Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

MEDITAZIONE E PREGHIERA CRISTIANA

"Psicoflash" di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta - (20-1-12; 24-10-13) 13-7-16 - h. 10,30

 

(disegno di GC)

Negli ultimi decenni nel nostro mondo occidentale si sono diffuse tante tecniche di meditazione, per lo più di origine orientale, e frequentemente sentiamo parlare o leggiamo di come queste tecniche non sono in contraddizione con la preghiera cristiana, quella che siamo soliti considerare nella nostra cultura. Anzi possiamo anche aver letto che le due cose possono conciliarsi, andare insieme.

Le tecniche cui si fa più spesso riferimento sono per esempio quelle dello yoga, della filosofia zen, la meditazione trascendentale; non sono tutte uguali né per tecnica né per obiettivo. Questa non è la sede per spiegare le differenze e se ci sarà richiesto in un futuro vicinissimo lo faremo ben volentieri. 

L’aspetto che invece qui vorrei trattare è se e in che modo questi due ambiti - meditazione e preghiera cristiana - possono convivere.

Io penso che possiamo considerarli due piani diversi, due livelli diversi. La meditazione, in sintesi e semplificando il discorso, si concentra sull’uomo e, cercando di bloccare il pensiero, allontanarsi dall’Io, vuole trascendere il corpo e “fare il vuoto mentale” o per raggiungere la “piena consapevolezza” o per “unirsi al Tutto” o per arrivare, annullando i filtri della razionalità e del controllo mentale, all’essenza, al nucleo dell’Essere. (Almeno questo vale per la maggioranza delle tecniche meditative).

La preghiera cristiana ha una premessa fondamentale e indispensabile: è il contatto e il dialogo dell’uomo con Dio vivo e presente.

La preghiera in questo senso è sin dall’inizio orientata e si muove fuori dall’uomo, è in sé lo stare nell’incontro con Dio; per meglio dire ha come prerequisito il distacco da tutto ciò che è prettamente fisico-umano-concreto e si muove in un altro spazio-tempo in cui si incontrano l’uomo e Dio, e da cui poi l’uomo ne uscirà trasformato, dissetato, nutrito nello spirito e nell’animo.

Ci sono diversi gradi e livelli nella preghiera che possono fare di essa un’autentica esperienza religiosa da cui si esce più maturi e più consapevoli, dove il rapporto con Dio ne risulta potenziato. Nella preghiera cristiana non c’è solo il bisogno vago della trascendenza, di superare i limiti del corpo, di provare il benessere del vuoto mentale, della fusione con l’universo, c’è ancora altro: c’è il desiderio di stare nella relazione con Dio, di creare un rapporto personale con Dio, di approfondire la sua conoscenza per poter aderire meglio al progetto di Dio per l’uomo e specificamente per me che sto pregando.

Allora, alla luce di queste riflessioni, io vedo la differenza tra meditazione e preghiera cristiana ma vedo anche che non sono in contrapposizione, la prima può essere utile per accedere alla seconda. In che modo?

La preghiera cristiana esige una mente libera e pulita ad accogliere la vicinanza di Dio, a predisporsi all’ascolto. Per prepararmi alla preghiera posso dedicare venti minuti a liberare la mente da pensieri intrusivi, inutili, così come a rilassare il corpo per poter stare più a lungo a pregare dopo senza i limiti fisici.

Potrei quindi usare la tecnica psicofisica che più mi piace per prepararmi ad entrare nel tempio della preghiera. Libero dal soggettivismo, dal vincolo della mia fisicità, posso ora finalmente cominciare il mio dialogo intimo, particolare, personale, con Dio.

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