La promessa del Signore

La promessa del Signore

« E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi » (Giovanni 14:3)
Gesù parla alla samaritana

TESTO:  vedi nota (1)

COMMENTO:

1-5

I farisei (2), vendo il successo delle predicazioni di Gesù con l’aumentare dei battesimi (3), avrebbero tentato di ucciderlo; per questo Gesù decide di spostarsi verso la Galilea.

Osserviamo la cartina: vediamo che tra la Giudea e la Galilea c’è la Samaria.

Tra Giudei e Samaritani non correva buon sangue. I primi, rigidi osservanti, per andare in Galilea solitamente preferivano fare un cammino molto più lungo, passando per la Perea, pur di evitare di incontrarli. I Samaritani infatti erano considerati “scismatici”, avendo accettato nel loro popolo elementi estranei assunti dagli Assiri che erano idolatrici. Con un termine moderno potremmo definire la fede dei samaritani come “sincretista”, ovvero un insieme di dottrine anche contrastanti. Rifiutavano la centralità giudea dell’adorazione al tempio di Gerusalemme a cui contrapponevano la vetta del monte Gerazim, vicino a Sicar. Avevano persino una loro “Torah” autonoma (4).

Il primo elemento di riflessione è che Gesù sceglie il percorso breve, diretto, passa dentro la Samaria. Una buona lezione per noi che giriamo sempre al largo da quelli “che sbagliano”. Gesù è venuto a far conoscere a salvare le persone che lo vogliono ascoltare, indipendentemente dal loro ambiente. Se rivela cose profonde a Nicodemo, colto, capo religioso giudeo, non sarà da meno con una donna apparentemente insignificante e disprezzata come la samaritana. Davanti a Lui sono due anime che hanno lo stesso valore. Anzi, a guardare bene, verso la Samaritana ha una cura particolare visto che la Scrittura le dedica il dialogo più lungo dei vangeli. Gesù “passa dentro di noi”, attraversa luoghi e cuori.

vv.6-7

Secondo la maggior parte degli studiosi l’ora sesta era da intendere alla maniera giudaica e non romana: vale a dire mezzogiorno. Una donna samaritana viene ad attingere l’acqua. Sorprende che venga proprio a quell’ora, ma dal resto del racconto si può intuire il perché: gli orari in cui le donne attingevano l’acqua erano la mattina e la sera; Erano quelle anche le occasioni per incontrarsi e parlare; Ed anche fare pettegolezzi. La Samaritana, consapevole  di avere una vita già abbastanza “chiaccchierata” come vedremo più avanti, forse preferiva andare da sola, lontano da ogni frecciatina ironica delle altre donne.

Il fatto che Gesù le parli, per noi è cosa abbastanza normale, ma per capire a fondo il gesto “scandaloso-rivoluzionario” per quel tempo dobbiamo fare delle considerazioni:

1)    Era una donna: ancora adesso le donne del medio oriente hanno pochi diritti: in molti posti non possono guidare le macchine, non possono mostrare il viso, non possono votare, non possono parlare in pubblico. Ancora oggi persino nel nostro paese occidentale queste donne vengono accompagnate dal padre o dal marito o dai fratelli che parlano al posto loro. Chi è andato a visitare le nazioni del medio oriente sa che in mancanza dei parenti maschi più stretti, un qualsiasi uomo, per la strada, può riprendere una donna del loro paese se questa non si comporta secondo la legge. Se è così oggi, pensate allora!

2)    Era samaritana: Pensate che una legge rabbinica (5) del 66 d.C. imponeva a tutti i giudei di considerare le donne samaritane come se avessero sempre il ciclo mestruale, ovvero fossero sempre impure! Da questo si può capire la mentalità dell’epoca. Un rabbino sarebbe morto di sete pur di non accettare nulla toccato dalle mani della samaritana “impura”.

3)    Era una donna peccatrice: come si vedrà più avanti (v.18), Gesù sapeva che questa donna aveva una condotta a dir poco immorale per quel tempo.

