GIUDIZIO UNIVERSALE (o del trono bianco) -AP 20:11-14  -  PARTE 79 - di RR 16-4-20

 

 

 

(segue)

 

TESTO

Apocalisse 20:11 Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere. 13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 14 Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.

 

SPIEGAZIONE

Ap 20:11 Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro.

 

Abbiamo visto molti troni in Apocalisse situati in diversi posti del cielo. Qui siamo di fronte a qualcosa di diverso: siccome “la terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro”, allora il trono ed il Signore non sono situati nel cielo o sulla terra. Questo è significativo. Infatti Dio-Padre, Dio-figlio, Dio-Spirito, non sono l’universo, ma hanno creato l’universo i mondi la terra e le creature. Ne consegue che il Signore esiste non solo prima e al di fuori della terra, ma anche prima e al di fuori dell’universo. Come si possa figurare e spiegare questo non è alla nostra portata, per ora. Ciò che conta è che questo Essere, così complesso potente e misterioso che chiamiamo Dio, è l’unico che effettivamente “esista”. Egli instaurerà questa nuova fase, che sarà veramente un nuovo universo con una vita diversa di cui faremo parte, che però non conosciamo. Che “non ci fu più posto per loro” (per il cielo e la terra) significa che il cielo e la terra, per come li vediamo oggi, non torneranno più. In quella forma almeno.

 

Ap 20: 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono.

In questo apparente “nulla” che circonda il Signore sul trono, ma che non è affatto un niente, Giovanni vede quelli che erano morti da Adamo in poi fino alla fine del millennio. Questi sono risorti (seconda resurrezione) perché stanno in piedi davanti al trono. L’atteggiamento di questi risorti, in questo ambiente pieno di silenzio che non ha confini né ha tempo, sarà certamente di rispetto e timore. Saranno grandi e piccoli, senza differenze. Finalmente davanti al giudizio universale, dove le storie di tutti si concludono, non c’è più differenza tra piccolo grande (Negri). Davanti a Dio non c’è differenza, se non il loro vissuto personale in rapporto a Dio stesso.

 

Ap 20: 12 …I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.

Cosa siano questi libri non lo sappiamo, però sappiamo che Dio ha una memoria della vita di ciascuno di noi (Malachia 3:16 Allora quelli che temevano l'Eterno si sono parlati l'uno all'altro. L'Eterno è stato attento ed ha ascoltato, e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l'Eterno e onorano il suo nome). Dio avrà certo memorizzato situazioni pensieri ed atti di ciascun individuo; le opere di ciascuno in bene ed in male. In questo caso i risorto per questo giudizio finale non hanno un corpo glorificato, ma solo un corpo; probabilmente simile a quello che avevano in vita, ma non eterno. Sarà un richiamo in vita nella della loro coscienza fisica morale e spirituale. I particolari tecnici non hanno importanza. Al Creatore dell’universo non mancherà la capacità la scienza e la sapienza per farlo.

Ora tutti questi morti risorti sono stati resuscitati esclusivamente per il giudizio, per essere giudicati (e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere). Ripetiamo che se oggi la salvezza è un atto di fede (che poi è inseparabile dalle conseguenti opere), il giudizio sarà espresso in base alle opere. Ciò che conterà in quel momento saranno solo i fatti. Non c’è un’altra possibilità; ce ne sono state troppe; ora siamo alla fine. Tutti questi risorti saranno giudicati colpevoli, ciò che varierà sarà solo la severità della pena. Una cosa è un pena di cento anni ed una cosa è una condanna a un milione di anni. Riguardo alla frase “fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita”, ci si può chiedere il perché del libro della vita, visto che i resuscitati in questione non riceveranno la vita eterna. Il Negri suggerisce l’idea di una scrupolosa sentenza, una dimostrazione della giustizia di Dio davanti agli imputati affinché nessuno di loro possa avere dei dubbi: già basterebbe la memoria delle loro opere quando vissero sulla terra peccando; ma a questi “libri”, viene aggiunta “un riprova” ovvero la presentazione di una specie di “libro della vita” (dove sono scritti i nomi dei salvati)  e si potrà vedere chiaramente che i nomi di questi imputati, non ci sono.

 

 Ap 20: 13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Non è una ripetizione ma la definitiva conclusione solenne delle vite degli ingiusti di tutte le età, da ogni luogo in cui erano stati messi in attesa. Saranno giudicati secondo le loro opere. Finisce qui la storia degli ingiusti dell’umanità, non ci saranno appelli.  La ripetizione “secondo le loro opere” credo sia importante  soprattutto per noi uomini di questo tempo, che non diamo più importanza alle azioni ed abbiamo sempre una scusante un modo per aggiustarci la giustizia. Che una nostra opera sia giusta o ingiusta non dipende dal ragionamento umano o sociale, ma dalla legge di Dio, dai Suoi comandamenti, che non sono mai stati abrogati.

 

Ap 20: 14 Poi la morte e l'Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.

La morte e il soggiorno dei morti (personificati) vengono distrutti. Lo “stagno di fuoco”, in  qualunque modo esso sia fatto, rappresenta la “seconda morte” ovvero la fine di tutto ciò che in esso viene “gettato”, compresa la morte stessa. Sembrerebbe voler indicare addirittura qualcosa di più di un annientamento perenne.

Già l’Anticristo, il Falso profeta e Satana erano stati gettati in qs “stagno di fuoco”; qui conferma che anche quelli giudicati, che non erano scritti nel libro della vita, vi vengono gettati per la punizione eterna meritata.

 (continua)

 

 

 

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