Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

LA GIOIA

Percorso nelle nostre emozioni / II

di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta - 29-11-11

 

 

(Disegno di G.C.)

 

(…) La gioia è indicibilmente di più della felicità; la felicità irrompe sugli uomini, la felicità è destino; la gioia gli uomini la fanno fiorire dentro di sé, la gioia è semplicemente una buona stagione sopra il cuore; la gioia è la cosa massima che gli uomini abbiano in loro potere”.  (Tratto da una lettera di Rainer Maria Rilke)

 

Vale per la felicità quello che vale per la libertà. Non la si ha ma la si è.   (Theodor Adorno)

 

Felicità o gioia? Non sono proprio la stessa cosa

Il dizionario Zingarelli dice che è felicechi è pienamente appagato nei suoi desideri”, quindi la felicità richiede la soddisfazione di bisogni, desideri, aspettative. Un tale concetto lo potremmo analizzare su diversi livelli: sul piano biologico chiedendoci quali bisogni devono essere soddisfatti per essere felici; su quello psico-sociale ragionando su cosa condiziona i bisogni e i desideri, o se la felicità ha caratteristiche individuali o uguali per tutti, o ancora quali condizioni psicologiche occorrono per essere felici; sul piano filosofico ci dovremmo chiedere cosa è la felicità e se esiste veramente; infine potremmo considerare questa emozione sul piano spirituale (dove viene fatta una netta distinzione tra il piacere legato alle cose materiali e la felicità in senso spirituale, quella che si raggiunge con capacità interiori e legate alla trascendenza).

La gioia invece, nel linguaggio comune, è associata ad un'emozione, a uno stato interno di forte attivazione psico-fisica piacevole. Proviamo gioia per un evento, di fronte a una sorpresa piacevole, in una situazione in cui ci sentiamo veramente bene. Potremmo dire che sperimentare spesso l’emozione della gioia dovrebbe portare alla felicità, ossia a quello stato emotivo di benessere durevole e di fondo tanto cercato e agognato. Eppure non sempre è così semplice.

Diciamo quindi che la felicità è uno stato interiore prolungato, uno stato-base emotivo di benessere, mentre la gioia è l’emozione positiva, scatenata da un evento o situazione, che ci vitalizza e attiva anche nella componente fisiologica, oltre che interiore, che spesso descriviamo con espressioni tipo “fare salti di gioia” o “non stare nella pelle dalla gioia”. Non è facile parlare della gioia senza toccare il tema della felicità; pur essendo due concetti  non coincidenti si richiamano e si rinforzano reciprocamente.

Cosa ci procura gioia?

Oggi si collega molto facilmente la felicità al benessere materiale come se il benessere interiore ne fosse soltanto la conseguenza. Per molti la gioia è legata al possedere, all’ottenimento di un bene desiderato: la fonte del nostro benessere sembra collocarsi all’esterno, prendendo spesso la forma di un cellulare, di un’automobile, un vestito griffato, o altro. Oppure, spostandoci su un piano diverso, proviamo gioia nei rapporti interpersonali quando usciamo trionfanti dal confronto con gli altri, nel riconoscimento della nostra superiorità, nel sentirci onnipotenti o vincenti, annebbiati dal nostro narcisismo e dal nostro ego smisurato.

Fortunatamente anche nel campo della ricerca qualcuno riesce a confutare questa visione: M. Csikszentmihalyi,  psicologo e famoso teorico della felicità e del benessere, ha sviluppato il suo lavoro intorno all’ osservazione che nonostante oggi le ricchezze e i mezzi siano maggiori che nel passato, ciò non ci garantisce la felicità e questo perché la felicità non deriva dalla fortuna, dal caso o da eventi esterni ma è strettamene legata alla nostra volontà e dipende da come ciascuno di noi interpreta gli eventi e le esperienze. (Vedi il link approfondimento: “Cosa dice M. Csikszentmihalyi circa la felicità”).

