APPARENTI DIFFICOLTA' INTERPRETATIVE: CHI E’ “IL CAPO DELL’ESERCITO DEL SIGNORE”? - PARTE 72  - di RR 7-4-20

 

 

(segue)

 

DOMANDA: un lettore facendo degli esempi scritturali cerca di capire chi è il capo degli angeli di Dio: Michele o Gesù ad es in Giosuè 5:13-15. Inoltre si chiede se  “capo degli angeli” e “capo dell’esercito del Signore” sia la stessa cosa.

 

RISPOSTA: Vorrei rispondere con dei ragionamenti ampi sul modo di interpretare la Scrittura, perché penso siano più utili alla nostra crescita piuttosto che cercare di dare una risposta secca, che porterebbe solo polemiche tra fazioni dottrinali diverse.  Mi dispiace deludere il nostro lettore, ma in certi casi non credo possano esistere delle risposte “geometriche”, “matematicamente esatte”, immutabili, applicabili in ogni circostanza ed in ogni passo della Bibbia. Bisogna sempre leggere il contesto dove certe espressioni si ripetono, perché le stesse espressioni potrebbero anche avere dei significati diversi. Quindi è necessario di volta in volta fare il giusto studio per arrivare alla giusta interpretazione.  Dobbiamo inoltre considerare che, anche facendo così come ho detto, non è neanche certo che arriveremo con sicurezza alla giusta definizione. Vorrei insomma centrare il discorso su una equilibrata mentalità interpretativa piuttosto che una singola risposta.

 

Purtroppo vi sono delle chiese e dei movimenti religiosi giudaico-cristiani che si accaniscono solo sulle parole, le prendono come fossero pezzi di cemento armato inalterabili, e poi cercano con esse di formulare delle dottrine o delle definizioni sulle cose di Dio. Se l’interpretazione letterale fosse così giusta e semplice, basterebbe affidare ad un computer la risposta ad ogni quesito. Ed in effetti, certe chiese sembra proprio che facciano così: ad esempio alla domanda “chi è Dio?”, affiancano o sovrappongono la domanda  “Qual è il nome di Dio?”, poi si armano di una “chiave biblica” (un libro molto utile in cui sono scritte per ordine alfabetico tutte le parole della Bibbia, facilmente reperibile anche on line) e stampano una tabella con tutti gli appellativi che la Bibbia ha usato per definire Dio. La tabella diventa una specie di legge matematica facile da interpretare, e quindi l’anziano di chiesa scegliendo il nome suggerito dalla tabella può rispondere: -Volevi sapere chi è Dio e come si chiama? Leggi la tabella e vedrai che il suo nome è questo: …..   Problema risolto. Hai altre domande?-

Forse ho ironizzato in modo provocatorio, ma rende bene l’idea di un certo tipo di interpretazione letterale applicata senza lo Spirito Santo.

Su cosa sia lo Spirito Santo (che ha ispirato la Bibbia) ci vorrebbero non so quanti libri, per concludere che poi anche Lui è abbastanza indefinibile. Ma che non sia facile a definire non significa che non esista o che non serva. Probabilmente tutto questo ci dovrebbe far riflettere sulla limitatezza umana ( e delle chiese) che non sanno proprio tutto di Dio. L'uomo (e le chiese), non essendo Dio, non è necessario che diano sempre e comunque delle risposte. Dove non sanno tacciano oppure dicano: "è una ipotesi". Ad esempio noi (e le chiese) in fondo sappiamo poco di Dio e della cosiddetta “Trinità”, su cui magari vengono fatti dogmi di fede “chiusi” insistendo a catalogare e definire…. Prendiamo atto che c'è un alone di mistero attorno a Dio e basta. Saprà Lui come fare e cosa dire o non dire di Sé. Ma è inutile, l’uomo non si accontenta mai di ciò che la Scrittura dice; dovrebbe fare della Scrittura una malta per edificare, invece prende le parole e ne fa continui codici e continue "pietre" con cui lapidare chi è fuori dal dogma.

Ad ogni modo, ammettendo che io sia riuscito, almeno un poco, a rallentare la modalità interpretativa esageratamente letterale, dovrei poi spendere chissà quante pagine per rallentare la modalità interpretativa solo simbolica!  Ma ci rinuncio subito e dico che chi vuole interpretare saggiamente dovrebbe chiedere prima di tutto il giusto discernimento a Dio. Magari l’avessi anch’io, mi sarebbe tutto chiaro e non dovrei restare tanto tempo di fronte a certe frasi della Bibbia pregando, provando e riprovando se quanto mi pare di capire sia o meno in linea con tutta la Scrittura.

