Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

I DISTURBI ALIMENTARI  (ANORESSIA e BULIMIA)

di Gabriella Ciampi, Psicologa Psicoterapeuta - 30-4-15 - h. 10,30 -  (livello 3 su 5)

 

 

 

 

 

I disturbi alimentari sono diventati negli ultimi anni una vera emergenza soprattutto per gli adolescenti e i giovani adulti. Le manifestazioni più frequenti e note sono l’anoressia e la bulimia, cioè il rifiuto di alimentarsi normalmente per mantenersi magri fino a rischiare la morte (nell’anoressico), e l’impulso a fare abbuffate incontrollate di cibo di ogni tipo e poi sentirsi male (nel bulimico).

Per una più sintetica definizione di questi disturbi vi rimando all’allegato ANORESSIA E BULIMIA – DEFINIZIONE e ai numerosi siti medici reperibili sul web; qui ora vorrei parlarvi in generale da cosa nascono e degli effetti fisici e psicologici che possono generare.

 

PUNTO DI PARTENZA: L’OSSESSIONE DELLA FORMA FISICA.

Per ogni tipo di disturbo alimentare il punto focale è sempre lo stesso: una preoccupazione eccessiva per l’immagine corporea, per il proprio peso, e una sopravvalutazione della propria forma fisica. Tutto questo si traduce in un controllo ossessivo del proprio fisico, del proprio peso in un sistema in cui mangiare diventa qualcosa di molto diverso dalla semplice “risposta allo stimolo della fame”, come normalmente sarebbe.

I motivi per cui si sviluppa un disturbo alimentare possono essere diversi:

  • la familiarità (dalle ricerche risulta che questi disturbi sono più probabili in famiglie dove c’è un parente con lo stesso problema),
  • la sensazione di essere investiti da un’eccessiva aspettativa o pressione, o al contrario il sentirsi trascurato dai propri genitori (o dalle persone significative)
  • l’essere deriso o trovare impedimenti o handicap per il proprio aspetto fisico
  • una forma di autodistruzione che usa il cibo come potrebbe usare anche l’alcol o le droghe.

 

La risultante è una malattia complessa dove fattori esterni ed interni si intrecciano e interagiscono.  Da una parte troviamo l’influenza dell’ambiente e gli stimoli sociali – che promuovono un canone estetico improntato sulla magrezza e sulla forma fisica - e la relazione genitori-figlio/a – in cui si costruisce l’autostima, il senso di sicurezza di sé; dall’altra le risposte interiori dell’individuo a questi input, individuo che reagisce con la paura, la mancanza di sicurezza, la fragilità dell’Io, e sposta tutto il problema sul cibo e sul corpo che diventano  gli unici oggetti controllabili e gestibili.

 

COSA SUCCEDE ?

 

LA PERSONA ANORESSICA ESCLUDE COMPLETAMENTE IL CIBO per paura di acquisire peso; mette in atto un’esasperata riduzione degli alimenti ingeriti, quando mangia di più elimina subito tutto con il vomito. Questo comportamento non ha limiti, per cui il peso corporeo può arrivare a scendere fino all’ 85% sotto il peso normale (per età e altezza del soggetto). Per questa persona tutta la propria vita e il proprio interesse ruota intorno al cibo e al peso.

In questi casi la persona è sempre sottopeso.

 

LA PERSONA BULIMICA METTE IN ATTO GRANDI ABBUFFATE nell’arco di poche ore durante le quali sente di perdere il controllo di sé; la sensazione che segue è di grande sofferenza, sconforto, senso di colpa. Molto spesso per annullare queste sensazioni il bulimico esegue un atto di eliminazione come il vomito procurato. L’attacco bulimico è scatenato (ma anche seguito) da uno stress emotivo molto forte.

In questi casi la persona può essere normopeso, sottopeso, in sovrappeso o obesa; motivo per cui è più difficile individuarla.

