A CONTATTO CON LE NOSTRE EMOZIONI

introduzione

Dott.ssa  Gabriella Ciampi – Psicologa Psicoterapeuta

 

 

["Emozioni" di Gabriella Ciampi - vedi immagine ingrandita]

 

“…ogni essere umano è un buon terapista… ogni volta che uno è cortese, decoroso, psicologicamente democratico, affettuoso, caldo e aiuta gli altri, costituisce una forza psicoterapeutica per quanto piccola possa essere.” [A. H. Maslow 1973]

 

Disagio per le normali emozioni (Vedi allegato IL CERCHIO DELLE EMOZIONI)

Spesso quando si parla delle emozioni si tende a farlo con un tono di fastidio e imbarazzo, come fossero ospiti sgraditi nella nostra casa, indesiderati, o accessori scomodi ma inevitabili. Penso a quelle situazioni in cui nostro malgrado siamo arrossiti o siamo scoppiati a piangere, o peggio abbiamo perso il controllo urlando per la rabbia e insultando l’interlocutore; così come quando ci commuoviamo davanti ad una scena tenera  sentimentale. Si tratta di situazioni in cui ci siamo sentiti “stupidi”, infantili, situazioni che riviste con il senno di poi sembravano gestibili diversamente, in modo più “adulto”.

Ma perché ci spaventano le emozioni?

Sembra questo l’aspetto più sgradevole delle emozioni, questo farci sentire bambini, incapaci e insicuri: provare una forte emozione ci spaventa perché ci fa tornare piccoli, ci fa sentire in balia di forti sensazioni, anche fisiche, che non possiamo controllare e quindi nascondere. Ma c’è di più: provare una forte emozione ci fa perdere il controllo su noi stessi, cosa che ci scatena la paura di disperderci, di disintegrarci, di scioglierci. Tradotto significa: paura di morire.

Eppure cerchiamo emozioni estreme

Eppure accanto a questo aspetto e nonostante ciò, negli ultimi anni oltre alle varie forme di dipendenza vecchie (alcool, droga) e nuove (internet, gioco d’azzardo) si è andata delineando una nuova preoccupante tendenza soprattutto tra i giovani, quella della ricerca di emozioni estreme. L’espressione di sensation  seeking (letteralmente “ricerca di sensazione”)[1]

si riferisce proprio alla ricerca di intense emozioni, di esperienze sempre diverse e sempre più eccitanti, che spaziano dall’uso di droghe ad attività sportive estreme, dai viaggi esotici a stili di vita stravaganti e comportamenti disinibiti (la velocità, il salto nel vuoto, ecc.). I media ci raccontano spesso di nuove mode ed episodi di cronaca in cui è evidente la ricerca patologica di forti sensazioni.  Tendenze nuove e pericolose tra gli adolescenti alla ricerca di un attimo di pura adrenalina, come il balconing – gettarsi dal balcone su una piscina sottostante- , oppure il planking –cioè sdraiarsi in bilico su un luogo pericoloso per es. una ringhiera, un cornicione, i binari, ecc - e farsi fotografare, situazioni che hanno portato anche ad esiti funesti. La ricerca dell’emozione estrema non è solo dell’adolescente ma sappiamo che è diffusa anche tra gli adulti, non solo nell’ambito sportivo ma anche in quello più personale ed intimo delle relazioni sessuali.

A volte vorremmo una diversa identità

Le esperienze di ebbrezza e di vertigine fanno parte da sempre di ogni società . Ciò che si cerca è di modificare lo stato di coscienza abituale per avere una diversa esperienza di sé quando i propri sentimenti, le proprie emozioni e obiettivi appaiono opachi, spenti, grigi e smorti. Si cerca così di costruirsi una diversa identità (quella che si possiede è percepita troppo sfumata e noiosa) nella ricerca di una felicità istantanea. E’ un modo di lenire ansie e frustrazioni quando il disagio psicologico sembra ingestibile e inascoltato (stati depressivi, disturbi del comportamento alimentare – anoressia, bulimia – problemi familiari e scolastici, ecc). Qui vediamo come ci siamo spostati su un piano diverso, non più costruttivista-positivo ma patologico-negativo. Ci sentiamo limitati, imperfetti e non sopportiamo questa sensazione; sentiamo vaghe “mancanze” incolmabili, desideri che devono essere necessariamente soddisfatti. Non sopportiamo i vuoti, i silenzi, l’ attesa (argomento questo della non tolleranza  silenzi e dell’attesa che spero riprenderemo presto).

Sviluppare tolleranza alla frustrazione

Sentirsi interiormente integrato e in armonia vuole dire anche sviluppare una buona tolleranza alla frustrazione, concetto alieno oggi e quasi sconosciuto alla maggioranza, motivo per cui qualcuno arriva a sentirsi soffocato dalle paure e dall’ansia (sviluppando sintomi depressivi, attacchi di panico, fobie) o arriva a cercare “lo sballo” o “lo stare sul bordo” rischiando la vita.

E se provassimo a cambiare? (Proposta di un percorso per la maturità)

Alla luce di queste considerazioni, ciò che noi desideriamo fortemente e che qui vogliamo suggerire, è un percorso di crescita personale intrapsichico, un percorso che passa nelle zone più profonde dell’essere, e che possa portare alla maturità affettiva[2]

che significa conoscenza e accettazione della propria natura ma con in più una capacità di elaborazione e gestione di sé tale da incrementare e ottimizzare le proprie risorse, qualità, talenti, potenzialità. E’ questo che ci può portare all’equilibrio emotivo, al controllo intelligente e consapevole delle emozioni non attraverso la repressione coatta ma armonizzando l’emotività con la razionalità e con la fede. (Vedi allegato 2: "INTELLIGENZA EMOTIVA")

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[1]

MARGINALIA. PSICOLOGIA DI COMUNITA’ E RICERCHE DI INTERVENTO SUL DISAGIO. A cura di G. Lavanco , C. Novara FrancoAngeli 2005

[2]

PSICOLOGIA E VITA SPIRITUALE  di Benito Goya (EDB 1999)