L’AMAREZZA

Percorso nelle nostre emozioni / VI

di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta - 4-4-12

(Castello di carte di Alexander Daniloff)

 

Dando uno sguardo al nostro cerchio delle emozioni[1]

non troveremo l’amarezza ma alcune emozioni secondarie che possiamo considerare molto vicine ad essa: l’aspettativa e la delusione. L’amarezza credo sia la risultante di un processo che, partendo da un’aspettativa – ossia da un sentimento di attesa verso un risultato da noi già prefissato – arriva ad un esito negativo deludente, generando appunto una sensazione di delusione permanente che lascia il cosiddetto “amaro in bocca”.

Mi vorrei soffermare su questi due primi passaggi perché determinano il grado e l’intensità dell’amarezza che conserviamo dentro di noi, stato che condiziona il nostro atteggiamento verso il mondo rendendoci sfiduciati e pessimisti.

L’aspettativa si crea tutte le volte che ci poniamo verso l’esterno e gli altri dando per scontato un risultato o un comportamento. Possiamo avere aspettative espresse in positivo (aspettativa di un successo) o in negativo (aspettativa di un fallimento). Per es. possiamo dire a nostro figlio di 12 anni : “Sicuramente, siccome sei sempre stato bravissimo a scuola, avrai anche quest’anno la media del nove”, oppure pensare tra me e me “Anche questo ragazzo si stancherà di me e mi lascerà”. Nel primo caso mi sto radicando su un’immagine ideale di mio figlio, quella dell’alunno modello, in cui io non prevedo l’eventualità di cali nel rendimento dovuti alle più svariate cause (momenti di stanchezza del ragazzo, cambiamenti di umore, intenzione di abbassare o cambiare lo standard di prestazione, ecc). Nel secondo caso sto già tracciando nella fantasia la mia storia sentimentale portandola verso la fine: dò per scontato il comportamento del mio ragazzo e il risultato finale. Noi psicologi definiamo questa situazione “profezia che si autoavvera” (per altri detto anche “effetto Pigmalione” o effetto Rosenthal [2]),

cioè inconsciamente, con questa fantasia, faciliterò situazioni critiche che porteranno al fallimento della relazione d’amore. Questo è ciò che spesso si verifica quando una persona ha l’abitudine di fare previsioni negative in modo esagerato, e questo spiega anche l’accanimento di eventi funesti sempre sulla stessa persona (Perché capita sempre a me? Perché ogni volta con un uomo va a finire male? Perché vengo sempre delusa dalle amicizie? ): se andiamo a vedere quasi sempre troveremo un individuo che si affaccia alle esperienze e al mondo con una forte difesa per paura di soffrire e quindi con una sfiducia di base verso le cose.

Conoscete l’aneddoto del signore a cui serviva un martello? Più o meno diceva così:

Un signore doveva appendere un quadro e non trovava il suo martello. Decide di andarlo a chiedere al suo vicino di casa. Inizia però a pensare che il vicino potrebbe scocciarsi, rispondergli male, magari offenderlo per averlo disturbato, arrabbiarsi tanto da arrivare persino a dargli un pugno. Il signore si convince così tanto della immaginata scortesia del suo vicino che, pieno di offesa e di rabbia, bussa al vicino e appena questi apre la porta, gli sferra un pugno dicendogli “Il tuo maledetto martello te lo puoi anche tenere!” .

Quindi: è giusto e sano fare previsioni e avere aspettative purché siano ragionevolmente realistiche, cosa che posso verificare attraverso il confronto e il dialogo con altre persone, il cui parere devo poi tener presente nella mia valutazione.

L’aver sperimentato una serie di esperienze negative porta a vivere con sfiducia e diffidenza le relazioni, ci si aspetta la delusione e abbiamo visto come ciò ci predispone in modo difensivo verso le relazioni. Si può instaurare un senso generalizzato quasi costante di amarezza che dà un colore di tristezza al tono di fondo personale: la mia chiusura difensiva anziché darmi sicurezza, mi lascia solo e triste.   Dall’amarezza quale emozione transitoria legata ad una delusione, si può scivolare in uno stato più pesante e continuo che può sfociare in una sindrome.

Purtroppo di questi tempi l’amarezza è uno stato condiviso da molti. Il contesto economico italiano sta generando situazioni di disperazione e chi già si sentiva in difficoltà prima, adesso non riesce proprio a vedere un futuro migliore. (vedi allegato “Quando l'amarezza si trasforma in malattia)

·        Come uscire da questo circolo vizioso?

Finché siamo sotto il livello di guardia, possiamo combattere il senso di amarezza con le nostre forze e risorse,  per non arrivare al punto di dover cercare un aiuto esterno. Come ho detto sopra è importante mantenere un dialogo aperto di confronto con gli altri e un equilibrato senso di realtà. Serve metter sempre alla prova le nostre convinzioni, lasciare sempre un margine di variabilità sia nell’andamento degli eventi che nel comportamento altrui verso di noi; considerare la possibilità che le cose possano andare diversamente, ci consente di prepararci anche all’imprevisto risparmiandoci la delusione. Cioè, pur conservando il mio ottimismo – cioè la previsione positiva – metto in conto anche la possibilità che vada diversamente e mi preparo in anticipo anche a questa eventualità. Ciò mi permetterà, in caso di insuccesso, di soffrire di meno e di non farmi trovare impreparato, quindi saprò reagire in modo adeguato. 


 

[1]

Vedi “A CONTATTO CON LE NOSTRE EMOZIONI Introduzione”  - Allegato IL CERCHIO DELLE EMOZIONI (ott/2011)

 

[2]

 “Effetto Pigmalione”o Effetto Rosenthal:  In Ovidio (Metamorfosi, X, 243), Pigmalione è uno scultore che si innamorò di una sua statua, raffigurante una figura di donna, fino al punto di implorare Afrodite affinché la trasformasse in un essere umano per poi poterla sposare.

Robert Rosenthal fece un illuminante esperimento nell’ambito della psicologia sociale in cui dimostrava come l’aspettativa/pregiudizio influisce sulle relazioni interpersonali.

 

 

 

CORRELAZIONI

 "SIA RIMOSSA DA VOI OGNI AMAREZZA…." Efesini 4:31 - con riferimento alla fede - di Renzo Ronca - 30-6-14 - h.9,39 - (Livello 2 su 5)

 

 ASPREZZA E FEDE - di Renzo Ronca - 24-7-14-h.10,30 -  (Livello 2 su 5)

 

 

"Per chiarimenti sul contenuto, approfondimenti o domande, potete scrivere all'indirizzo mispic2@libero.it  specificando nell'oggetto "Domande alla psicologa". La d.ssa Ciampi sarà lieta di rispondere"-

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