QUALCHE RIFLESSIONE SULLA CHIUSURA DELLE SETTE CHIESE E L’APERTURA AI GIUDIZI –  CAP.22 - RR 7-2-20

 

 

 

 

(segue)

 

Teniamo sempre presente la fig 27 della volta scorsa

 

 

  

 

 

 

 

 Immaginiamo di ripercorrere, come abbiamo già fatto nel corso della nostra lettura, un tragitto abbastanza lento nello snodarsi delle sette chiese.

 

 

 

 

 

 

Prima di arrivare al punto n. 1 (Efeso), vediamo che sotto vi è un altro anello della spirale più piccolo… Questo simboleggia quello che avevamo già dentro al cuore in quanto a sapienza, convinzioni, intenti… E’ il nostro percorso precedente in merito alla consapevolezza di fede. Ognuno di noi ne ha uno.

 

Arrivati al punto 1 (Efeso) succedono due fatti:

 

a) Osserviamo per la prima volta questa città/chiesa di Pergamo come l’apostolo Giovanni ce la descrive. Alcune cose ci colpiscono di più altre di meno.

b) Quello che comprendiamo o elaboriamo va a sommarsi a quello che avevamo già.

Infatti mentre continuiamo il nostro movimento in ascesa avviene la riflessione interiore. Non si tratta di una semplice somma di dati uno sull’altro, ma di una elaborazione vera e propria, un rumuginìo mentale e spirituale in cui partecipano varie componenti della nostra persona; componenti interne ed esterne, di cui non sempre siamo pienamente consapevoli. Fatto sta che in questi anelli sempre più grandi acquistiamo sempre più consapevolezza ed opinione di ciò che vediamo o abbiamo visto in passato.

 

Arrivati al punto 2 (Smirne), succedono tre fatti:

 

a)  Osserviamo per la prima volta la città/chiesa di Smirne  come l’apostolo Giovanni ce la descrive. Alcune cose ci colpiscono di più altre di meno;

b) Siamo sopra il punto 1 (Efeso) e lo osserviamo per la seconda volta, ma un poco più dall’alto;

c) Siamo ancora più sopra quello che eravamo/avevamo prima del punto 1 (ovvero prima di iniziare il nostro percorso tra le sette chiese)  e lo osserviamo ancora più dall’alto.

 

Queste tre “vedute” o considerazioni rimettono in circolo tutto il nostro modo di vedere le cose, modificandolo, arricchendolo e correggendolo.

 

Arrivati al punto 3 (Pergamo), succedono quattro fatti:

 

a)  Osserviamo per la prima volta la città/chiesa di Pergamo come l’apostolo Giovanni ce la descrive. Alcune cose ci colpiscono di più altre di meno;

b) Siamo sopra il punto 2 (Smirne) e lo osserviamo per la seconda volta, ma un poco più dall’alto;

c) Siamo sopra il punto 1 (Efeso), e lo osserviamo per la terza volta, da una posizione ancora più elevata;  

d) Siamo sempre più in alto di quello che eravamo/avevamo prima del punto 1, cioè di quello che eravamo/avevamo prima di iniziare il nostro percorso nelle sette chiese e lo osserviamo ancora più dall’alto, aumentando la veduta d’insieme, l'inquadramento, le deduzioni, le riflessioni le prospettive.  

 

E così via per ogni punto.

 

 

Questo meccanismo che abbiamo espresso in forma semplicistica (in realtà è molto più complesso) si ripete ad ogni anello della spirale. Noi ad ogni chiesa riprendiamo il contenuto delle altre precedenti e tiriamo fuori, più o meno consapevolmente, delle risultanti. Queste risultanti costituiscono la nostra “opinione personale”.

In un certo senso, alla fine delle sette chiese, possiamo dire di avere, per la prima volta, uno scorcio dell’opinione del Risorto su TUTTA la Chiesa.

 

Ora ATTENZIONE: proseguendo la nostra lettura dell’Apocalisse, la spirale della nostra “espansione spirituale” non si ferma, come non si ferma “il movimento creativo di Dio”.

Sopra le sette chiese vi saranno altri anelli sempre più grandi ed elevati che ruoteranno e si innalzeranno investendo altre rivelazioni bibliche e altri fatti…. 

Che significa questo? Significa che tutto ciò che ADESSO ci pare ACQUISITO, non va chiuso in un cassetto come un materiale inerte, immobile, inalterabile. Tutto il nostro sapere di adesso, proseguendo il cammino, DOMANI AVRA’ UNO SPESSORE DIVERSO, una forma più elevate e più ampia, ”costringendoci”, per così dire, a rivedere sempre le nostre deduzioni e correggendole o ampliandole di volta in volta. Il materiale che lo Spirito di Dio ci fornisce è come la pasta del pane che va continuamente impastata prima di metterla al forno; e ogni giorno ci vuole una nuova pagnotta digeribile.

 

Questa attività interiore che si muove sempre, fermenta,  cresce, è enormemente importante perché:

 

1) Ci impedisce di ristagnare in asserzioni rigide che poi diventano regole tradizioni e dogmi morti;

2) Ci mantiene in uno stato di fede, ma sempre nel timor di Dio, ovvero mai troppo sicuri di noi stessi, spingendoci continuamente a ricercare l’unione spirituale con il Signore risorto senza cui saremmo perduti;

3) Ci impedisce di giudicare il fratello, perché che uno sia più in alto o più in basso nel suo cammino spirituale, lo può vedere e giudicare solo chi è in cima alla spirale. La cima della spirale è un anello con un raggio così ampio da non avere fine. Per questo si parla di eternità. In cima allora come giudice/coordinatore ci sarà solo l’Eterno e Lui solo può stabilire come farci crescere. Il nostro compito è appunto crescere mantenendo la fede nel Signore Gesù risorto, non è di andare a giudicare chi a noi sembra un poco più “sotto”.

4) Aumentando “l’altezza” delle rivelazioni deve aumentare la vigilanza. In effetti più cose capiamo e più è facile scivolare e cadere perché potremmo credere di essere qualcosa, quando non siamo niente. Fu il peccato originario di Satana, angelo elevatissimo e bellissimo che probabilmente contemplando se stesso e si sentì come Dio.

 

Quindi proseguiamo pure nella meravigliosa lettura dell'Apocalisse, ma con molta umiltà e accortezza. Infatti dice:

1 Cor 10:11 Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche. 12 Perciò, chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere.

 

(continua)

 

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