Il corpo che ingabbia: donne allo specchio -  di Stefania, psicologa - 18-12-14-

 

Fin da bambine le donne di oggi imparano che l'aspetto fisico conta. In particolare conta essere magre. La magrezza è sinonimo di auto-controllo, e l'auto-controllo è essenziale per raccogliere la grande sfida della competizione. Il corpo è un prodotto da modellare, levigare, presentare al meglio da ogni angolazione. Quanta cura e quanta attenzione per poterlo esibire nella grande vetrina della vita. Diete dimagranti, cosmetici, palestra. E quanta frustrazione per ogni difetto che non si riesce ad occultare o per quei chili che ostinatamente tornano e si posizionano dove più si vede. Quanto dolore nel sentirsi inadeguate. Ci si ammala nell'eco di un grande vuoto interiore che non può essere colmato dalla più bella delle apparenze.

Come se non bastasse ad un certo punto compare una ruga e si scopre che non c'è crema che possa farla sparire. Molte affilano le armi e ingaggiano una lotta contro il tempo che scorre, ricorrendo al bisturi, nascondendo la propria età, vestendosi come ragazzine.

Anche le donne più forti, quelle che hanno studiato tanto, che hanno un lavoro soddisfacente,  che sono parte di una bella famiglia, cadono sotto i colpi impietosi della bilancia e dello specchio.

Qualcuna però si ribella, manda in pezzi la vetrina, ignora la competizione e comincia a guardarsi dentro. Il corpo diventa una tenda da rendere confortevole per quel che si può, ma una donna non è quella tenda, una donna è una persona in cammino e se passa la vita ad abbellire la tenda, resta ferma a guardare il vuoto che ha dentro.

 

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"Per chiarimenti sul contenuto, approfondimenti o domande, potete scrivere all'indirizzo mispic2@libero.it  specificando nell'oggetto "Domande alla psicologa"

 

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