LE NOZZE DELL’AGNELLO (TRADIZIONE EBRAICA – RAPIMENTO - AMICO DELLO SPOSO - LE DIECI VERGINI) – Ap 19:7-9 - PARTE 67 di RR 2-4-20

 

 

 

 

 (segue)

 

Come abbiamo visto la volta scorsa….

 

 

…l’Apocalisse si è molto dilungata nella descrizione dei giudizi divini (per gli empi) e nei motivi per lodare il Signore (per i credenti). Solo negli ultimi due o tre capitoli accenna agli eventi che accadranno dopo i giudizi.

 

I MOTIVI PER CUI LA MAGGIOR PARTE DEI CAPITOLI SI SIA SOFFERMATA SUI FLAGELLI descrivendoli con abbondanza di particolari, penso sia da scoprire nell’adattamento del contenuto biblico al vissuto dell’uomo terreno; come se lo Spirito Santo fosse acqua viva che riempie la forma dei diversi contenitori umani sempre e comunque. Tanti contenitori dalle forme diverse in una stanza, ma alla fine ciò che conta e il riempimento dell’acqua del ravvedimento e della grazia. Per avere questo senso di pienezza i contenitori e le loro storie nei secoli vanno osservati tutti insieme.  Se ad es. prendiamo gli scritti dell’apostolo Giacomo e leggiamo quanto dice a proposito delle opere e della legge in modo staccato dal contesto, fatichiamo a comprenderli; ma se li vediamo nell’insieme biblico, ovvero nel corso degli eventi del cammino del popolo di Dio, ecco che troviamo utilissimo il suo controbilanciare la tendenza che si andava consolidando (secondo cui, dopo la salvezza per sola fede, i comandamenti e le opere servivano a poco). In questo senso la lettera di Giacomo ha portato pieno equilibrio nel cammino cristiano. Così l’Apocalisse nell’insistere sui giudizi divini controbilancia la tendenza degli ultimi tempi dove le chiese parlano solo di un Dio buonista che perdona tutto. I credenti si sono impigriti in una fede addormentata dove  “va tutto bene qualsiasi cosa fai, tanto Dio è buono accoglie tutti e perdona tutti”. L’insistenza dell’Apocalisse sui giudizi ci ricorda bruscamente che Dio è anche quello che giudica e che sta mandando ad effetto ciò che ha stabilito da tempo. Ecco che allora anche con l’Apocalisse si ristabilisce il senso di pienezza nel cammino completo dell’uomo di Dio.

Terminato questo compito principale (ricordarci che esiste il giudizio di Dio e che dobbiamo tenerne conto) la narrazione passa ai fatti importantissimi che avverranno dopo; ma senza evidenziarli troppo nella loro specificità, anche per non distoglierci da ciò abbiamo di fronte adesso (i periodi difficili) e non farci ricadere nel dormiveglia. Il sapere comunque i fatti di ciò che avverrà dopo il millennio, pur senza “aprirli” troppo, è per noi più che sufficiente. Ciò che ci verrà mostrato è talmente immenso che resteremo meravigliati e non potremo fare altro che continuare a lodare Dio per il completamento e la stabilizzazione dell’Universo.

 

IL RAPIMENTO DELLA CHIESA non è trattato specificatamente in Apocalisse. Lo deduciamo dallo studio delle sette chiese e da altri riferimenti biblici.[1] Tuttavia è bene considerare due punti:

1) Gli scritti dell’apostolo Giovanni, come ad esempio il Vangelo, a detta di molti interpreti, hanno la caratteristica di completare gli altri scritti biblici, come ad es degli altri evangelisti. Giovanni spesso dice quello che altri non hanno detto, come un completamento di quanto narrato. Se questo è vero va da sé anche il contrario: soprattutto nell’Apocalisse, scritto come completamento perfetto di tutta la Bibbia, non è necessario ripetere ciò che è stato già detto, se quanto è stato detto è sufficiente.

2) Giovanni ad esempio in Ap 19:7 parla delle “nozze dell’Agnello”. Egli sta parlando a credenti già istruiti sui simboli e sulle profezie; credenti che hanno una conoscenza non superficiale della Bibbia. Dà per scontato che chi arrivato a questo punto sappia già chi è l’Agnello e in cosa consista il matrimonio secondo la tradizione ebraica. Per noi occidentali invece è tutto da scoprire, come vedremo tra poco.

 

IL TESTO

Apocalisse 19:6 Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno7 Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata. 8 Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi». 9 E l'angelo mi disse: «Scrivi: "Beati quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell'Agnello"». Poi aggiunse: «Queste sono le parole veritiere di Dio».

 

SPIEGAZIONE

Abbiamo visto la volta scorsa il significato e l’importanza della parola “Alleluia”: Ap 19:6 Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno.