Il nostro modo di interpretare ed elaborare l’esperienza e gli accadimenti, a sua volta dipende non tanto dall'età o dal sesso, tantomeno dalla bellezza, dalla ricchezza o dalla cultura, ma da caratteristiche della personalità quali ad esempio l’estroversione, la fiducia in se stessi, l’avere una sensazione di gestione/controllo su di sè  e sulla propria vita.

La gioia e i suoi segnali fisiologici

Le persone felici e gioiose a livello fisiologico presentano un'attivazione generale dell'organismo che si manifesta con un aumento del tono muscolare, un'accelerazione della frequenza cardiaca e una irregolarità della respirazione.

Un segno caratteristico di chi è gioioso è il sorriso, il segnale universalmente riconosciuto della felicità. Accompagnato da uno sguardo aperto e luminoso, il sorriso ci comunica un messaggio di serenità e disponibilità, apertura al dialogo.               Molti fanno fatica a sorridere, provano difficoltà nella mimica o lo ritengono un segnale di superficialità o di ipocrisia. Si tratta di persone che hanno perso per strada qualcosa della loro infanzia, che hanno sofferto o hanno subìto un’offesa che non riescono a perdonare. Si tratta forse di persone che devono imparare ad avere fiducia in sé e nel mondo. Sono quelle che hanno più bisogno del sorriso degli altri. (vedi il link approfondimento: Il sorriso e il ridere)

Effetti della gioia sulla nostra vita

Arrivare ad avere uno sguardo diverso sulla realtà, un modo diverso di guardare agli eventi, può condurci a provare più spesso l’emozione della gioia e questo avrebbe un effetto benefico generale su di noi, come diversi autori confermano (v. in letteratura Mayer e Volanth 1985, D'Urso e Trentin  1992, Cunningham 1986; 1988).

Sono tante le ricerche scientifiche che dimostrano come le persone felici siano spesso di buon umore, si sentano tranquille, soddisfatte di quello che fanno, abbiano un senso generale di appagamento. Ovviamente questo stato le porta ad essere più disponibili verso gli altri e ad adattarsi meglio ai cambiamenti, a reagire meglio agli imprevisti.

Innescando un circolo virtuoso, uno stato d’animo del genere porta ad una visione migliore delle cose e spesso ad un modo migliore di affrontare anche un compito: un semplicissimo esempio che tutti abbiamo sperimentato è come la fatica si attenua durante un lavoro pesante quando iniziamo a cantare una bella canzone o a scherzare con il compagno di lavoro. E’ l’azione della gioia che abbiamo “stanato” e che ha generato una sensazione positiva trasformando quel lavoro in un divertimento.

In un lavoro sperimentale si è osservato come a scuola gli alunni imparino meglio e prima se in classe c’è un clima gioioso e se vengono coinvolti durante la didattica con strategie finalizzate a stimolare uno stato d’animo positivo e allegro. Uno stato di gioia stimola l’apprendimento, la memorizzazione, la creatività (rif. Ellis , Thomas e Rodriguez , 1984; Ellis , Thomas McFarland e Lane , 1985)

 

 

Bibliografia per approfondimento:

D'Urso V e Trentin R.  Sillabario delle emozioni, Giuffrè 1992

Spunti tratti da: ALLA RICERCA DELLA FELICITA' - A cura della Dott.ssa E. Maino - www. Benessere.com

 

Correlazioni di tipo cristiano

LA GIOIA NEL SIGNORE CHE DERIVA DALLA FEDE (SALMO 16) (RR)

Tutte le mie fonti di vita e di gioia sono in Te (DL)

VOGLIO SEGNALARE LA MIA GIOIA (breve testim.)

TU SEI LA LUCE CHE RESTA (DL)

LA FELICITA' INCONTENIBILE CHE CI ATTENDE (RR)

 

 

 

 

 

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