Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

DALLA MATURITA’ PSICOLOGICA ALLA MATURITA’ SPIRITUALE - III PARTE

LA MATURITA’ SPIRITUALE

Da: AZIONI E REAZIONI: PARLIAMO DI COME CI COMPORTIAMO - di Gabriella Ciampi psicologa psicoterapeuta - 27-12-12 -  (Livello 5 su 5)       

 

[Francesco si spoglia davanti al vescovo di Assisi - (Giotto, Basilica sup. di S. Francesco, Assisi)]

 

 

(segue)

Nei precedenti capitoli abbiamo parlato di maturità psicologica e affettiva e abbiamo detto che alla base della maturità spirituale, ci sono alcuni passaggi relativi alla conoscenza di sé e all’ accettazione di sé nell’insieme di potenzialità, doni, punti di forza, e pure di difetti,  fragilità, limiti.

Per crescere la maturità ha bisogno di equilibrio, quell’equilibrio grazie al quale l’emotività è guidata dalla razionalità e il comportamento è orientato dai propri valori. Certamente questo equilibrio non sarà sempre stabile e imperturbabile: l’umore varia, gli accadimenti possono essere vari e scuoterci, i timori, le paure, i problemi arrivano da ogni parte, tuttavia più la persona è progredita interiormente nelle fasi di crescita e verso la maturità, più sa affrontare le circostanze. Riesce ad avere fiducia in se stessa, nelle proprie capacità, a prendersi le proprie responsabilità, a non avere aspettative illusorie verso l’esterno e gli altri.

Facendo un discorso di fede, il credente trova in Dio proprio questo: la fonte della fiducia, della sicurezza e dell’accettazione di sé.  Avendo la certezza di essere amato da Dio in un modo del tutto unico e incommensurabile, la persona che ha fede trova una pace e una sicurezza che la portano oltre le singole circostanze.  

 

UNA FEDE MATURA

Tenendo sempre presente Frankl e la sua “psicologia dell’altezza”, vogliamo andare oltre, più in alto, verso la trascendenza, e passare quindi dall’equilibrio e dalla maturità all’armonia interiore, al progetto e al senso della propria esistenza. Occorre una spinta verso la pienezza, qualcosa che fortifichi la volontà, che orienti le azioni e le nostre energie. Ciò a cui l’uomo aspira è un centro totalizzante, un fine unificatore che dia senso alla vita, alle contraddizioni che viviamo, alla lotta tra il bene e il male, alla variabilità spesso anche dolorosa dell’uomo.

E’ proprio in Dio che possiamo trovare tutto questo. Non possiamo escludere la possibilità di trovare equilibrio, fiducia, serenità anche senza la religione ma sarà restare a un livello umano, escludendo l’apertura alla dimensione trascendente. Qui si tratta di una scelta.  

La scelta del credente porta ad un arricchimento e al perfezionamento della base umana perché tutto il sistema umano viene elevato ad un livello superiore, tutto per lui acquista un significato illuminato da una visione di unione con Dio.

La scelta di essere cristiano, seguace di Gesù, aggiunge ulteriormente alcune cose alla maturità di fede.

Il cristiano maturo ha un ruolo importante nei piani di Dio perché collabora al Suo progetto, non può sentirsi escluso dall’impegno a migliorare il mondo, ad agire nel mondo, ad uscire dalla propria individualità.  Il messaggio cristiano diventa la filosofia di vita secondo la quale vivere ed agire, verso se stessi e verso gli altri. Questo fatto  condurrà il credente  alla vera maturità e ad una pienezza  interiore.

Ma resta un dubbio importante.

 

CI PUÒ ESSERE MATURITÀ SPIRITUALE NELLE PERSONE IMMATURE O CON ALTERAZIONI/PROBLEMI PSICOLOGICI (NEVROSI, SCHIZOFRENICI, ECC)?

 

Possiamo pensare che la crescita psichica e la crescita spirituale sono due dimensioni diverse e pertanto possono svilupparsi indipendentemente.

Se andiamo a guardare la storia della spiritualità non sono affatto pochi coloro che accanto ad un’intensa spiritualità hanno manifestato disturbi mentali più o meno gravi, dalle “stranezze” nevrotiche alla schizofrenia (giudichereste “normale” un comportamento plateale e clamoroso come quello di Francesco di Assisi quando nella piazza si spoglia completamente davanti a tutti rinunciando alla sua identità, alla sua famiglia e alle ricchezze, per seguire la fede evangelica?) .

L’obiettivo ideale della crescita spirituale e cristiana è possedere una buona maturità psicologica e spirituale, tanto più siamo psicologicamente sani tanto meglio si esprimerà e si espanderà la nostra vita spirituale.

Tuttavia non dobbiamo pensare che la pienezza spirituale sia prerogativa di pochi, dei sani o di persone speciali o che hanno studiato: tutti, veramente tutti, siamo chiamati, ciascuno con la propria sensibilità, personalità, capacità di risposta.

La mancanza di equilibrio, l’immaturità, può forse ostacolare, fare resistenza, ritardare il cammino: per esempio chi soffre per esagerati sensi di colpa faticherà a comprendere fino in fondo e far proprio il concetto di peccato o di perdono, così come chi di carattere resta immaturo continuerà a vivere una fede immatura fatta di egocentrismo e di richieste dettate da bisogni e circostanze contingenti.

Ma possiamo anche vedere una caratteristica di reciprocità, di scambio tra le due dimensioni: anche la vita spirituale può in qualche modo agire su quella psicologica. L’azione trascendente può agire sull’equilibrio psicologico, può compensare e aiutare la persona a superare le proprie lacune. La crescita e maturità spirituale incide profondamente sulla persona e sul funzionamento della personalità.

Arriviamo così a concepire un concetto di maturità totale, globale, dove l’azione di Dio, accolta e ascoltata, avrà anche una forza “terapeutica” ma allo stesso tempo dove una solida base umana, integrata ed equilibrata,  facilita e contribuisce all’azione di Dio.

 

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