Eppure, nonostante questo, Gesù si fa trovare a quel pozzo e le parla. Le chiede dell’acqua.

E’ sorprendente come Dio “faccia tanta strada” per incontrare noi; non solo, ma che incontrandoci sia Lui a chiedere a noi dell’acqua! Questo “paradosso”(6)  vale per ognuno di noi, perché nonostante i nostri peccati siamo rcercati premurosamente ed amati da Dio. Il Signore cerca un incontro personale con noi, al di là di ogni divisione dottrinale. Egli ci consce profondamente e sa come farsi trovare sulla nostra via quando è il momento e sa come parlarci per farci crescere.

vv 9-17

Gesù parlando alla samaritana si mostra disponibile e le apre, per così dire, una possibilità di dialogo. Questa donna non è come le altre, non è remissiva e tradizionalista, è intraprendente, anticonformista, diretta; sa come parlare agli uomini. E’ incuriosita da questo trentenne giudeo che le parla come se niente fosse.

Nella Scrittura non sono mai spiegati il tono di voce, le inflessioni, le espressioni del volto ecc ma conoscendo le caratteristiche dei personaggi possiamo avvicinarci con un certo realismo alla realtà.

La donna non pensa proprio all’acqua che le viene chiesta, ma con un fare probabilmente tra l’incuriosito, l’ironico ed il civettuolo, inizia a fargli delle domande pratiche. -Come mai ti rivolgi a me?  Uuu.. avresti tu dell’acqua? Ma dai! Non hai nemmeno un secchio per attingere! Acqua viva? Bene allora dammela pure così mi risparmi questi viaggi faticosi da fare tutti i giorni!”

Gesù la lascia fare e non si sottrae a questa simpatica schermaglia verbale. Lui stesso non è come gli altri uomini: stavolta la donna ha trovato uno più furbo di lei! Egli la lascia dire e le risponde pacatamente con pazienza ed intelligenza, portandola sempre oltre. Infatti Gesù apparentemente risponde alla donna, in realtà conduce i significati in una elevazione del livello pratico-esteriore a cui lei era abituata. All’inizio, in questa prima parte del dialogo lei sembra non accorgersene, anzi quando Gesù le chiede di portare il marito, magari avrà pensato “ecco parla di me, vuole sapere se sono libera”; invece in un modo affascinante e meraviglioso per la gradualità, la tenerezza l’amore che Dio ha nei nostri confronti, Gesù aveva già introdotto Dio, Giacobbe, l’acqua viva per l’eternità. Parole e concetti a cui la samaritana girava intorno, ma non rifiutava, ancora presa dal lato umano dell’incontro. Quando rispondendo disse –Non ho marito- si aspettava forse un approfondimento da parte del forestiero, delle domande sulla sua vita, in cui sarebbe stata al centro dell’intesse di questo uomo.

V.18

Gesù a questo punto la sorprende facendole in tre parole una perfetta “fotografia” della sua vita: -hai avuto cinque uomini e convivi con un sesto che non è nemmeno tuo marito- Ecco che la donna si sente scoperta, messa a nudo da un uomo che ancora le parla pazientemente. Gesù non la sta giudicando ma le dice la verità della sua vita.

