La promessa del Signore

La promessa del Signore

« E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi » (Giovanni 14:3)
Uomo stilizzato dentro una spirale

DA DIO LA RIVELAZIONE GRADUALE DELL'ESSERE SE STESSI

La persona che si avvicina a Dio viene rinnovata. E' come se a contatto con la spiritualità cristiana l'uomo rinascesse (Nicodemo- Giov. 3:7).

Ma se l'uomo acquisisce una nuova coscienza potremmo dire che anche la consapevolezza del suo "Io" cambia. In pratica entra nella conoscenza di un nuovo se stesso.

Ma che significa? Esiste già questa "persona" in noi o ci arriva da lontano?

 Entrambe le cose, come vedremo. "Se dunque siete resuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria." (Colos. 3:1-4) Rileggiamo con calma questo pensiero. Proviamo anche a meditarlo nei silenzi come già stiamo imparando a fare. Soffermiamoci su un punto centrale: "la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio".

 Nel momento in cui coscientemente diciamo di si al Signore Gesù e diventiamo cristiani, momento che per noi evangelici coincide col battesimo, allora nell'immersione moriamo al mondo, al peccato, ed emergiamo rinnovati spiritualmente in Dio. Ma se il battesimo è punto d'arrivo per una consapevolezza umana, come scelta esistenziale, è tuttavia l'inizio della scoperta della nostra vera identità.

Da lì attraverso le progressive fasi dell'espansione spirituale (consacrazione) si entra gradatamente nell'eternità alla scoperta del proprio "io".

 La nostra vita è un progressivo espandersi in altezza profondità (Efes. 3:18) "in spirito e verità" (Giov. 4:23): "in verità", perché arriviamo a capire la verità di una scelta cosciente e consapevole; "in spirito", perché lo Spirito di Dio affluisce in noi, o ci apre una finestra sull'infinito ed entriamo in contatto col Divino.

Lo Spirito Santo che è appunto Dio operante, trasforma gradatamente la nostra persona, la nostra anima e la espande. Un contatto ed una trasformazione graduali per non essere “bruciati” dalla Sua potenza.

E' inimmaginabile la potenza di Dio. Se non ci proteggesse dalla Sua stessa presenza il nostro corpo si dissolverebbe. Elia, così grande davanti a Dio da essere rapito in cielo senza attraversare la morte, sul monte quando udì il dolce sussurro di Dio "si coperse la faccia con un mantello" prima di uscire dalla caverna (1 Re 19:13). Mosè ebbe un rapporto particolare, molto diretto con l'Eterno ("..l'Eterno parlava a Mosè faccia a faccia. Come un uomo parla col proprio amico.. " Esodo 33:11), tuttavia, quando lo stesso Mosè chiede di conoscere la divinità, di vedere la gloria di Dio (Esodo 33:18) ecco che l'Eterno gli risponde: "Tu non puoi vedere la mia faccia perché nessun uomo può vedermi e vivere" Quindi l'Eterno disse: "Ecco un luogo vicino a me, tu starai sulla roccia, e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una fenditura della roccia e ti coprirò con la mia mano, finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai di spalle, ma la mia faccia non la puoi vedere"(Esodo 33:20-23).

L'uomo della Terra non può vedere la totalità di Dio, la sua straordinaria gloria. Due sono le possibilità: o Dio si trasforma e si "veste" d'umano (per esempio in Cristo) o si trasfigura l'umano e diviene spirito nello Spirito (come Gesù sul monte; come la nostra anima sulle ali dello Spirito di Dio in certe preghiere profonde).

Possiamo "vederlo di spalle" ovvero vedere i suoi effetti, le sue opere, i frutti...

Ma se c'è una cosa che ho imparato, è che devo sempre imparare; è che Dio è il superamento di ogni regola stabilita dall'uomo, di ogni classificazione… la libertà perfetta e assoluta che non ha bisogno di regole nella sua infinita bontà. Cosicché quando credi di averlo capito ecco che ti sconvolge e ti sorprende. Cosa vieta infatti al Creatore della vita di presentarsi in modo nuovo ancora non sperimentato, tanto da aprirci un pezzetto di infinito, una finestrella sull'eternità?

Meglio non fare altre regole altre classificazioni dunque, ma solo pensieri. semplici pensieri piccoli di chi come me cammina e lo cerca "come a tastoni" (Atti 17:27).

E allora, di fronte a questa "fiamma atomica" che è la presenza di Dio che brucia creando e modificando, come potremo mai rapportare noi stessi? Cos'è che in fondo siamo? Lui solo sa cosa siamo in fondo al nostro cuore. 

Non siamo sempre noi stessi e non lo siamo mai. "La nostra vita è nascosta in Cristo". Cristo è l'incarnazione, la rivelazione di Dio nell'umano. Il Creatore è il Verbo, è la Vita. La nostra vita è in Lui. La scopriamo man mano che ce la rivela. Chi siamo veramente non lo sappiamo: la nostra persona è solo una serie di maschere una dopo l'altra, come degli involucri che nella conversione andiamo a spogliare. un cammino in salita dove ad ogni sosta ci pare l'arrivo e vediamo un paesaggio.. e poi subito dopo un altro. ed ogni volta è più bello e più grande.

