CHIESA DI SARDI  1 – cap.15 – LE SETTE CHIESE DELL’APOCALISSE di Renzo Ronca - 28-1-20

 

 

[Sardi rovine]

 

 

 

(segue)

 

INQUADRIAMO IL MESSAGGIO CENTRALE ALLA CHIESA DI SARDI:

 

Come abbiamo detto, intendiamo i messaggi alle sette chiese di Apocalisse come riferiti alla Chiesa di tutti i tempi, con pregi e difetti, applicabili tutti sempre, anche alle confessioni e tante denominazioni cristiane di oggi. Poi abbiamo chiarito meglio (nel cap.11) le tre tipologie interpretative degli studiosi, che associano per es una certa cronologia temporale ai vari messaggi, partendo dalla fondazione della chiesa a quelle odierne passando per quella ortodossa, cattolica, protestante, ecc.

Tenendo allora presente anche questa linea (che non contrasta con l’altra ma si affianca ad essa) notiamo che con la lettera alla chiesa di Sardi potremmo raffigurarci la chiesa classica protestante (quella della Riforma, non quella dei movimenti successivi detti “di risveglio”). Un nostro commentario, come ricorderete, diceva così:

«Sardi: il XVI e il XVII sec. [dal 1500 al 1600 d.C.] rappresentano il periodo successivo alla Riforma. La luce della Riforma si sarebbe ben presto affievolita.»[1]

Avviciniamoci:

 

IL TESTO

Apocalisse 3:1-6

1 «All'angelo della chiesa di Sardi scrivi:

Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle:

"Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. 4 Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni.

5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli.

6 Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese".

 

NESSUN ELOGIO, MA UNA AFFERMAZIONE TERRIBILE

Noi che abbiamo una fede di base “protestante”,[2] ci aspetteremmo un qualche elogio da parte del Signore, in fondo tutte le chiese precedenti, nonostante gli errori, ne avevano avuti; invece qui non solo non ci sono riconoscimenti (è la prima volta), ma c’è un’affermazione terribile che in un certo qual modo ci mette a terra:

 

"Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto”.

 

Il Signore non è un politico o un teologo, che magari dice verità complicate con tanti giri di parole prendendo l’argomento da lontano per non urtare l’ascoltatore. E’ uno che conosce e che gestisce con giustizia, senza preferenze, tutti i messaggeri delle sette chiese (“le sette stelle”); e lo fa con la pienezza dello Spirito Santo (i “sette spiriti”). Questo significa che ha un potere assoluto sulla Chiesa dall’inizio alla fine. E’ per questo che va dritto senza mezzi termini a toccare la parte malata del corpo di questa chiesa: "Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto”. Il Risorto ha individuato una carne morta che imputridisce e rischia di far morire tutto il corpo; per questo la indica subito e cerca di rimuoverla. Solo chi accetta umilmente questa verità, in qs chiesa, e si ravvede, potrà “riprendere vita”.

 

DI COSA SI TRATTA? PER CAPIRE SCAVIAMO COME FA L’ARCHEOLOGO

 

«Sardi fu la capitale del regno di Lidia. Questa città conobbe l’apogeo del suo splendore sotto il regno di Creso nel VI secolo a.C. Costruita su una roccia alta 500 metri, era considerata una cittadella inespugnabile. Aveva solo un punto debole e fu proprio là che Ciro riuscì a sorprenderla “come un ladro nella notte” (Ap 3:3). Sardi fu nuovamente conquistata nel II secolo a.C nelle stesse circostanze, cioè per mancanza della sorveglianza necessaria» (Zurcher).

 

« Sardi era situata in una posizione che la rendeva difficilmente conquistabile […] un’alta rupe (il monte Tmolo) circondata da mura. Lo storico Erodoto riporta la storia della conquista della città da parte del re Ciro (549 aC) Il re offrì una grande ricompensa a chiunque avesse scoperto un sistema per conquistarla; un soldato vide un difensore perdere il suo e elmo e lo seguì mentre scendeva a riprenderlo e ritornava sulle mura… per la stessa via con le tenebre l’esercito di Ciro entrò nella città senza trovare opposizione…erano troppo sicuri di loro stessi.