vv 19-20

La donna anche qui ha una reazione che ci sorprende. E’ intelligente capisce che ha davanti un uomo di Dio. E’ una donna che in fondo a modo suo ha sempre cercato la verità delle cose costi quello che costi: pensava forse che l’amore fosse la cosa più importante nella vita: non andava bene il primo uomo, nemmeno il secondo nemmeno il terzo… non si era stancata né si era ripiegata ad una vita chiusa e di rassegnazione: continuava a cercare l’amore, pure se questo non la rendeva mai soddisfatta dentro al cuore… pure se donna apparentemente “facile”, non era una prostituta, ma una che a modo suo cercava il bene sfidando le convenzioni tradizionali. Adesso si accorge che c’è un uomo che le sa leggere dentro al cuore. E’ bellissimo vedere che lasciando il tono “leggero” di prima, non chiede nulla per se stessa, ma seguendo il suo carattere diretto e spontaneo, lascia spazio ad una domanda di fede che aveva in sé chissà da quanto tempo: -dicono che bisogna adorare Dio qui su questo monte, voi invece dite che bisogna farlo a Gerusalemme, quale è la verità?- Lei pure è una donna che ricerca la verità come Nicodemo. Ecco la prima verità: tra i due è proprio lei quella che “ha sete”. Lei l’ha capito, non fa giri di parole e subito vuole bere di quell’acqua! E’ molto bella questa spontaneità tipicamente femminile, questo modo semplice e diretto di esprimere i propri sentimenti. Penso che il Signore non rimane mai indifferente a chi sa essere così “vero”. La donna che gli asciugava i piedi coi propri capelli, piangendo; l’altra Maria a cui si rivela per prima appena risorto… Anche noi dobbiamo imparare ad andare oltre le apparenze.

vv 21-25

Gesù, grande educatore, sposta di nuovo il discorso dal lato pratico dottrinale, alla realtà di un Dio che è Spirito e Verità e come tale non si può racchiudere né sul monte Gerizim dove adoravano i samaritani né nel tempio di Gerusalemme dove adoravano i Giudei. Un concetto profondo come il pozzo di Giacobbe[6] che la samaritana, come Nicodemo, avrà accolto, ma che avrebbe dovuto capire col tempo.

Gesù sta facendo affiorare una consapevolezza importante nella donna, che non opponendo più resistenza, è sul punto di realizzare…  -so che c’è un Messia che deve venire…-

v.26-30; 39-42

-Sono io che ti parlo- Ecco la “presa di coscienza”! Immaginate come si deve essere sentita quella donna! Tutto quello di cui aveva sentito parlare, tutte le sue domande, tutta la sua vita, tutto era lì davanti a lei!! Una persona vera! La Verità, il Messia, Dio Spirito…. Era lì vicino ad un pozzo, davanti a lei! Quanta pienezza nel suo cuore che trovava finalmente pace!! Impossibile da contenere tanta felicità per lei sola!!

Forse fu per questa pienezza o perché arrivarono i discepoli di Gesù o entrambe le cose, la donna DEVE correre via e dire questa cosa immensa anche agli altri! Non le interessa più niente di sé; sfidando i giudizi della gente pensa solo a testimoniare l’incontro col Signore! Questo è il primo grande esempio di evangelizzazione: una testimonianza. La testimonianza non è solo parlare intorno a Gesù, dei suoi insegnamenti, delle dottrine, delle cose di Dio, ma è riportare un fatto vetro accaduto. “Io ho incontrato il Signore!” Ci mette tutto di se, si espone, ci mette la faccia, il rischio di essere presa per pazza: ma non può trattenersi dal testimoniare.

Anche noi quando evangelizziamo dovremmo fare così. Non parlare di argomenti difficili scritturali, quelli verranno dopo come conseguenza, ma testimoniare il nostro incontro con Cristo, con una Persona vera. Una persona vera che ha incontrato me ed incontrerà anche te se lo vuoi! Vieni! Ti porto da Lui così potrai sentirlo tu stesso!  Questo è lo spirito giusto dell’evangelizzazione: una testimonianza vera!

Di fronte a questa verità molte persone del paese la seguirono. Pensate, seguirono ciò che disse una donna considerata poco di buono! Pensate quanto deve essere potente testimoniare Cristo!

Portare le anime a Cristo. Non rendere le anime dipendenti da noi stessi. Non facciamo questo errore! Noi non siamo Gesù, a noi compete solo servire, portare le anime al Signore e fare in modo che la Sua parola stessa possa diventare acqua viva. Fare in modo che per ogni anima si realizzi quel “sono io che parlo con te”.

