"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

 

IL SIGNORE CI SPINGE AD APPROFONDIRE  IL MATURARE DEI TEMPI E  IL SUO PROSSIMO RITORNO

di Renzo Ronca (20-2-12) - 30-11-20

 

 

 

 

Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?» (Matt. 24:3)

 

Il modo di insegnare che usava Gesù è meraviglioso; più lo contemplo e più sono ammirato. Egli, principio di Sapienza e di Scienza, si trova in un ambiente ottuso, con sacerdoti ipocriti, con discepoli semplici che faticavano a capire. Eppure riesce a dire tutto a tutti, sia nel Suo tempo che a noi oggi (anche noi lenti a capire), con le stesse identiche parole di allora.

 

Già alla fine del cap. 23 di Matteo, nel duro attacco contro la classe sacerdotale del tempo, Gesù mescola a quel presente dei riferimenti al futuro:

 

Matt 23:33 Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna? 34 Perciò ecco, io vi mando dei profeti, dei saggi e degli scribi; di questi, alcuni ne ucciderete e metterete in croce; altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città, 35 affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste fra il tempio e l'altare. 36 Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione. 37 «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! 38 Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. 39 Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!"»

 

Non lo disse come un mormorio tra se e sé, ma come un preciso severo monito profetico per tutti quelli che ascoltavano.

 

Gesù insegnava loro in tanti modi non solo a parole. L’averli portati nel tempio di Gerusalemme aveva probabilmente un senso preciso. Per loro era il momento di passare da lì.

 

Matt 24:1 Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio.

 

L’ammirazione semplice di quegli uomini verso quell’edificio imponente si può capire, era umano, ma Gesù continua a servirsi della realtà presente per gettare squarci profetici sul futuro voleva che essi riflettessero bene:

 

Matt. 24:2 Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata».

 

Immagino i sentimenti confusi e dei discepoli al sentire una frase così. Gesù al momento non dice altro. Lascia che le sue parole girino nella mente dei suoi.

Poco più avanti quando Gesù si sedette per risposare ecco che, con interesse e forse con una certa preoccupazione, i discepoli gli chiedono di più.

 

Matt 24:3 Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»

 

Non sappiamo se Gesù avesse volutamente “provocato” questo loro interesse, ma certamente non li rimproverò per questa domanda, anzi, fece loro un lungo discorso profetico sugli ultimi tempi, con molti esempi, per tutto il capitolo 24 ed anche tutto il capitolo 25.

 

Questo cosa significa? Che era bene per loro conoscere la maturazione dei tempi. Ma solo questo? No, le profezie di Gesù abbracciano anche i nostri tempi e quelli che verranno nel nostro futuro; dunque è bene anche per noi investigare le Scritture e le profezie, vigilare, concentrarci su ciò che il Signore ci ha detto che verrà.

 

Non ci sorprendiamo che molte chiese “di maggioranza” non parlino mai del ritorno di Gesù. Anche i sacerdoti al tempo di Gesù non facevano quello che avrebbero dovuto fare. Il punto non è cosa fanno o non fanno le chiese (chi sbaglia ne risponderà), ma cosa facciamo noi.

 

Nei momenti adatti “sediamoci” anche noi in un posto adatto alla quiete mentale. Poi fermando questa vita che ci travolge e aprendo il Vangelo, andiamo anche noi vicino a Gesù come fecero i suoi apostoli. Andiamo a leggerci le Sue parole. Magari cominciamo proprio da questi capitoli 24 e 25 di Matteo e cerchiamo di capirli, di approfondirli.

 

Come il Signore diede ampie spiegazioni a quelli che lo seguivano e che cercavano di capire la verità dei fatti, così anche con noi il Signore sarà prodigo di spiegazioni. Infatti lo Spirito Santo che ci ha donato e che donerà a quanti glielo chiederanno, troverà infiniti modi di aprirci quelle parole.

 

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