 

Comunque, dopo questa lunga introduzione (che considero comunque necessaria) proviamo ad avvicinarci al tema in questione posto dal nostro lettore.

 

1) Già quando nella Scrittura si usa la parola “Signore” non è sempre chiaro se ci si riferisca a Dio Padre o a Dio Figlio. Evitando le infinite teologie trinitarie, ripeto che occorre studiare bene la frase nel suo contesto e poi formarsi in coscienza una idea il più possibile corrispondente a quanto è scritto su tutta la Bibbia, non solo su un pezzetto.

 

2) Quando si parla di “Angelo del Signore” la difficoltà aumenta. Apriamo qualche dizionario biblico tra i più seri, ma nelle lunghe definizioni dettagliate della parola “Angelo” riferito a Dio,  ci accorgiamo che non ne usciamo facilmente (almeno io). Ecco comunque degli esempi:

 

a) «L’angelo di Yahweh. Nell’AT [… lungo elenco di riferimenti scritturali -ndr] …appare a Mosè presso il roveto ardente (Es 3,2) , conduce Israele attraverso il Mar Rosso e il deserto… E’ il capo dell’esercito di Yaweh… [ecc ecc.]  Da qs passi si deduce con chiarezza che il messaggero di Yaweh (cfr Dio) appartiene alle parti più antiche della tradizione giudaica […]»[1]

Lo studio di questo autorevole testo sarebbe lunghissimo e non vado oltre, ma in pratica sembra di capire che almeno nell’AT “Angelo di Dio” e “Dio” possano essere usati spesso come sinonimi.

 

b)  «Ogni angelo inviato da Dio per eseguire i suoi ordini potrebbe essere chiamato l’Angelo del Signore [diversi riferimenti scritturali –ndr]. Ma l’essere misterioso chiamato l’Angelo dell’Eterno è di tutt’altro ordine. E’ allo stesso tempo distinto ed uno con l’Eterno essendo simile a Lui. Parla come se fosse Dio stesso e la sua persona simile e confusa con quella del Signore [diversi riferimenti scritturali –ndr]  …da tutto ciò risulta che l’apparizione dell’Angelo dell’Eterno è una vera e propria teofania ossia apparizione di Dio. […] Il Figlio unico è quello che lo manifesta, non soltanto nella sua incarnazione nel NT ma già nell’AT mediante le apparizioni dell’Angelo dell’Eterno. […]»[2]

Qui ci pare di capire, secondo l’autore di questo testo, che Gesù sia il più probabile personaggio che possa manifestare il termine di Angelo del Signore.

 

c) «Nell’AT l’Angelo del Signore [è] un esecutore o anche una manifestazione di Yahweh […]  L’angelo del Signore, a volte definito ”Angelo di Dio”  o il “mio (o suo) angelo”, è rappresentato nella Scrittura come un essere celeste inviato da Dio per rapportarsi agli uomini come suo agente e portavoce personale. IN molti passi è praticamente identificato con Dio, e parla non solo in nome di Dio ma come Dio usando la prima persona al singolare  [diversi riferimenti scritturali –ndr]. Nel NT non c’è alcuna possibilità che l’Angelo del Signore sia confuso con Dio. Appare come Gabriele in Luca 19, anche se alcuni suggeriscono una identificazione con lo Spirito Santo. Sulla base di Atti 8:26, 29  […]»[3]

 

Se volessimo trarre una conclusione onesta e ragionevole da questi testi, che vengono usati anche nelle università di teologia,  dovremmo forse dire che siamo di fronte a delle possibilità (tutte teologicamente corrette e possibili) ma a nessuna certezza. Il che mi pare significativo.

  

Ed arriviamo ora al passo di Giosuè che ci ha indicato il nostro amico lettore:

Giosuè 5:13 Mentre Giosuè era presso Gerico, egli alzò gli occhi, guardò, ed ecco un uomo in piedi che gli stava davanti, tenendo in mano la spada sguainata. Giosuè andò verso di lui, e gli disse: «Sei tu dei nostri, o dei nostri nemici?» 14 E quello rispose: «No, io sono il capo dell'esercito del SIGNORE; arrivo adesso». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?». 15 Il capo dell'esercito del SIGNORE disse a Giosuè: «Togliti i calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è santo». E Giosuè fece così.