Nel 214 aC Antioco III conquistò la città nello stesso identico modo.»[3]

 

Come il re Creso era famoso per la sua ricchezza (che a quanto pare servì a poco), così la Riforma protestante è famosa per una ricchezza rivoluzionaria iniziale: niente più Nicolaiti,[4] niente più Gezabele[5], ma una grande sforbiciata a tutte le aggiunte e le deviazioni, cominciando ad evidenziare l’essenziale dell’evangelo.[6]

 

CADUTA RICORRENTE  DELL’UOMO

 

Non era sbagliato questo inizio. Ma che successe poi?

Vi è una caduta ricorrente da parte dell’uomo: Dio lo spinge a fare due o tre passi, poi però l’uomo si ferma. Non ce la fa, pare, a guardare verso l’alto: “Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo s'invita a guardare a chi è in alto, ma nessuno di essi alza lo sguardo” (Osea 11:7). E se non guarda in alto dove guarda? O guarda in basso o guarda se stesso. In ogni caso contempla ciò che non ha vita, che è morto, come tutto ciò che non è irraggiato dallo Spirito di Dio. Per questo Sardi, pur avendo iniziato bene (tu hai fama di vivere) è davanti a Dio come morta: ha interrotto quel legame vitale sostanziale con la linfa divina e si è addormentato spiritualmente, proprio come quando muore la speranza. I princìpi ritrovati “sola Scrittura, sola grazia, sola fede, solo Cristo, solo a Dio la gloria” vanno benissimo… ma non manca qualcosa? Lo scopriremo presto.

 

 

COSA E’ MANCATO?

 

non ho trovato le tue opere perfette (v.2)

 

La spinta doveva continuare, si doveva perfezionare…

 

Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola,  (NR)

“Tieni, dunque, in mente, come hai ricevuto e udito; così conserva;…” (EP)

 

Attenzione a quel “COME hai ricevuto e ascoltato la parola”.

Non è solo una questione letteraria, ma il “come” è una chiave per comprendere bene dove il Risorto mette l’accento del discorso: è la Parola che dobbiamo ricordare o il come abbiamo ricevuto quella Parola? Pensateci, le due cose non sono uguali.

 

Dopo una piccola ricerca,[7] sono convinto che sia fondamentale il ricordare COME l’uomo di fede abbia ricevuto le aperture interpretative della Parola evangelica, che ha poi determinato la Riforma.

 

CHE SIGNIFICA IL “COME” ABBIAMO RICEVUTO ED ASCOLTATO?

 

Che significa questo? Perché insistiamo? Lo facciamo perché il “COME” mette al primo posto l’opera dello Spirito Santo; non evidenzia solo la Scrittura in se stessa. E’ lo Spirito Santo che ha aperto la Parola del Vangelo ai riformatori. Non è la Scrittura biblica il primo soggetto, ma è lo Spirito di Dio che, avendo ispirato tutta la Scrittura biblica nell’uomo, seppe anche come farla “ardere” e sviluppare dentro i cuori dei riformatori (e nostri).

 

Per capire bene questo concetto facciamo un esempio con Lutero, primo riformatore: fu la sua bravura ad arrivare a certe verità o fu lo Spirito Santo a rivelarglielo? Vi riporto un passaggio che ho trovato che sintetizza meglio quanto voglio dire:

 

“Con un recente decreto, il pontefice aveva promesso un’indulgenza a tutti coloro che fossero saliti in ginocchio sulla ‘scala di Pilato’…. Un giorno Lutero saliva con devozione quei gradini quando improvvisamente gli parve di udire una voce che, simile a tuono, diceva: ‘… Ma il giusto vivrà per fede!’ (Romani 1:17). Egli balzò in piedi e se ne andò, pieno di vergogna e di orrore. Quel versetto biblico lasciò una traccia indelebile nella sua anima. Da allora egli scorse ancora più chiaramente di prima tutta l’inutilità delle opere umane per ottenere la salvezza e capì l’assoluta necessità di una costante fede nei meriti del Cristo.”[8]