 E’ la conseguenza di una vittoria, di un avvenimento che nel cielo “è avvenuto già”[2], “Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno..” Stabilito, vale a dire  deciso, realizzato, deliberato, fissato, decretato. E’ un avvenimento che da “previsto” è diventato “compiuto”.

Per capire la gioia nel cielo di tutte le creature in esso contenuto dovremmo non essere più carnali e vivere in una dimensione dove il presente è come un foglio bianco in cui l’Eterno scrive. Per le creature celesti (prima o dopo il ns tempo)  l’aspettativa e la fede era grande, ma la realizzazione, il “dato di fatto” non c’era ancora. Nel momento in cui si è trovato nel cielo chi era degno di aprire il libro si realizzò per l’universo vivente la possibilità concreta della salvezza, e nel momento in cui Babilonia fu abbattuta ci fu la concreta gioia di un avvenimento che prima ancora non era avvenuto. In un certo senso, nel nostro modo di usare i tempi e di ragionare quasi per assurdo, Gesù poteva anche non vincere, Babilonia poteva anche non cadere. Nel cielo questo avviene nel suo “presente eterno”. Sulla terra arriverà in un “tempo successivo”. La visione attraverso le dimensioni temporali e spaziali permette a Giovanni di completare tutte le visioni degli altri profeti prima di lui che hanno costituito la Bibbia. Con l’Apocalisse (meglio sarebbe dire “Rivelazione finale”) si completa tutto il piano di Dio. Egli ci mostra completamente quello che ha decretato, deciso, realizzato già. In questo caso di Ap 19:6 è stabilito il Suo regno; il cielo festeggia ciò che ha constatato e che noi non abbiamo ancora visto realizzarsi sulla terra.

 

Ap 19:7 Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello e la sua sposa si è preparata.

 

Capire cosa sono le nozze dell’Agnello richiede un minimo di impegno.

1) La base, che vale sempre, è che per capire le cose della Bibbia occorre capire la mentalità del popolo ebraico che, su ispirazione dello Spirito di Dio, l’ha scritta; sapere il loro rapporto con Dio, le loro tradizioni, la loro simbologia.[3]

2) Il matrimonio in Israele è compiuto tradizionalmente in un modo molto preciso e nella sua realizzazione contiene tutti gli elementi per comprendere bene il parallelo tra Gesù (Sposo) e Chiesa (Sposa).

 

Riporto ora interamente una nostra pagina del 2014[4] che si riferisce a questo tema, ampliandola.

 

La frase “il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno” si riferisce alla seconda venuta del Cristo (Walvoord). Evento molto vicino a cui ci stiamo preparando.

 

Le nozze dell’Agnello e della sua sposa che si è preparata” si riferiscono a al rapimento dei credenti (Chiesa-Sposa) da parte del Cristo (Sposo). 

 

Secondo la tradizione del rituale ebraico del matrimonio si individuano alcune  fasi:

 Fase 1- Fidanzamento, contratto, pagamento della dote, parte legale (la salvezza degli uomini per grazia, per i meriti di Gesù Cristo);

 Fase 2- La sposa si è preparata attentamente per l’arrivo improvviso dello sposo che la rapisce dalla sua casa e la porta nella nuova casa che lo sposo ha preparato per lei; avverrà nel momento in cui il padre dello sposo darà il suo consenso (Giov 14:1-3[5]; Matt 25:1-13[6]). Questa seconda fase sarà appunto il rapimento della chiesa cioè dei credenti salvati;

 Fase 3- La cena delle nozze. Nella prima parte di questa festa che in Israele durava sette giorni vi era la “consumazione” del matrimonio e il festeggiamento vero e proprio nel banchetto con amici e parenti.  Qui indicherebbe l’unione spirituale tra anime dei credenti e Cristo risorto in una trasformazione completa della sposa, che se all’inizio era stata rapita “velata”,  può ora apparire accanto al suo sposo mostrando il suo viso liberamente.

 

Mentre le anime dei credenti vengono rapite e trasformate e mentre si celebra il matrimonio dell’Agnello, sulla terra invece si manifestano le “piaghe” (periodo distretta), per una durata di circa sette anni.

 

Fase 4 - Poi, sempre seguendo il parallelo del rito ebraico con le profezie messianiche, la sposa e lo sposo ritornano nella casa della sposa per un certo tempo. Questo indica il ritorno vero e proprio di Cristo e della sua chiesa sulla terra, dove instaurerà il regno di pace per mille anni.

 

Dobbiamo pensare a tutto questo e se ci consideriamo credenti salvati per i meriti di Cristo, dovremmo prepararci attentamente restando puri, vigilanti e pronti al rapimento affinché lo “Sposo” ci gradisca.