 

Premetto che, almeno dai testi che ho a mia disposizione, tutti concordano nell’identificare in Gesù Cristo preincarnato questo personaggio che si presenta a Giosuè come “capo dell’esercito del Signore. Ma a noi non basta che lo dicano, vorremo capire anche perché lo dicono. Vediamo se è possibile:

1) La nota biblica di MacArthur a Giosuè 5:13 dice semplicemente che si tratta di «Gesù Cristo in una apparizione preincarnata (cristofania). Egli venne come “angelo” (cioè messaggero) del Signore in sembianze umane (cfr uno dei tre “angeli” di Ge 18)»

2) D. K. Campbell dice: «Come con Abraamo sotto la quercia di Mamre, Giacobbe a Peniel, Mosè davanti al pruno ardente, i discepoli sulla via di Emmaus, ci fu una rivelazione istantanea e Giosuè si rese [conto] di essere alla presenza di Dio. Sembra chiaro che stesse parlando con l’Angelo dell’Eterno, un’altra apparizione del Signore Gesù Cristo stesso all’epoca dell’AT» Da qs commento non posso non notare che le parole “Dio, Signore, Gesù Cristo, Comandante dell’esercito del Signore” siano usate, a torto o a ragione, come sinonimi. Questo ci aprirebbe a considerazioni infinite.

3) Nel suo commentario sull’AT William MacDonald dice: «L’uomo in piedi di cui al v. 13 era l’Angelo di Dio, ossia il Signore Gesù in una delle sue apparizioni precedenti l’incarnazione, il quale gli si presentò come il capo dell’esercito del Signore. Cristo non viene semplicemente per aiutarci (e senz’altro non per danneggiarci) bensì per assumere il controllo totale. 5:14b-15 Abbiamo qui la prova definitiva che Giosuè si trovava consapevolmente alla presenza di Dio. Gli angeli non accettano mai la venerazione (vd. p. es. Ap 19:10; 22:8), ma in questo caso l’angelo del Signore (vd. Approfondimento in Gc 6) esige l’adorazione, rivelando, così, la propria natura divina. Giosuè doveva imparare di prima mano quanto Mosè dovette imparare all’inizio del proprio ministero (vd. Es 3): la santità e la supremazia del Signore.»

 

Dai tre commenti (comunque unanimi nel considerare Gesù Cristo come “capo dell’esercito del Signore”), a me pare più interessante il terzo, quello di MacDonald, perché fornisce una motivazione condivisibile, cioè il fatto che gli angeli non accettano l’adorazione, ma qui Gesù-Signore la richiede.

 

Forse è questo quello che dobbiamo cercare quando facciamo le nostre ricerche: non solo l’opinione dello studioso, su cui possiamo concordare o meno, ma anche il modo in cui è arrivato alla sua conclusione.

 

Se poi arriviamo all’Apocalisse abbiamo visto nelle nostre puntate che molti angeli potenti, POTREBBERO essere identificati con Gesù Cristo, oppure no. Non ne abbiamo la certezza.  Riporto l’esempio dell’ultima puntata:

 

«Ap. 20:1 Poi vidi scendere dal cielo un angelo con la chiave dell'abisso…

L’angelo con la chiave dell'abisso non è specificato chi sia. Per alcuni è Gesù stesso in quanto di disse: “Apocalisse 1:17 …..”Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades.”. Ci pare condivisibile [anche se non possiamo escludere l’arcangelo Michele “Grande capo” (Da 10:13, 21; 12:1; Gd 9; Ap 12:7), delegato direttamente dal Signore Gesù Cristo. In ogni caso agisce con superiore autorità. (Negri)]»[4]

 

Ebbene anche qui eravamo di fronte ad una possibilità: o si trattava di Gesù stesso (e c’è un riferimento scritturale) oppure di un angelo potente come l’arcangelo Michele (con atri riferimenti scritturali). Almeno così dice lo studioso che ha scritto il commentario sull’Apocalisse che ho riportato prima,[5] il quale saggiamente conclude dicendo: “In ogni caso [questo personaggio] agisce con superiore autorità”.

 

Ora anche se io in qs caso di Ap 20:1 ho fatto una mia scelta personale (ritengo sia Gesù Cristo) non mi cambia niente se fosse invece l’arcangelo Michele.

 

Riguardo all’altra domandacapo degli angeli” e “capo dell’esercito del Signore” se sia la stessa cosa oppure no, almeno in Apocalisse, dobbiamo prima entrare in un campo ancora più nebbioso. Senza riportare tutto se no mi ci vorrebbe un altro libro, posso dire che molti commentatori vedono nell’”esercito celeste” tutti i redenti; altri vedono i redenti con gli angeli; altri solo gli angeli. Personalmente nelle puntate riassuntive dell’Apocalisse che riportato, ho preferito considerare “l’esercito del cielo” non come una forma blanda e generica, ma come un termine riferito solo agli angeli.

