PREGHIERA ED ELEVAZIONE – Esempio mongolfiera - (INTIMITA’ CON DIO E TRASLAZIONE NEL SUO TEMPO – 2)

(Pregh. fam. di Renzo Ronca del 31-1-16) - 1-2-16 - 

 

 

(segue)

 

Abbiamo detto che è nella preghiera (adorazione, lode, ecc.) che può esistere una unione dell’anima con Dio;  questa comunione ci “trasporta” per così dire nel Suo regno. Ma è una traslazione solo spirituale perché il nostro corpo non sa come partecipare.

Abbiamo spesso detto che sono due forze che si contrappongono: la parte fisica vuole restare ben piantata a terra e non ne vuole sapere di elevazioni spirituali; la parte spirituale vuole sollevarsi e non ne vuole sapere di restare a terra. Certo siamo creature contraddittorie e complicate vero? E’ vero; la difficoltà emerge soprattutto quando ci domandiamo chi siamo veramente. Siamo entrambe le cose: corpo e anima. Entrambe convivono e si modificano giorno per giorno. Noi essendo la somma del fisico e dello spirito ci troviamo  nostro malgrado a cambiare in continuazione. Il fisico invecchia, cambia. L’anima può crescere o essere soffocata. Ci sono configurazioni e assestamenti da trovare per trovare il nostro equilibrio. Quelli che non credono in Dio vedono il loro corpo invecchiare e morire senza speranza. Quelli che invece credono in Dio vedono crescere la loro anima, ne hanno consapevolezza, al punto tale che nella loro maturità di fede si sentono più spirituali che carnali. Ma oggi vorremmo insistere e domandarci ancora: noi credenti come siamo?

 

Vorrei fare un esempio: conoscete la MONGOLFIERA vero? E’ composta da un grande telone alto nel cielo, a forma di pera, con sotto una specie di cesta su cui salire.

Ecco immaginiamo che un amico esperto ci inviti a fare un viaggio con lui in mongolfiera. Prima di accettare ci pensiamo bene; il nostro corpo non è fatto per volare ed ha istintivamente paura di staccarsi da terra; ma mettiamo pure che il nostro amico ci convinca. Siamo davanti alla cesta e seppure con una certa titubanza proviamo a metterci i piedi dentro. La cesta è ancora a terra, non c’è alcun pericolo. Ad un certo punto il nostro amico accende una fiamma sopra le nostre teste e la combustione di quella fiamma sale verso il grande tendone sopra di noi… Le corde si tendono un poco e il cesto fa dei sobbalzi… fortuna che è ancorato a terra… Le corde si tendono sempre più, tirano forte verso l’alto, il cesto è mezzo sollevato ma ancora ancorato a terra… il nostro amico ad un certo punto ci guarda e ci dice “Pronti? Andiamo?”

Questo è il momento cruciale.

Se e diciamo di si allora saliremo verso il cielo in questo guscio leggero che non sembra dare molta sicurezza… se diciamo di no resteremo a terra tranquilli ma un poco delusi di noi stessi.

 

Rapportiamo l’esempio alla nostra fede: l’amico che prende per mano e ci invita a salire è lo Spirito Santo, ma noi siamo presi da un misto di desiderio e paura. L’anima non cerca altro che salire, ma il corpo vorrebbe restare in terra.

Lo Spirito di Dio non ci forza mai, non fa nulla senza il nostro accordo, per questo ci chiede “Pronti? Andiamo?” La scelta è solo nostra.

Fermiamo questo momento decisivo: la mongolfiera è pronta: lo Spirito di Dio ha riempito la nostra anima che vuole essere elevata… il nostro “io” non si sa più se è in questo voler salire o se invece è nella sicurezza del terreno sotto i piedi.

Se aumentasse la fiamma e il gas leggero si formerebbe una tale forza verso l’alto che il cesto ancorato a terra si romperebbe; per questo il Signore aspetta ci dice ancora: “Vuoi salire? Andiamo?”

 

La scelta non è facile, ognuno deve trovare la risposta in se stesso. Sarò un credente vero che segue le cose dello Spirito, oppure un credente formale che segue le cose terrene da cui non sa staccarsi?

 

Io sospetto che la maggior parte dei “credenti” sia oggi così: né l’uno né l’altro;  dice di credere ma poi non sa staccarsi da terra; vive una condizione triste in cui non c’è serenità leggera di fede, ma sofferta dolorosa pesante mezza-fede, fatta di “vorrei” e di “però”.

 

Non è a questo ci chiama la libertà dello Spirito, che ci vuole liberi, seppure nel mondo. Come fare allora?

 

Il nostro amico sa Lui come fare! Se abbiamo fiducia in Lui e diciamo di si, Egli ci solleverà un poco alla volta: un giorno qualche centimetro, il giorno un po’ di più… poi un piccolo volo di qualche metro… poi un po’ di più…  E’ la continuità della nostra comunione con Dio che ci permetterà di liberarci sempre più delle nostre paure. Andiamo ogni giorno in preghiera in questa intimità spirituale con il Signore: solo Lui potrà liberarci da quei pesi che ci impediscono di elevarci verso il cielo!

 

Non ci andiamo a preoccupare di tutto: ”cosa devo fare in quei momenti di incontro col Signore, cosa devo dire quali preghiere devo recitare, dove devo mettermi, quando…” Queste sono tutte cose inutili. Mettiamoci dove ci pare e proviamo a pensare a Dio. Non ci riusciamo? E’ logico che non ci riusciamo! Ma noi restiamo ancora lì, proprio come se il Signore fosse al nostro fianco. Mente vuota mente piena non te ne preoccupare, resta lì e cerca di confidare in Dio. E come si fa a confidare in Dio? Prova a lodarLo: la lode a Dio è come un saluto, è fa sparire la confusione di pensieri inutili e prepara la strada all’ascolto. Ascolto di che? Rimani nella lode “Lode a te Signore” Non è difficile. Poi prendi la Bibbia, leggi un passaggio del Vangelo. Quale? Uno qualsiasi, il Signore è lì e saprà dove fermare la tua attenzione. E’ in qs modo che la fiammella della mongolfiera si accende ed il gas dello Sp Santo sale nel telone e ti fa salire un pochino… Non aver paura. Un pochino al giorno e capiremo che significa “essere trasportati nel regno di Dio”.  Una preparazione necessaria perché presto lo saremo veramente quando avverrà il rapimento di tutti i veri credenti della terra.

Non aver paura, lascia che la tua persona si distacchi dal mondo, dai problemi di ogni giorno e alzi lo sguardo verso il cielo, perché in fondo è lì la nostra origine.

 

CONCLUSIONE

Lo Spirito Santo riempie il nostro cuore, già gonfio d’amore, con altro amore con altra sapienza. Impariamo ogni giorno questa elevazione con i mezzi che abbiamo: gli insegnamenti biblici. Lì ci sono le espressioni di Dio suggerite dallo Spirito Santo ad altri uomini prima di noi e tutte hanno un orientamento una completezza. Se ci occupiamo delle cose dello Spirito, non ci occuperemo delle cose del mondo e saremo meno appesantiti e vedremo tutto in una prospettiva diversa. Noi aspettiamo un trasferimento vero e proprio nel regno di Dio, prima in cielo col rapimento e poi di nuovo sulla terra rinnovata per il millennio.  Questi “sollevamenti in mongolfiera” realizzati nelle nostre preghiere personali ci allenano, preparano anche la nostra mente -sempre diffidente- ad aprirsi al Signore, ad avere fiducia a lasciarsi elevare.

 

 

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