Quante volte molti di noi hanno provato questa realtà emozionante e sublime di trovarsi davanti a Gesù! E Lui che toccai cuori che si rivela! A noi servitori la gioia “dell’amico dello sposo” che accompagna l’anima fino all’incontro col Signore!

Infatti la testimonianza servì a portare le persone attorno a Gesù, a restare con Lui per due giorni. E solo dopo anche loro hanno constatato. Dopo erano passati dalla testimonianza alla constatazione personale. Così agisce il Signore, sia benedetto il Suo amore infinito!

 


NOTE:

(1) TESTOGiovanni 4 :1 Quando dunque Gesù seppe che i farisei avevano udito che egli faceva e battezzava più discepoli di Giovanni 2 (sebbene non fosse Gesù che battezzava, ma i suoi discepoli), 3 lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea. 4 Ora doveva passare per la Samaria. 5 Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sicar, vicina al podere che Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe; 6 e là c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso il pozzo. Era circa l'ora sesta. 7 Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere». 8 (Infatti i suoi discepoli erano andati in città a comprar da mangiare.) 9 La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani. 10 Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva». 11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?» 13 Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna». 15 La donna gli disse: «Signore, dammi di quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere». 16 Gesù le disse: «Va' a chiamar tuo marito e vieni qua». 17 La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: "Non ho marito"; 18 perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità». 19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, ma voi dite che a Gerusalemme è il luogo dove bisogna adorare». 21 Gesù le disse: «Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità». 25 La donna gli disse: «Io so che il Messia (che è chiamato Cristo) deve venire; quando sarà venuto ci annuncerà ogni cosa». 26 Gesù le disse: «Sono io, io che ti parlo!» 27 In quel mentre giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che egli parlasse con una donna; eppure nessuno gli chiese: «Che cerchi?» o: «Perché discorri con lei?» 28 La donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» 30 La gente uscì dalla città e andò da lui. […]  39 Molti Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: «Egli mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40 Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed egli si trattenne là due giorni. 41 E molti di più credettero a motivo della sua parola 42 e dicevano alla donna: «Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo».

(2) Fariseo [… che significa propr. «separato»].  Membro di una setta religiosa e politica ebraica, sorta nel 2° sec. a. C. e dominante fra i partiti del giudaismo negli ultimi tempi dell’età precristiana, contraria ad ogni influsso straniero sulla legge, di cui predicava una rigorosa osservanza; la setta fu condannata da Gesù e dal cristianesimo primitivo per il suo eccessivo formalismo […]

(3) Perché Gesù non battezzava direttamente? Considerate la tendenza di allora (e di oggi) a volersi sempre sentire “più santi” degli altri (Marco 9:33-34) , immaginate cosa sarebbe successo se Gesù avesse battezzato qualcuno! Pensate le discussioni, le invidie, le divisioni!

(4) Insieme di leggi e precetti biblici raccolti nel Pentateuco.

(5)  Legge Rabbinica: scritta dai dottori della legge giudaica

(6) Paradosso: modo sorprendente e strano, inaspettato, che va contro la morale comune, servendosi spesso di attività opposte a quelle che ci si aspetterebbe. Gesù si fa battezzare da Giovanni, per Giovanni è un paradosso. In questo caso Gesù chiede l’acqua alla donna mentre Lui stesso è “l’acqua della vita”. Un Dio che “chiede per dare”. Insegnamento di grandezza nell’umiltà.

(7)  In effetti, pare dimostrato che quel pozzo fosse stato il più profondo della regione. Profondo come i cuori, come la Verità che Dio sa comunque portarci in modo semplice alla superficie delle nostre coscienze.


FONTI CONSULTATE: cristianievangeliciadi.it/studi-soft/236-la-samaritana.html;     adonaj.net/old/parabole/gesu_sam.htm;   Commentario biblico "Investigare le Scritture";    Enciclopedia Treccani;  

 

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