Sorge a questo punto la domanda: angeli come? Non sappiamo molto ma sappiamo che sono creature che servono Dio, suddivisi in gerarchie di diversa grandezza (gloria), disponibili prontamente e organizzati spesso in gerarchie come le forze militari.  Vorrei riportare un commento di Campbell, a seguito di quanto dicevamo intorno a Giosuè 5:13, che mi trova d’accordo: «Che tipo di forza militare comandava questo divino Comandante? L”esercito del Signore” certamente non si limitava a quello di Israele, sebbene potesse essere stato incluso,[6] più specificamente si riferiva ala moltitudine angelica, lo stesso “esercito” del cielo che più tardi circondò Dothan quando Eliseo e il suo servo sembravano essere di gran lunga superati in numero dall’esercito arameo (2 Re 6:8-17). Nel giardino del Getsemani, quando fu arrestato, Gesù fece riferimento a questo esercito celeste affermando che dodici legioni di angeli erano pronte a difenderlo (Mat 26:53). In Ebrei 1:14 essi sono descritti come “spiriti ministratori. Mandati a servire a pro di quelli che hanno da ereditare la salvezza”. Anche se invisibili,[7] essi servono e si prendono cura dei figli di Dio in periodi di grande bisogno» A seguito di questo direi che si, “capo degli angeli” e ”capo degli eserciti del Signore” possa significare la stessa cosa.

 

Quello che a conclusione vorrei trasmettere al nostro amico lettore è che dovremmo cercare di capire l’essenziale edificante utile di un passo biblico, senza scavare troppo su un particolare che potrebbe risultare dispersivo rispetto a tutto l’insegnamento. Finiamo prima la trattazione sull’Apocalisse, poi eventualmente scenderemo in alcune considerazioni particolari. Restiamo concentrati sul tema. Del resto una persona seria con una intelligenza brillante e quindi esplorativa, quando si trova di fronte agli scritti biblici è normalissimo che si ponga mille domande. Capita a tutti noi, ma anche sulle domande, dobbiamo essecitare un controllo. Le domande -come la curiosità libera- possono spaziare a 360 gradi e  sono simili a tanti cavalli legati ad un carro; noi che lo guidiamo, dobbiamo saper trattenere, ordinare, coordinare il tiro dei cavalli r non esserne trascinati disordinatamente. Forse dovremmo fare anche delle scelte tra dom,anda e domanda. Dico questo perché siamo in tempi difficili e ciò che ci serve –almeno secondo il mio pensiero- è una priorità di argomenti, un essenziale biblico che vada rapidamente dritto allo scopo, vale a dire a cosa ci vuole dire il Signore con certi insegnamenti (come i capitoli dell’Apocalisse). A voler guardare ci sarebbe da scrivere biblioteche per approfondire la simbologia, ma prima di tutto ci serve capire il senso principale; e già questo è tanto, perché nelle chiese pochi sanno dire a che serva l’Apocalisse, come ci si possa approcciare ad essa, visto che non ne parlano proprio. Punti che non vengono definiti con esattezza ce ne sono tanti, ma  credo che se fosse stato indispensabile per noi sapere certe cose, stai tranquillo che il Signore lo avrebbe detto in modo super-chiaro! E’ apprezzabile dunque il tuo desiderio di capire con esattezza tutto, ma credo che dovremmo accontentarci più spesso di quanto ci viene detto senza pretendere l’assoluta certezza; e se qualcosa è ancora nebuloso, lo è solo nei margini.

 

(continua)

 


 


[1] Dizion Biblico J.L. McKenzie- Ed Cittadella Assisi

 

[2] Nuovo Dizionario biblico René Pache – Centro Biblico

 

[3] Dizionario biblico GBU –Ed. GBU

 

[5] Samuele Negri – “La Rivelazione di Gesù Cristo” commentario pratico sull’Apocalisse- ed MBG.

 

[6] Così come l’esercito celeste nella battaglia di  Harmaghedon, che viene probabilmente a sovrapporsi agli eserciti terresti (ndr)

 

[7] Gli angeli non sono sempre invisibili, come nel caso dei tre angeli a Giacobbe o davanti a Lot ecc. Forse era meglio dire “anche quando invisibili…”

 

 

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