’esperienza. Se io espongo la mia mente ad una cascata di informazioni senza posa, la rendo immobile, atrofizzata, perché non avrà più il tempo di attingere al tesoro dell’esperienza o ai principi in cui crede.

Il pensiero positivo infatti penso sia il risultato dell’armonica fusione tra esperienza, principi di fede ed informazione nuova. Infatti se io ricevo una informazione, questa può essere considerata realistica in base a quanto io ho potuto constatare nella vita, cioè la mia esperienza. Questo primo risultato poi deve poter essere presentato ai miei principi di fede, alla mia mentalità, alle cose che io sono. SOLO DOPO posso acquisire l’informazione e farla mia come “vera”, “buona”.

In conclusione si tratta di rallentare, arrestare la passività di questo sistema che ci vuole come “zombie” e rimettere in funzione la nostra mente. Solo così potremo esistere di nuovo.

 

Consiglio flash: prendetevi pochi minuti al giorno da passare in un ambiente silenzioso e naturale (parco, bosco, campagna..) spegnete cellulare, mettete in tasca l’orologio, camminate lentamente sentendo i passi uno dopo l’altro. Ascoltate il vento, le foglie, gli odori…  Quando trovate un punto particolarmente piacevole, un angolo riservato e grazioso, aprite la Bibbia. Leggete una frasetta del Vangelo o dei Salmi o di quello che preferite, che vi piace particolarmente. Chiudetela e lasciate che quella frase si depositi tranquillamente fin nelle profondità del vostro cuore, al centro del vostro essere. Concedetevi un gelato, o un dolcetto, oppure meglio ancora un buon frutto che vi siete portati appresso, oppure uno yogurt o una bevanda fresca… e poi pian piano tornate pure nel mondo. Questa cosa semplice cioè leggere una frasetta di Dio in un ambiente piacevole, da realizzare appena in un quarto d’ora, curerà la vostra mente e riporterà alla memoria la coscienza della vostra identità.

 

 


 

[1] E' quanto afferma una ricerca dell' Universita' della California riportata sul quotidiano britannico Daily Mail. Fonte http://medicinaintegrale.blogspot.com/2009/12/brain-over-troppi-input-rischiano-di.html

[3] Per approfondimenti vedi il ns DOSSIER PDF: MECCANISMI DI CONDIZIONAMENTO DEI MEDIA:LE ORIGINI 

[4] Da “La rete degli inconsci” in http://freudjung.wordpress.com/

 

 

 

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