 

Ora, a prescindere se le cose andarono esattamente così, questo ci permette di capire che all’uomo ARRIVA l’apertura, la rivelazione, il chiarimento, l’intuizione. Non parte dall’uomo ma arriva all’uomo. E da dove arriva se non dallo Spirito Santo che è Dio?

E’ questo il percorso spirituale che ci permette adesso di capire quel “Tieni, dunque, in mente, COME HAI RICEVUTO E UDITO; così conserva;…”

 

ECCESSI E DIFETTI

 

Allora se noi, cercando di riformare la corruzione del cristianesimo, torniamo alla Bibbia secondo i princìpi della Riforma facciamo bene, ma se idealizziamo i riformatori riposando  sugli allori dei loro scritti, facciamo male. E’ l’attività vivificatrice energizzante creatrice educatrice dello Spirito di Dio, che ci permette di crescere. Se ci fermiamo, soddisfatti, senza più fame né sete, sicuri del successo ottenuto, la pianta muore, il nostro spirito muore. Si finisce così per ricadere nei vecchi errori, tra cui il più antico è quello dell’idealizzazione della Scrittura in se stessa. E’ bene dire: “sola scrittura”, ma è male Scrittura-idolo. E’ bene la “salvezza per la sola fede”, ma è malissimo il non dare importanza alle opere![9]

Israele (parlo della gerarchia sacerdotale al tempo di Gesù) applicando alla lettera la Legge senza capirne lo spirito che l’animava, finì per mettere a morte Gesù-Messia senza riconoscerLo. Così anche noi se facciamo del NT una specie di nuovo codice letterale legislativo, finiamo per non riconoscere in esso la trasformazione continua dell’anima nostra ad opera dello Spirito Santo.

 

Se questo è un vecchio difetto, c’è anche un “vecchio eccesso” ancora più grave.  Infatti lo stesso nostro allontanarci dallo Spirito di Dio, succede se passiamo all’estremo opposto, ovvero quando facciamo della Scrittura un testo storico, interpretabile in base alla realtà politico-sociale in cui viviamo. Cadiamo nella “fredda logica teologica” dell’uomo, dove si prende un "cadavere sul lettino dell’obitorio" (cioè tutta la Bibbia nel suo insieme) e si comincia a sezionarlo cercando chissà quali concetti in un corpo senza più vita. Del resto questo succede all’uomo colto e superiore e sicuro di sé, presente in ogni tipo di chiesa: egli è  “troppo intelligente” per poter accettare la Bibbia nel modo più semplice.

 

Quindi, o chiesa legalistica-bacchettona, o chiesa che interpreta tutto secondo i “tempi moderni” (arrivando considerare simbolo persino Satana), ci troviamo sempre di fronte a difetti ed eccessi della stessa matrice; vale a dire rappresentano il sonno delle anime che non hanno conosciuto una vera “nuova nascita”. Questa ritengo fu una delle dimenticanze della Riforma: che pur avendo avuto i mezzi, non  proseguì nella rivoluzione che Dio stava (e sta anche oggi) portando nei cuori: il riconoscere e seguire lo Spirito Santo, sparso per i meriti di Cristo su tutti quelli che desiderano tornare davvero a Dio.

 

INVECE DI RIVOLUZIONARE SI FINISCE PER ASSOMIGLIARE

 

Con la chiesa di Sardi riflettiamo sulle conseguenze di questo errore che portò ad un assurdo: una certa somiglianza con gli errori delle chiese precedenti.

