APERTURA MENTALE E COMUNICAZIONE - Parte seconda

di Renzo Ronca - 19-1-14-h.10,15 - (Livello 5 su 5)

 

 

 

 

 

 

 

 

 La volta precedente abbiamo visto aspetti sociali, psicologici e politici mediatici, adesso per i credenti chiediamoci:

COME SI SVILUPPA  L’APERTURA MENTALE E LA COMUNICAZIONE PER CHI CREDE IN DIO?

 

I veri cristiani non rientrano in quella categoria così imprigionata.

 

 

Scusate se dico sempre “i veri cristiani” ma è necessario distinguere perché la maggior parte dei c.d. cristiani, secondo me, siano essi cattolici protestanti o ortodossi, segue le chiese in maniera passiva, piatta, delegando ai pastori e ai preti le stesse cose che i non credenti delegano ai politici “carismatici”. Dunque per “cristiani veri” intendo quelli che credono in Cristo Gesù per vera scelta personale, con un rinnovamento completo della persona, con riflessioni ed azioni giornaliere lavate continuamente nell’acqua e nel fuoco dello Spirito Santo, unica e vera guida della Chiesa dei credenti.

 

 

Il “cristiano vero” dunque sa che l’apertura della mente dipende principalmente da Dio:

E’ dopo resurrezione che Gesù, comparso ai suoi discepoli, apre loro la mente (Lc 24:45). Essi possono così rivedere e comprendere l'accaduto in un’altra ottica. Potremmo dire che la loro vista passa da un modo piatto ad una “profondità di campo” che permette loro di scorgere nuovi sfondi e prospettive.

 

L’apertura mentale del cristiano è la conseguenza della presenza dello Spirito Santo che investiga ogni cosa, persino i pensieri di Dio (1 Cor 2:10).

 

Questa capacità di aprire la mente e capire è data dalla capacità di diminuire.   Mi spiego:

Dio ha preso il corpo di uomo in Cristo. Ha annullato se stesso e la Sua divinità fino alla morte in croce. Era indispensabile essere come noi per farci capire che Dio è in noi;  era necessario accettare persino il ns peccato per liberarci da esso. Egli in un certo senso è “diminuito” fino alla nostra umanità, per questo ha “comunicato” con noi.

Il credente nato di nuovo in Cristo segue le stesse orme quando comunica. Infatti:

 

1) Egli è nato a nuova vita per fede, dunque potenzialmente ha esperienza infusa della grazia del Risorto, dunque lo Spirito di Dio della Resurrezione e della Vita è in lui;

 

2) Quando comunica con un’altra persona (per es. non credente) ecco che sa farsi piccolo, sa annullarsi senza paura di disperdersi perché il Signore è in Lui; sa ascoltare, sa far entrare l’altro nel suo cuore; l’altro  come creatura amata da Dio, non l’eventuale peccato dell’altro, da cui Dio stesso ci protegge. In un modo semplice possiamo dire che sa mettersi nei panni dell’altro con sano discernimento;

 

3) La mente (già aperta) del credente sa accogliere i contenuti della mente ancora chiusa di chi non è credente. Non ne è scosso, non ne è travolto. Può capire il suo “linguaggio”, il suo punto di vista. Lo può in un certo qual modo “inglobare” e poi, dopo averlo “tradotto” ed “elaborato”, può rimandargli un nuovo contenuto con input edificanti, affinché anche l’altro possa arrivare alla stessa sua apertura in virtù della grazia di Dio.

 

E’ questo il possente concetto che l’apostolo esprime così:

 

19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero. 20 Mi sono così fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; mi sono fatto come uno che è sotto la legge con coloro che sono sotto la legge, per guadagnare quelli che sono sotto la legge; 21 tra quanti sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza la legge (benché non sia senza la legge di Dio, anzi sotto la legge di Cristo), per guadagnare quanti sono senza la legge. 22 Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per poterne salvare in qualche modo alcuni. (1 Cor 9:19-22)

 

Allora il cristiano “nato di nuovo” riceve da Dio una mente sempre più aperta e acquisisce di conseguenza due capacità: 1) comprendere di più l’esistenza e gli altri ; 2) trasmettere di più sapendosi adattare agli altri.

La grazia gli apre la mente, l’umiltà gli permette di viverla e trasmetterla.

 

Ed è proprio  in questa trasmissione di “aperture continue” che si sviluppa la buona comunicazione, il vero comunicare con gli altri.

 

Se ci fate caso questa comunicazione “illuminata” non è altro che il raggiungimento di quello che avevamo perso. Con Dio ritroviamo una mente sana e capace di comunicare, come poteva essere prima che gli inganni le propagande e le sofisticazioni mediatiche la inquinassero. Col cristianesimo insomma l’uomo torna ad essere uomo, così come Dio lo aveva desiderato e concepito: con una graduale apertura mentale verso l’eternità ed una tendenza continua a migliorare l’altro mentre migliora se stesso. Il tutto nel timor di Dio.

 

 

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