Torniamo ancora a Mosè: educato in Egitto pensava forse di essere pienamente se stesso in quell'ambiente; ma poi seppe di essere israelita e si comportò di conseguenza pensando di aver trovato finalmente la sua identità. Ma la reazione della sua gente quando uccise i due egiziani lo fece cadere in una crisi molto profonda. Non era ancora arrivato ad essere se stesso. Dopo anni di purificazione nel deserto Dio gli si rivelò e gli disse infine qual era il suo ruolo. Tre momenti diversi, tre persone, diverse. Ma una era falsa solo perché superata da un'altra?

Nel momento che viviamo nella verità della nostra coscienza siamo sempre veri, siamo sempre noi stessi, ma è la nostra persona, quell'essere noi stessi che si trasfigura in continuazione.

Gesù sul monte mostrò forse la sua vera identità ai tre apostoli, un Essere con altri esseri Elia e Mosè, fuori da ogni confine terreno. Ma come potevano capire i tre piccoli apostoli i misteri dell'eternità? Siamo anche noi così imbambolati di fronte a queste meraviglie e sappiamo solo dire come Pietro: "Signore è bello per noi stare qui, facciamo tre tende.." (Luca 9:33).

Prendiamo Saulo di Tarso: era sicuro di essere se stesso alla rigida scuola di Gamaliele (Atti 22:3) quando imprigionava i primi cristiani. almeno così credeva. Ma poi, dopo la famosa caduta, le sue sicurezze crollano e i suoi occhi perdono la vista per qualche giorno abbagliati dalla luce divina. Ritrovò una nuova vista e un nuovo se stesso quando Anania gli impose le mani. Era forse sempre uguale nel carattere, nelle azioni, nell'impeto di certe espressioni ("Che volete? Che venga a voi con la verga oppure con amore..." 1 Cor. 4:21); ma era anche un nuovo se stesso quando poteva contemplare realtà divine (2 Cor. 12:2 e segg).

Come facciamo a dire con sicurezza "così, in questo preciso modo io sono me stesso"?

Il pastorello Davide, il giovane Giuseppe che fu poi venduto dai fratelli, sono stati più se stessi dietro il gregge o quando conducevano le nazioni?

Vi sono rivelazioni di Dio che disegnano la nostra persona, ed il nostro "Io" prende corpo attorno all'opera del Signore. Allora forse vi sono diversi modi di esser se stessi?

Abbiamo come una infinita possibilità di livelli, di piani di realizzazione, un ventaglio di scelte nella vita terrena; ma se seguiamo Dio non possiamo far altro che seguire la nostra "vita nascosta in Lui" che non conosciamo, ma che Lui conosce.

Prendiamo il profeta Geremia: era più se stesso quando viveva tranquillo o quando in certi momenti si sentiva "costretto, per amore" a seguire un suo destino specifico come profeta di Dio? A volte la sua mente rifiutava questo ruolo, ma il suo cuore non poteva che accettarlo (Ger. 20:7-18).

Prendiamo il significato originario della parola "persona" che è "maschera". La "persona" era solo il personaggio dell'attore in teatro. Noi siamo "persone" che non hanno consapevolezza di essere tali. Rivestiamo delle immagini, dei personaggi, e siamo quei personaggi. Ci crediamo, li impersoniamo e ci identifichiamo con onestà nel ruolo di cristiano, di marito, di moglie, di avvocato, di psicologo, di insegnante, di autista. E magari terminiamo il passaggio terreno credendo questo; ma lo siamo? Siamo davvero noi stessi in quel personaggio che mostriamo al mondo? Chissà. Quale sia tra tutti quello vero non lo sappiamo. "è nascosto in Cristo".

Salomone fu un grande, ebbe la strada facile e tutti gli strumenti per mantenersi tale, ma forse verso la fine della sua vita divenne molto piccolo davanti a Dio che “si adirò”  (1 Re 11:9–10) con lui. Anche Saul che andò ad evocare uno spirito tra i morti, chissà davanti a Dio come sarà considerato?

E quel ladrone che si pentì accanto a Gesù, chissà se la sua statura nel cielo non sarà più grande di loro?

E allora chi siamo noi? Ciò che siamo veramente è "nascosto in Cristo" ed è probabilmente molto diverso da quell'immagine che mostriamo al mondo.

Nel nostro cammino cercheremo queste verità. Dio solo può dirci chi siamo veramente. "in Spirito e verità". 

Noi non possiamo non desiderare l'unità con Dio e riscoprire in Lui quella parte che ancora ci manca, il nostro nome vero, per ora nascosto in Lui, o nella memoria della creazione di cui in noi rimane una scintilla insopprimibile. Ma verrà certamente questo nome (Apoc. 2:17), anch'io lo conoscerò, ed anche tu; ed allora nell'unità con Dio e nel Suo amore che ci unisce e ci fa riconoscere, saremo finalmente noi stessi.

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