 

«Anche se il protestantesimo uscito dalla Riforma troppo spesso si inorgoglisce della rinomanza di quest’ultima, la realtà è ben diversa. Dal momento in cui i prìncipi[10] presero tra le loro mani il movimento della Riforma, la religione diventò un affare di stato, come lo era stato in precedenza al tempo di Costantino. Questi aveva creato il “cristianesimo”, quelli crearono il “protestantesimo”. A ogni regno corrispondeva un cristianesimo fatto a immagine del principe, con tutto quello che questo comporta di politica, di interesse, di costrizione, se non addirittura di intolleranza e persino di persecuzione e di formalismo» (Zurcher).

 

«Mentre Tiatiri, la chiesa papale, cerca ingiustamente di regnare sul mondo, in Sardi, la chiesa protestante, vediamo il mondo che regna su di lei. Le due situazioni sono sbagliate. Mondo e Chiesa, secondo i pensieri di Dio, sono due cose molto diverse, due concetti opposti, due campi che devono sempre stare nettamente separati. La Chiesa si liberò, è vero, per mezzo della Riforma, di un giogo pesante, ma i prìncipi di allora svuotarono i monasteri, s’impadronirono dei tesori ammassati nelle chiese, e divennero i signori della chiesa» (Donges).

 

NON SI PARLA DEL RITORNO DI GESU’

 

Vorrei aggiungere un altro fondamentale punto che non fu sviluppato e che oggi è necessario come l’aria che respiriamo: non si arrivò a parlare in modo adeguato del ritorno di Gesù.

Se questo è relativamente comprensibile nella chiesa ortodossa e cattolica, è piuttosto pesante per dei riformatori che volevano riportare la fede cristiana all’essenzialità evangelica.

 

NON SI STUDIA LA PARTE FINALE DEL PROGETTO DI DIO

 

Sembra che la stessa Apocalisse all’inizio non fu accolta da Lutero, come altri scritti della Bibbia.[11] Quindi per onestà è giusto dire che non fu solo il papato a pensare di fare modifiche al canone biblico.

 

Del resto non ci dobbiamo meravigliare: il Signore non illumina tutti perché facciano tutto e capiscano tutto, e guidino la Chiesa, ma dà spiragli di luce ad alcuni, affinché poi nessuno si possa vantare; e questi, che non sono perfetti, insieme agli altri, come bravi pastori che lavorano inseriti in un insieme grande che magari nemmeno percepiscono (la Chiesa di Gesù Cristo), hanno il compito condurre il gregge del Signore, ognuno per un piccolo tratto di percorso, fino alla casa di Dio. Nell’idealizzazione che gli uomini sempre fanno dei riformatori (di qualunque chiesa essi siano), non dovremmo mai confondere il riflesso dalla sorgente, cioè il portatore della fiaccola, con  la luce vera, che è “il Signore che viene”.[12]

 

(continua)


 

[1] “Il comment. bibl. d discepolo – W. MacDonald - pag1389.

 

[2] Il nome “protestante” deriva dalla protesta che gli evangelici fecero contro la decisione della Dieta di Spira del 1525, secondo la quale tutte le riforme della chiesa erano proibite. Da allora i seguaci della Riforma furono chiamati protestanti. (Donges)

 

[4] Nicolaiti che abbiamo visto come possibile rappresentazione –tra l’altro- dell’inizio della divisione tra sacerdoti e persone comuni.

 

[5] Gezabele che abbiamo visto come rappresentativa del culto idolatrico a Baal e ad Astarte Regina del cielo, come prefigurazione possibile anche del culto mariano.

