Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

L’IMPRINTING FILIALE

"Psicoflash" di Gabriella Ciampi - psicologa psicoterapeuta - 31-10-12 - (Livello 3 su 5)

 

(K. Lorenz a passeggio)

Vorrei riprendere una frase scritta dalla nostra sorella Anna Cuomo sull’articolo RISONANZA E IMITAZIONE :

L’imprinting genera un processo di incisione irreversibile sulla struttura del comportamento”.  

Colgo l’occasione per approfondire il concetto dal punto di vista psicologico, soprattutto in riferimento al rapporto genitore-figlio.

E’ opinione diffusa che un genitore è esempio e modello per i propri figli ma vorrei evidenziare il ruolo incisivo e la profondità dell’azione che il genitore svolge durante il periodo dell’accudimento.

Nell’arco di vita degli animali esiste un tempo detto “critico” in cui i cuccioli individuano prontamente l’adulto che ha il compito di prendersi cura di loro.  Anna Cuomo ha fatto giustamente riferimento all’etologo Konrad Lorenz il quale spesso si ritrovava a fare i suoi bagni dentro il lago seguito da una fila di anatroccoli pigolanti: era lui che per primo avevano visto appena nati e quindi lui solo andava seguìto. Accade cioè che nel periodo critico, subito dopo la nascita, è presente una disponibilità particolarissima ad apprendere velocemente le caratteristiche della figura di accudimento (quella che alleverà il neonato). Una volta apprese queste caratteristiche esse si imprimono in modo permanente e molto difficilmente questa figura potrà essere cambiata con un’altra. Poco dopo Lorenz aveva provato a proporre loro la madre biologica, ma gli anatroccoli la ignoravano e scappavano vicino a lui non riconoscendola. E’ una legge di sopravvivenza: il piccolo si deve assicurare il prima possibile la vicinanza di colui (o colei) che lo proteggerà dai pericoli e una volta individuato, non lo deve più lasciare finché non sarà abbastanza autonomo.

Tale legge vale per gli animali e si può con ragionevolezza applicarla anche ai cuccioli dell’uomo con alcune variazioni. Per es. l’imprinting filiale non è per l’uomo così rigido ma è un po’ più flessibile, infatti in assenza della prima figura di accudimento il neonato, per i suoi bisogni primari, quasi spontaneamente si rivolge ad una seconda persona che “sente” più disponibile (il padre, la nonna, ecc). Un’altra differenza sta nel fatto che ci sono più “periodi sensibili” nell’arco di vita degli esseri umani, oltre al primissimo tempo di vita. Ci sono fasi di sviluppo in cui l’individuo è particolarmente recettivo e in queste fasi le esperienze che facciamo hanno una forza e un impatto speciale che influenzerà il nostro comportamento da quel momento in poi. Per questo i vari accadimenti e situazioni critiche o forti della vita hanno un peso diverso in funzione della fase di sviluppo in cui l’individuo si trova (pensiamo all’infanzia, alla pubertà, all’adolescenza).

La conseguenza logica è che la figura di accudimento ha quindi non solo un ruolo protettivo e di puro allevamento, ma il modo in cui si prende cura, il suo cosiddetto “stile genitoriale” (vedi STILI GENITORIALI), influenza la costruzione della personalità del bambino. Un modo distorto o carente di accudire un bambino, soprattutto nella prima infanzia, determina le condizioni per cui  egli può non riuscire ad evolvere e crescere secondo un percorso sano e sereno.

 

 

Rif.ti bibliografici:

-          Attili G. Attaccamento e costruzione evoluzionistica della mente - Raffaello Cortina edit.2007

 

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