Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

ACCOSTAMENTO  CONCRETO AL DONO PROFETICO

 

“ESPANSIONE SPIRITUALE LIVELLO 2" cap.3

 

di Renzo Ronca - 21-12-10

 

 

 

[particolare da imm in fotocommunity]

 

 

 

 

(segue)

 

E’ con profonda umiltà e con timor di Dio che parlo di un piccolo aspetto dell'immenso dono profetico, ritenendo che ciò sia bene per chi, chiamato dal Signore, desidera avvicinarsi alla comprensione della Sua volontà, della Sua “voce”, giorno dopo giorno, per poterLo servire come uno dei tanti Suoi figli che sono di edificazione alla Chiesa.

 

Che sia veramente lo Spirito di Dio nel dono della profezia a chiamare e a esprimersi in una persona si vedrà “dai frutti”, dall’accordo con la Bibbia e nel controllo degli anziani o dirigenti delle chiese.

 

Una cosa importante da capire è questa: la persona  chiamata a questo ministero vive una continua, intensa comunione con Dio. Il suo pensiero è costantemente rivolto in alto.  L’uomo di Dio (ma può anche essere una donna) è immerso nello Spirito Santo, Lo desidera e a sua volta è da Lui desiderato. E’ un rapporto complesso, anche passionale, molto profondo, a volte conflittuale. La volontà dell’uomo è sempre libera di accettare o rifiutare la volontà di Dio; le due volontà infatti possono anche non essere coincidenti; ma in quel caso nasce un travaglio interiore molto sofferto, simile alla depressione grave, che le persone esterne difficilmente riescono a capire.

Tutta la vita di questo uomo di Dio è una continuità di dialoghi, ascolti, preghiere, conforti, ribellioni, domande, spiegazioni, missioni, amarezze e felicità. Quando noi leggiamo sulla Scrittura di una affermazione di  Elia, per esempio, non dobbiamo dimenticare che se nello scritto appare come resoconto isolato, nella realtà era perfettamente inserita in un continuo dialogo del profeta con lo Spirito di Dio, in una vita retta, obbediente, conforme alla Sua volontà.

 

Concepimento e nascita del messaggio divino attraverso il simbolo

 

Continuità:  Quando la voce di Dio chiede ad Amos: “Cosa vedi?”[1] non è che iniziò lì il dialogo, ma lì noi possiamo leggere il frammento più significativo e specifico di una comunicazione iniziata molto tempo prima, ininterrotta, tra due persone su vari punti.

 

"Concepimento" del messaggio: Dio ha in mente un progetto meraviglioso per la salvezza degli uomini. “Egli non fa nulla senza rivelarlo prima ai suoi profeti”,[2] anche se il singolo profeta non è detto che abbia la visione d’insieme, ma può avere solo la rivelazione di una singola tessera di un mosaico molto più ampio.

Lo Spirito di Dio immette un input nel cuore della persona da Lui scelta. I modi usati da Dio possono essere tanti, anche ad esempio sogni intensi o visioni.

All’inizio questo input, questo impulso, questo messaggio, potrebbe non essere compreso nella sua pienezza:

“Atti 10:17 Mentre Pietro, dentro di sé, si domandava che cosa significasse la visione…”

Vi è allora nel cuore della persona un “ruminare”[3] continuo, tra il simbolo mostrato,  la sua coscienza del reale e il suo modo di relazionarsi con la Scrittura.

Questo stato ovviamente fa sembrare la persona assente, distratta, poco interessata ai fatti che lo circondano; in realtà è solo concentrata, tesa alla spiegazione di un messaggio importante che lo coinvolge quasi completamente. E’ uno stato non del tutto piacevole, ma di grandissima attività cerebrale e spirituale. Tutti i sensi aumentano la loro sensibilità e tutto quello che accade, che si sente o si vede, viene filtrato sulla base del messaggio ricevuto e delle sue possibili proiezioni.

Tutto attorno a lui è normale, ma tutto può essere speciale, perché potrebbe fornire la chiave di interpretazione del messaggio non ancora portato alla luce.

 

L’input, l’impulso di Dio, volendo fare un esempio moderno, in questo caso  è come un file di posta elettronica, un messaggio ricevuto nella nostra mail o casella, che però non è in chiaro ma è “zippato”[4], cioè compresso, compattato, ermetico. Lo vedi che c’è, ne avverti la consistenza, puoi leggerne persino l’oggetto, il titolo; però devi trovare il modo, l’applicazione giusta per “scompattarlo”. Il file deve aprirsi ed essere leggibile in chiaro. Occorre dunque una speciale applicazione, un “catalizzatore”[5] che in un attimo faccia “espandere” tutti il contenuto affinché la nostra coscienza possa intenderlo.

E’ in questa delicatissima fase, alla fine del concepimento, quando siamo immersi nel quotidiano, ma con la mente protesa nel cielo, che lo Spirito di Dio, al maturare del momento che Lui stesso sceglie, è come se ci dicesse: “Che cosa vedi?”