 

A COSA PORTANO QUESTI COMPORTAMENTI?

Gli effetti di questi disordini alimentari sono molto pesanti:

Ø  conseguenze sul fisico: ulcere intestinali, danni permanenti all’apparato digerente, disidratazione, danni alle gengive e ai denti, amenorrea, danni cardiaci, al fegato, ai reni, al sistema nervoso; danni al sistema osseo (con aumento della probabilità di fratture e osteoporosi), blocco della crescita; difficoltà di concentrazione e memorizzazione.

-          Nella bulimia i danni sono legati soprattutto ai sistemi di eliminazione (vomito, lassativi) che portano a squilibri elettrolitici dannosi. Nell’anoressia invece alla malnutrizione o denutrizione.

Ø  Conseguenze psicologiche: depressione, bassa autostima, senso di vergogna, sbalzi di umore, comportamenti maniacali, perfezionismo, difficoltà nelle relazioni.

 

Questo rapporto alterato con il proprio corpo e con il cibo ci parla di un grande disagio e di una enorme sofferenza che il soggetto non riesce a comunicare nel modo convenzionale per cui usa il proprio corpo.

 

SIGNIFICATO E MESSAGGIO DEL DISTURBO ALIMENTARE

 

I comportamenti disturbati relativi all’alimentazione e al modo di usare il proprio corpo significano rabbia, sensi di colpa, frustrazioni, paura del giudizio, paura del rifiuto, ma anche mancanza, assenza di qualcosa che riempi, appaghi, soddisfi, consoli.

 

Direi che soprattutto è il SENSO DI VUOTO a governare in questi casi: un vuoto enorme che si cerca di riempire con il cibo, lo stesso che poi viene rifiutato e ributtato fuori perché inadeguato a soddisfare la vera natura del bisogno.

Non si tratta di fame di cibo ma di FAME DI AMORE E DI SENSO DI VITA (ipotesi di interpretazione della bulimia)

Da un’altra prospettiva si può parlare di MANCANZA  DI SENSO: la mancanza coincide con l’assenza e nell’assenza ci si identifica, aspirando all’invisibilità, all’incorporeità, all’annullamento del fisico per il desiderio di approdare ad un mondo etereo, intoccabile, inafferrabile e perciò perfetto (ipotesi di interpretazione dell’anoressia).

In entrambi i casi si va per una via sbagliata perché nel primo caso invece dell’amore e del senso si cerca il cibo, nel secondo caso invece di accostarsi di più alla perfezione e alla trascendenza si finisce per arrivare all’inesistenza, all’annullamento di sé.

 

QUALE CONCLUSIONE POSSIBILE?

 

I DISTURBI ALIMENTARI SONO MOLTO COMPLESSI E LA CURA NECESSITA DI UN APPROCCIO INTEGRATO DOVE FARMACOTERAPIA, PSICOTERAPIA E SCIENZE DELLA NUTRIZIONE INTERVENGONO INSIEME per  trattare tutti i fattori che agiscono nel mantenerli.

 

Quello che deve essere chiaro è che questi disturbi non sono semplicemente e solamente legati alla dieta ma hanno una matrice profonda che richiama a contenuti di altra natura (e in quanto psicologa su questo aspetto concludo il discorso).

Come già detto se riusciamo a leggervi una fame di amore, un bisogno di senso, un’aspirazione a qualcosa che va oltre il proprio corpo,  allora bisogna avviarsi esattamente per questa strada.

Iniziare a cercare dove sta l’ Amore, il Senso,  riflettere per capire con cosa possiamo veramente identificare la perfezione e la trascendenza; questo è un primo passo che servirà per riprendersi il proprio corpo nella sua completezza, riunendo la parte fisica con il mentale in un dinamico equilibrio sempre in espansione.

 

P.S. Vi invito a comunicare via email se desiderate continuare questo argomento.

 

 

 indice "emozioni"   -  home

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE