IL SECONDO LIVELLO DI VERITA'

- Dalla raccolta “Che cos’è verità?”- n.6

di Renzo Ronca - 28-1-11

 

(segue)

 

Il secondo livello è composto dai leader, le persone importanti che dirigono, che comandano, che sono in posti di potere. Abbiamo ministri, capi dei ministri, capi di Stato, capi di religioni, ecc. Sono quelli che danno la loro immagine al potere. Possono avere una veste democratica, conservatrice, rivoluzionaria, liberale, dittatoriale, e persino religiosa, ma in realtà sono solo la personificazione apparente delle svariate forme di potere. Salvo rarissime eccezioni di indipendenza vera, sono le facce che l’élite globale usa per mostrarsi al mondo, ma non sono ancora la supremazia mondiale. Questi capi credono veramente di essere i vertici di tutto, quelli che dirigono le sorti mondiali, invece sono stati a loro volta scelti, preparati e controllati da un altro livello di potere superiore, ristretto e pochissimo conosciuto.

A queste “maschere di potere” viene dato un certo spazio, piuttosto ampio in verità, in cui possono gestirsi i fatti propri o godere delle loro corruzioni e perversioni (denaro, sesso, ebbrezza del potere, esaltazione del proprio “io”, senso di onnipotenza, ecc) ma se superano un certo limite di tolleranza vengono lasciati al loro destino e sostituiti con altre maschere. Il limite di tolleranza è dato anche dalla risonanza dei loro eccessi che potrebbero infastidire il potere occulto. Gli eccessi non sono da intendere solo in negativo, ma anche in positivo: la “troppa onestà” per il potere occulto è forse più deleteria della troppa corruzione. Non devono “bruciarsi” l’immagine costruita per loro insomma. E’ come se avessero ricevuto inconsapevolmente questa direttiva: “rimani in questa linea che ti viene assegnata, per il resto fai gli abusi che ti pare, ma senza troppo clamore”.

Piccoli esempi: Alcuni capi politici o alti prelati, negli ultimi anni hanno esagerato con gli scandali e si sono messi contro l’opinione pubblica. Questo significa che l’hanno fatta grossa, oppure che troppi hanno “debordato”; persino la maggioranza di quelli del primo livello hanno cominciato ad insospettirsi! Troppo clamore! Pedofilia, furti, ruberie, droghe, evidenti contraffazioni maldestre e dozzinali in campo legislativo…  “Insomma dai! Te ne sei fatto accorgere troppo! Ti sei tirato dietro centinaia di altri come te! A questo punto rischi di far inceppare tutto l’ingranaggio mistificatorio globale! Se non ti posso più promuovere per allontanarti dagli scandali, ti devo sostituire. Beh, addio!  Avanti un altro!” Ecco che il personaggio divenuto scomodo ed imbarazzante perde la protezione del vero potere e viene mollato miseramente. In poco tempo le campagne di stampa sapranno come costruire un altro personaggio ed un’altra “claque”[1] di cortigiani.

(continua)

 


 


[1]

“Claque” indica un gruppo di persone pagate per applaudire qualcuno (o per fischiarne un altro). Viene fatto ampio uso di questi falsi consensi nei comizi e nelle trasmissioni televisive, non solo in quelle “leggere”, ma anche in quelle dove l’orientamento politico dei media conta molto. E’ di questi giorni ad esempio la polemica del direttore della RAI per obbligare “Annozero” (la trasmissione di opposizione che ha attualmente il maggior indice d’ascolto) ad ospitare la claque del politico di turno invitato. (26-1-11 www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/26/avolte-le-coincidenze-sono-poco-anzi-per/88358/)

 

 

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