 

La frase al v8 “Le è stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro; poiché il lino fino sono le opere giuste dei santi” sembra indicare non solo e non tanto la salvezza per grazia, quanto un accento particolare proprio sulle nostre opere giuste, compiute con l’aiuto della grazia di Dio.

 Il lino (di cui era composto il tessuto del vestito del sommo sacerdote), rappresenta la purezza spirituale di chi attende il Signore.  La fidanzata, nel rito ebraico, attendeva riservata l’arrivo dello sposo per il rapimento; ella stava attentissima a curare il suo aspetto, la sua persona, in modo da risultare  ordinata, pulita, profumata (profumo=preghiere), riservata, sobria, senza amicizie sconvenienti.  Questo è quello che adesso dobbiamo fare: mantenere la nostra persona fisica e spirituale il più possibile pura (senza accostarci ad altre estraneità spirituali cioè senza pregare altri che Dio solo).

 Cerchiamo di vigilare nell’attesa gioiosa fin quando qualcuno ci griderà: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!" (Matt. 25:6)

 

Attraverso l’approfondimento dello studio della tradizione ebraica possiamo conoscere altri “personaggi chiave” nel fidanzamento-rapimento-matrimonio. Rifacciamoci anche alla parabola delle dieci vergini.[7]

Lo sposo Gesù è nella casa del Padre e sta preparando la “camera nuziale” assieme agli angeli. Queste creature celesti di cui sappiamo pochissimo hanno comunque un ruolo importante nel rapimento e nel giudizio terreno. Né il Figlio né gli angeli sanno quando il Padre dirà che la stanza è pronta.[8] Attualmente, nel nostro tempo terreno, Gesù sta ancora finendo questo luogo nel cielo dove sarà introdotta la Chiesa-Sposa.

Quando il Padre riterrà giunto il momento ecco che lo Sposo e i Suoi amici correranno quaggiù per rapire la Sposa. Sarà come un corteo festoso pieno di gioia, canti e suoni. Gesù partirà dalla casa del Padre, dal luogo dove aveva preparato l’ambiente giusto per accogliere la Chiesa-Sposa, e correrà con gli angeli verso la terra, dove la promessa sposa Lo aspetta.

 

Nella tradizione ebraica questo arrivo dello sposo per il rapimento avveniva quasi sempre di notte e il corteo nuziale pieno di festa e di allegria svegliava improvvisamente il paese dove abitava la sposa. Per darle il tempo di vestirsi e prendere lo stretto necessario c’era un figura importante: “l’amico dello sposo” il quale aveva il compito di anticipare leggermente il corteo e di annunciare a gran voce “Ecco lo sposo!!”. Annuncio che le amiche della sposa subito raccoglievano e correvano da lei per aiutarla a vestirsi in tempo.

 

Chi rappresenti realmente questo “amico dello sposo” è molto difficile dirlo. Il fratello Sargentini (facendo un parallelo con Mosè come un tipo di “amico di Dio” nel periodo della liberazione di Israele dagli Egiziani[9]), pensa all’amico di Gesù come ad un essere angelico.[10]

 

Anche le dieci vergini della parabola, pure se non precisamente citate nel libro dell’Apocalisse hanno un ruolo importante e vanno identificate:

«Ma chi sono le dieci vergini? Ebbene credo siano i profeti, le persone cui Dio parla attraverso sogni e visioni. Sono i ministri di Dio; quelli che hanno il compito di vegliare sul gregge e tenere accesa la lampada della sua parola. Sono comunque persone che, essendo state svegliate dal grido dell’amico dello sposo, devono precipitarsi a loro volta dalla chiesa per destarla dal sonno e prepararla ad accogliere il Signore che, quando accadranno questi avvenimenti, avrà già lasciato il cielo e sarà proprio alle porte. Si tratta di persone su cui la chiesa fa affidamento per essere avvertita in tempo e per non farsi trovare impreparata. [….] Personalmente ritengo che con l’episodio delle lampade Gesù abbia voluto insistere sulla consacrazione dei suoi ministri i quali devono preparare quanto occorre al tempo opportuno, con scrupolo, in modo non superficiale e alla luce della parola di Dio, così da poter portare a termine la loro missione.»[11]

 

Se l’avvertimento dell’amico dello sposo viene udito dalle dieci fanciulle (non sembra che se ne accorga subito tutto il paese dove abita la sposa); l’arrivo del corteo è molto rumoroso ed impossibile che gli abitanti poi non se ne accorgano.