 

[6] A partire dal primo riformatore Lutero abbiamo cinque punti fondamentali: SOLO SCRITTURA, SOLA GRAZIA, SOLO CRISTO, SOLA FEDE, SOLO A DIO LA GLORIA. Un approfondimento è qui: LA RICCHEZZA DELLA RIFORMA: SOLO SCRITTURA, SOLA GRAZIA, SOLO CRISTO, SOLA FEDE, SOLO A DIO LA GLORIA

 

[7] Non tutte le traduzioni bibliche hanno mantenuto il senso originale del termine. La ND traduce: Ricordati dunque quanto hai ricevuto e udito; serbalo e ravvediti; ma ci pare sia rimasta l’unica a mantenere il “quanto”. La Luzzi/Riveduta aveva inizialmente:  Ricordati dunque di quanto hai ricevuto e udito; ma nella Nuova Riveduta la frase è stata cambiata diventando: Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti. La CEI mantiene Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti. Confrontando poi tutte le versioni con l’originale latino Ap 3:3a  “In mente ergo habe qualiter acceperis, et audiertis, et serva et poenitientiam age…”[ Dal Novum Testamentum Graece et Latine” – G. Nolli – Libr. Editr. Vaticana -1981], mi pare di poter dire che la migliore traduzione sia quella della “Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali” EP -1979, che scrive così: Tieni, dunque, in mente, come hai ricevuto e udito; così conserva;…”

 

[9] «Il cuore del messaggio della Riforma era la giustificazione per fede soltanto, senza le opere. Si tratta di una verità cristiana fondamentale. L’errore delle teologia protestante consiste nel fatto di averne tratto la conclusione che le opere erano completamente prive di valore, anche sul piano etico.» (Zurcher)

 

[10] Tra i Prìncipi tedeschi ricordiamo « Federico III di Sassonia, detto il Saggio (Torgau, 17 gennaio 1463 – Lochau, 5 maggio 1525) […]Federico fu uno dei principi che si impegnarono per proporre la causa della riforma a Massimiliano I, Imperatore del Sacro Romano Impero […]Federico era il candidato che il papa Leone X aveva prescelto per il trono del Sacro Romano Impero nel 1519 — il papa gli aveva inviato la Rosa d'Oro di virtù, il 3 settembre, 1518 —, ma egli certamente fu uno degli uomini che votò per l'elezione di Carlo V. Federico cercò di proporre le tesi di Lutero dopo la Dieta di Worms del 1521, e successivamente assicurò l'esenzione dall'Editto di Worms per la Sassonia. Egli protesse infatti Martin Lutero dal papa, ospitandolo nel suo castello di Wartburg dopo le decisioni della Dieta di Worms di mettere le tesi luterane al bando dall'Impero.» (Wikipedia)

 

[11] « Nel 1522 Lutero dichiara di non ritenere l’Apocalisse un libro canonico di provenienza apostolica (dubbi del genere vengono avanzati anche da parte cattolica ad opera di Tomaso de Vio o Cayetano, morto nel 1533, e di Erasmo da Rotterdam, morto nel 1536). Ma nel 1534 Lutero cambia idea e scrive un breve commento all’Apocalisse interpretandola anch’egli in senso antipapale» [Da: “ Apocalisse: la soluzione dell'enigma” di  Federico De Luca – in https://books.google.it › books];

« Inizialmente Lutero ebbe una scarsa considerazione dei libri di Ester, Lettera agli Ebrei, Lettera di Giacomo, Lettera di Giuda, Apocalisse, sebbene non arrivò a espungerli dalla sua Bibbia. In particolare, definì la lettera di Giacomo 'lettera di paglia': il motivo di tale disprezzo era dovuto alla notevole importanza che in tale lettera rivestono le opere di fede, cioè la carità, che al contrario non risulta fondamentale nello schema di pensiero luterano dominato dalla 'sola fede'. Dell'Apocalisse disse che "non vedeva in alcun modo come lo Spirito Santo potesse averla prodotta". Per i dubbi sugli altri 4 testi neotestamentari Lutero trovava conferma nella prassi della Chiesa primitiva, che in un primo momento esitò ad accogliere tali scritti nel canone biblico» (Wikipedia)  

 

[12] Quanto dice a proposito di Giovanni Battista (che pure era una grandissima luce, ripiena di Sp S dalla nascita) ci può far rendere conto che la vera luce è solo il Signore Gesù: “Giov 1:6 Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. 9 La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.”

 

 

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