ALCUNE BATTAGLIE NON SPETTANO A NOILa zizzania e le radici del male, non siamo noi i mietitori -

di Renzo Ronca – 5-10-18

 

 

 

 

 

Pensavo alle tante tecniche di combattimento contro l’ingannatore di cui abbiamo molto parlato (1).  Credo sia bene considerare anche un insegnamento di Gesù che può lasciarci perplessi ma che è piuttosto preciso: in certe situazioni il Signore non vuole che interveniamo in maniera eccessiva. Andiamo a vederlo nella Scrittura e precisamente nella parabola della zizzania in cui i mietitori saranno gli angeli non noi:

 

Le zizzanie e il buon seme

Matt 13:24 Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. 27 E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?" 28 Egli disse loro: "Un nemico ha fatto questo". I servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" 29 Ma egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. 30 Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mietitura, dirò ai mietitori: 'Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'"».

 

Spiegazione di Gesù della parabola delle zizzanie

Matt 13:36 Allora Gesù, lasciate le folle, tornò a casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: «Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo». 37 Egli rispose loro: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo; 38 il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno; 39 il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. 40 Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. 41 Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, 42 e li getteranno nella fornace ardente. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti. 43 Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi oda.

 

La parabola si proietta dal tempo di Gesù fino alla “fine dell’età presente” (v.40). Come sappiamo dalla manifestazione di Gesù sulla terra inizia “il periodo di grazia”  in cui viene data all’uomo possibilità di essere di nuovo accolto da Dio Padre, per la fede e i meriti di Gesù Cristo (2). Tale anticipo del “regno di Dio” di cui Gesù mostra la potenza, progredirà con la Chiesa dopo la Pentecoste (cioè guidata dallo Spirito Santo), e si concluderà col rapimento della Chiesa, dopo il quale Gesù come Re tornerà sulla terra con i Suoi santi (tutti gli uomini considerati giusti) e i Suoi angeli; e dopo il “giudizio delle nazioni” (da non confondere col cosiddetto “giudizio universale” che avverrà dopo il millennio)  instaurerà il Suo Regno millenniale.

In questo lungo periodo di tempo (dal primo al secondo avvento di Gesù) la parabola mostra una immagine particolare: i discepoli del Signore “seminati” nel mondo e i discepoli di Satana che cercano di contraffarli fin dalle radici:

 

«L’immagine di un campo di esseri umani potrebbe sembrare grottesca e assurda, ma il concetto che qui si intende esprimere è che questi figli del regno sono seminati nel mondo. Durante il suo ministero pubblico Gesù seminò nel mondo i suoi discepoli, che erano servi fedeli del regno. La zizzania sono i figli del maligno. Satana è in grado di contraffare ogni realtà divina: costui semina nel mondo quelli che sembrano discepoli, parlano come discepoli e, fino a un certo punto, camminano come discepoli. Costoro, tuttavia, non sono veri seguaci del Re.  […]   Questa parabola non giustifica, come alcuni erroneamente suppongono, la tolleranza della presenza degli empi nella chiesa locale. Ricordiamoci che il

campo non è la chiesa, bensì il mondo. La chiesa locale è, anzi, esplicitamente invitata a togliere di mezzo dalla loro comunità quanti si siano resi colpevoli di certi peccati (vd. 1 Co 5:9-13). Questa parabola insegna semplicemente che il regno dei cieli, nella sua forma misteriosa [nella sua forma misteriosa attuale, cioè come adesso si presenta sulla terra. n.d.r.], includerà l’originale e l’imitazione, il vero e il contraffatto, e che questo stato di cose si protrarrà fino alla fine dell’età presente. Poi i messaggeri di Dio separeranno il falso, che sarà portato via in giudizio, dal vero, che godrà del regno glorioso di Cristo sulla terra.» (3)

 

L’insegnamento di Gesù allora, oltre ad aprire una profezia che è ancora in attesa di realizzazione, ci mette in guardia dal commettere azioni risolutive drastiche e forse violente che, pur avendo una parvenza di logica (“estirpiamo subito la zizzania così il grano sarà libero dalle erbacce”), potrebbero essere fuori dal contesto ordinato del piano di Dio e produrre danni involontari. Infatti la zizzania (o loglio) non è solo vicina alla pianta del grano, ma le sue maligne radici sono intrecciate con le radici della pianta buona; quindi se i servitori di Dio strappassero le piante di zizzania dal terreno, le loro radici intrecciate metterebbero a rischio le piante del grano.

 

Può sorprenderci ma nel mondo i servitori di Dio e falsi servitori si somigliano e sono intrecciati insieme.

 

La condizione umana del credente, cioè la sua vita terrena, è davvero complessa e difficile: egli si rende conto che vi sono radici di morte in lui e attorno a lui e che per quanto si impegni sa che non potrà estirparle. Il servitore di Dio è in grado di discernere le piante della falsità (altrimenti non avrebbero detto all’agricoltore-Gesù: "Vuoi che andiamo a coglierla?" v.18) però non può distruggerle. La distruzione di queste piante maligne, cioè dei falsi servitori avverrà alla fine di questa età presente, quando Gesù tornerà come Re e per prima cosa manderà i suoi angeli proprio a separarli dal grano e a bruciarli (Matt 16:39-43).

 

Ma questo non significa assistere passivamente all’azione del male. Significa solo che la sostanza del servitore di Dio (cioè il grano, il pane, Cristo stesso in lui) deve resistere ad ogni attacco; e a somiglianza di Gesù, seppure il pane dovrà spezzarsi (offrirsi, soffrire), avrà la forza necessaria per mantenersi comunque integro e libero dal peccato che lo circonda. Questo è il buon frutto che ci è richiesto: pur con il temperamento del soldato che sa di poter vincere, ricordarci anche dei nostri limiti, non andare troppo oltre; sarà Dio stesso che opererà la liberazione e il giudizio nel suo momento stabilito adoperando chi vuole e come vuole.

 

“Questa battaglia non sarete voi a combatterla: presentatevi, tenetevi fermi, e vedrete la liberazione che il SIGNORE vi darà." (2Cronache 20:17a)

 

 

 

 

  

 

NOTE

 

(1) Per esempio nei seguenti dossier PDF: a)  IMPARIAMO A COMBATTERE SATANA -PARTE 1 ; b)   IMPARIAMO A COMBATTERE SATANA - PARTE 2 - (Dossier in costruzione);   c) ARMATURA DEL CRISTIANO - RIFLESSIONI ;  d) RIFLESSIONI SUL RE EZECHIA -

 

(2) Luca 4:16 Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, 17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: 18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi,  19 per proclamare l'anno accettevole del Signore». 20 Poi, chiuso il libro e resolo all'inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».

 

(3) Tratto dal “Commentario Biblico del Discepolo” di W. MacDonald

 

 

 

 

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