IN CERCA DI UN SENSO - di Rosa - 15-7-20

 

 

 

I colori di questo

Amore sono verdi, come

il sempreverde, gli alberi, l’aria pulita,

i dolci cerchi concentrici del lago

mosso dalle piume di anatra. Brilla il sole, pulsa leggero,

fra il fogliame, fra le ombre

riparatrici,

ma poi esco da questo recinto

e la fame, la guerra, il dolore, la stanchezza,

il peso, le grida umane che si elevano fino al cielo,

lacrime.

Vorrei ritornare in quel pezzo di paradiso,

e godere ancora di quell’abbraccio,

come potrei uscire da esso

ributtandomi senza senso nella voragine?

Vorrei trovare il senso, essere il sale,

che attraversa questo mondo dormiente:

una traccia di colore scarlatto

che risvegli le coscienze.

Ma come? Se di fronte

agli ostacoli la mia anima rabbrividisce, si ritira,

non riconoscendo come sue queste cose?

Mi chiedo che senso abbia stare sulla terra,

avere solo pochissimi istanti, spazi vitali,

a volte nemmeno quelli nella massima sciagura,

per poi ritornare all’inferno dove tutto è lotta,

potere e frode?

Nella mia piccola esistenza cosa

potrei fare,

cammino come su sassi taglienti ed aguzzi,

sono piena di ferite, vecchie e nuove,

alcune nemmeno guarite.

Anche la preghiera diventa per me,

come quel recinto, e poi

di nuovo i sassi, le pietre,

di nuovo la guerra.

Costantemente ferita,

vado a testa alta,

con l’agonia nel cuore

e una speranza,

di capire a cosa serva tutto questo

e come farlo fruttare in un avvenire,

se mai ci sarà.

 

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