 

“Nascita” – Messaggio alla luce: Ecco allora che lo Spirito di Dio fa da tramite tra l’anima e Dio ed evidenzia il Suo focalizzandosi su un simbolo magari familiare all’uomo, di cui poi ne rivelerà il significato e la prospettiva:

 

Poi la parola del SIGNORE mi fu rivolta in questi termini: «Geremia, che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».  E il SIGNORE mi disse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per mandarla ad effetto». (Geremia 1:11-12)

 

La parola del SIGNORE mi fu rivolta per la seconda volta: «Che cosa vedi?» Io risposi: «Vedo una gran pentola che bolle e ha la bocca rivolta dal settentrione in qua».  E il SIGNORE mi disse: «Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti del paese. (Geremia 1:13-14)

 

Il SIGNORE mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi: «Un filo a piombo».
E il Signore disse: «Ecco, io metto il filo a piombo in mezzo al mio popolo, Israele;
io non lo risparmierò più;
(Amos 7:8)

 

Egli mi disse: «Amos, che cosa vedi?» Io risposi: «Un paniere di frutti maturi».
E il SIGNORE mi disse: «Anche la fine del mio popolo Israele è matura;
io non lo risparmierò più.
(Amos 8:2)

 

Al vedere dunque la rappresentazione simbolica di quanto era stato ponderato prima, scatta improvvisamente la rivelazione del messaggio che si apre come un’esplosione. Il nostro cuore sussulta quando trova riscontro tra la parte dentro elaborata e la parte fuori divina, e dice: “Ecco! Si! Era questo!!”

 

Ma non è ovviamente solo un simbolo mostrato in visione che ci spiega un messaggio precedente. Può essere un fatto a cui assistiamo, una parola che sentiamo, un suono, un ricordo… Insomma è lo Spirito di Dio che sa evidenziarci, secondo la Sia infinita sapienza il mezzo di comprensione più idoneo del messaggio di Dio.

 

Quando il centurione Cornelio, romano, non giudeo, raccontò il motivo per cui aveva chiamato Pietro giudeo osservante rigoroso, questi istradato già dallo Spirito Santo, collegò subito l’uomo con la visione ricevuta e comprese pienamente il messaggio di Dio:

Atti 10:34 Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; 35 ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. 36 Questa è la parola ch'egli ha diretta ai figli d'Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti.

 

Rischi: Satana cerca sempre di imitare Dio ma può solo manifestare una rozza somiglianza esterna, senza contenuto. Ad esempio, abbiamo visto prima che lo Spirito di Dio ha usato con Geremia il simbolo della “pentola che bolle con la bocca rivolta dal settentrione in qua”. Immaginate se un lettore della Scrittura, non ispirato, non credente, volesse avere lo stesso spirito di Geremia! Come ragionerebbe? Probabilmente darebbe alla pentola bollente disposta a quel modo il potere di indicare un fatto spiacevole: “Dal settentrione verrà fuori la calamità su tutti gli abitanti”. Attenzione! Questa è magia! La pentola non è niente, non ha alcun potere, ma Dio si è servito quella volta di un simbolo momentaneo per indicare una sua intenzione. La superstizione invece renderebbe la pentola un oggetto portatore di un “influsso negativo”, ed ogni volta che una pentola presentasse “la bocca rivolta dal settentrione in qua”, per scongiurare l’evento catastrofico saremmo spinti a girarla con la bocca “verso là”. Può sembrare una battuta, ma quanti applicano queste virtù divinatorie agli oggetti? Purtroppo sono tanti. Tra questi ahimé ci sono anche dei credenti che usano la Bibbia allo stesso modo, come fosse un manualetto magico. Ma questo lo vedremo le prossime volte.

 

(continua)

 

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[1] Amos 7:8 e 8:2

[2] Amos 3:7 - Poiché il Signore, DIO, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti.

[3] Ruminare: Pensare e ripensare, meditare e rimeditare, con l’idea di lenta e ripetuta ponderazione (Eseguire la doppia masticazione del cibo, caratteristica dei ruminanti, detta ruminazione) (Treccani)

[4] Zippare: Nel linguaggio informatico, applicare a un file elettronico un procedimento che permette di ridurne l’ingombro nella memoria del computer mediante la cancellazione di tutte le informazioni ripetitive; sinon. di comprimere.

[5] Catalizzatore: Elemento, fatto, avvenimento che favorisce o accelera il formarsi e lo svilupparsi di tendenze, processi, ecc.  ( In chimica, sostanza che, presente pur in minima quantità, esercita sulla velocità di una reazione un’azione accelerante -o ritardante- prendendo parte agli stadî più importanti della reazione stessa, e poi rigenerandosi, per ritrovarsi così inalterata alla fine del processo) (Treccani)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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