«Questo vuol dire che quando Gesù verrà sarà accompagnato dai suoi amici celesti e dal corteo degli angeli. Egli irromperà dal cielo con squilli di tromba, con grida di gioia. Sarà un avvenimento rumoroso che attirerà l’attenzione del mondo intero. Il rapimento della sposa sarà improvviso ed inatteso; non avverrà in modo inatteso; non avverrà in segreto, ma in modo visibile ed evidente a tutti. Gesù entrerà nel nostro mondo e si fermerà nel nostro cielo per accogliere la sposa con le cinque vergini avvedute che gli andranno incontro nell’aria. Poi tutti insieme, si recheranno nel regno di Dio, alla casa del Padre dove si celebreranno le nozze.»[12]  

 

     

(continua)               


 

[1] ALCUNI PASSI DEL RAPIMENTO:

1 TESS 4:13-18 Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. 15 Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; 16 perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; 17 poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. 18 Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.

1 Cor 15: 51 Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati. 53 Infatti bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità.
54 Quando poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: «La morte è stata sommersa nella vittoria». 55 «O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo56 Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; 57 ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. 58 Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

Filippesi 3:20-21

20 Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, 21 che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa.

 

[2] Come più volte abbiamo ricordato, non è possibile capire le rivelazioni dell’Apocalisse se non entriamo nell’ordine delle idee che vi sono tempi diversi oltre quello nostro, terreno. Questo entrare ed uscire dal tempo terreno per entrare in quello del cielo, cioè l’eternità che Dio già racchiude e mostra, può essere intuito da noi ma non facilmente compreso. Una prima introduzione a qs difficile tema può trovarsi in qs nostro scritto: L TEMPO TERRENO E IL TEMPO DI DIO - PREDESTINAZIONE E PRECONOSCENZA -  di Renzo Ronca -  pdf - 32 pag; oppure dal nostro video Youtube "TEMPO TERRENO E TEMPO DI DIO" - durata 13 min - RR -   https://www.youtube.com/watch?v=GqU0PNLxTPw 

 

[3] Tra gli altri testi mi servirò soprattutto di “Israele la sposa del Messia” di Roberto Sargentini – Ed Perciballi.

 

[4] “LO SPOSO E LA SPOSA – RAPIMENTO VICINO – PREPARIAMOCI” in https://www.ilritorno.it/ULTIMI-TEMPI/107_sposo-a-rapim-prepar.htm -

 

[5] Giovanni 14:1 «Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! 2 Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;

 

[6] La parabola delle dieci vergini che vedremo in dettaglio tra poco.

 

[7] Matteo 25:1 «Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrare lo sposo. 2 Cinque di loro erano stolte e cinque avvedute; 3 le stolte, nel prendere le loro lampade, non avevano preso con sé dell'olio; 4 mentre le avvedute, insieme con le loro lampade, avevano preso dell'olio nei vasi. 5 Siccome lo sposo tardava, tutte divennero assonnate e si addormentarono. 6 Verso mezzanotte si levò un grido: "Ecco lo sposo, uscitegli incontro!" 7 Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade. 8 E le stolte dissero alle avvedute: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". 9 Ma le avvedute risposero: "No, perché non basterebbe per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene!" 10 Ma, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi vennero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, Signore, aprici!" 12 Ma egli rispose: "Io vi dico in verità: Non vi conosco".
13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

 

[8] Matteo 24:36 «Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.

 

[9] «Quando dopo quattro secoli di schiavitù e silenzio il Signore si è mosso per liberare il suo popolo dall’oppressione egiziana,  ha mandato davanti a sé  Mosè, che oltre a precedere la sua venuta, ha lanciato il grido: il Signore viene a prendervi per portarvi nella terra promessa. Poiché il patto che legava Israele con il Signore  era un patto matrimoniale, quell’annuncio equivaleva al grido “ecco lo sposo” lanciato dall’amico dello sposo, le cui caratteristiche sono presenti nella persona di Mosè. Tra Dio e Mosè infatti, c’era una reciproca fiducia fondata su un rapporto fatto di sentimento e rispetto. Mosè parlava con Dio faccia a faccia, come non è stato concesso a nessun altro essere umano. E’ a quest’uomo che il Signore ha affidato il compito di avvertire Israele che la sudditanza stava per finire e he lo sposo era alle porte per “rapirlo” agli egiziani per condurlo nella casa del Padre» (Sargentini, opera citata – pag 39)

 

[10]  «l’amico dello sposo [amico di Gesù -ndr] difficilmente può essere identificato, come fanno certuni, in un movimento religioso o in un profeta che prima del ritorno del Signore darà l’ultimo messaggio al mondo. Sembra piuttosto che si tratti di un essere celeste che scenderà dal cielo per lanciare personalmente il grido “Ecco lo sposo!» (Sargentini, opera citata – pag 59)

 

[11] Sargentini, opera citata – pag 60-61

 

[12] Sargentini, opera citata – pag 62

 

 

 

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