PERCHE’ “IL MARE” NON CI SARA’ PIU’ - Ap 12:1b - PARTE 82 - di RR 20-4-20

 

 

 

 

(segue)

 

Ci siamo soffermati lungamente sul primo versetto del cap 21 di Apocalisse: Ap 21:1 “Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi”; ed abbiamo avuto modo di riflettere bene sul fatto che il primo cielo e la prima terra erano scomparsi.

Guardiamo ancora l'ultima parte del versetto: “e il mare non c'era più”:  La congiunzione “e” collega, congiunge, conferma, chiarisce meglio quanto detto prima: Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi,…… e…… il mare non c'era più.

Molti studiosi, come abbiamo già accennato, sono concordi nell’assegnare al mare la simbologia dell’instabilità, della tumultuosità.

 

Vorrei riflettere di più su questo “mare”: «Il mare ci parla di separazione e di tristezza ed è la figura dell’irrequietezza e dell’instabilità. In contrasto con la terra ferma, il mare ci parla di cose disordinate ed imperfette. Sulla nuova terra, l’atmosfera è pura, e tutto è impregnato di santa perfezione.» (Donges)

Confrontiamo questo “mare” alla fine della Bibbia in Apocalisse, con il “mare” all’inzio della Bibbia, in Genesi:

Gen 1:2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. […] 6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari».

Se restiamo sul simbolo “mare = irrequietezza, imperfezione, instabilità”[1], possiamo dedurre due cose:

 

1) Nella prima fase della creazione, le acque che avvolgevano la terra, simboleggiavano anche “l’instabilità che avvolgeva la stabilità”. Invece nella seconda parte della creazione (da “cieli nuovi e terra nuova” in poi), sparisce l’instabilità ed ogni forma di irrequietezza o imperfezione; per cui rimane solo “la nuova terra”, ovvero ciò che è stabile e perfetto. Per l’eternità.

 

2) In modo analogo, aprendo la mente, possiamo riferire la “distesa delle acque” di un ipotetico mare, anche nel cielo. Anche lì c’è stata irrequetezza divisione guerra: Ap 12:7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

In pratica allora quando dice cieli nuovi e terra nuova,  unendo nello stesso destino cieli e terra, intende una creazione nuova anche in cielo. Anche l’instabilità, la divisione, la guerra nel cielo finirà, come finirà quella sulla terra. Ricordate il parallelo che facciamo spesso: “come in cielo così in terra” (Matteo 6:10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra).  Ci raggungerà alla fine di tutto una perfezione nella creazione che riguarderà sia il cielo che la terra. Ed ecco la fine e l’inzio. L’alfa e l’omega.[2] Nell’eternità tutto sarà in Dio e in Dio vivrà. Sarà assente ogni parte “instabile, imperfetta”. La morte terrena è l’ultimo nemico che sarà distrutto (1Corinzi 15:26).

Continuando il ragionamento della volta precedente allora, “il prodotto finito” di tutta la creazione di Dio sarà l’eternità, intesa non come il perdurare per sempre della vita che vediamo oggi, o il perdurare del millennio, ma la perfezione eterna di un sistema di vita a noi sconosciuto (se non nel corpo glorioso di Gesù risorto).

 

In conlclusione anche l’assenza del mare dunque, come l’assenza di acqua dopo che viene cotto l’impasto del pane, testimonia dell’ultimo stadio della creazione stessa. La creazione sarà da prendere da prendere dall’inzio alla fine come un “movimento unico”, la fine di un impasto che poi viene cotto nel forno, il pane del corpo di Gesù e del nostro corpo nelle mani di Dio; ovvero nell’elaborazione del Suo pensiero creativo che diventa realtà. Una realtà che si trasforma anch’essa. Nessuna divisione tra acqua e terra, tra terra e cielo, tra Dio e non-Dio, perché tutto sarà eternamente e perfettamente vivente in Dio.


(continua)

 

 

 


[1]

Seguiamo il ragionamento con questo simbologia, ma la simbologia si appoggia alla realtà terrena del mare fisico realmente esistente. Voglio dire che il mare simbolico (instabilità) non esclude il mare fisico (distesa d’acqua attorno alla terra).

 

[2]

Apocalisse 1:8 «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente».

Apocalisse 21:6 «Ogni cosa è compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell'acqua della vita.

Apocalisse 22:13 Io sono l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine.

 

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