RIMANENTE GIUDAICO E QUELLO CRISTIANO. ELIMINARE LE AMBIGUITA’ SPIRITUALI. LASCIARSI PURIFICARE

 -di Renzo Ronca - 26-9-18-

 

 

 

Dalla lettura della Bibbia ci rendiamo contro che l’Eterno si è sempre riservato un rimanente tra il Suo popolo, anche nei peggiori momenti di corruzione, un resto che non si è lasciato corrompere, come disse ad Elia[1].

 

Riteniamo che quanto accadde tra gli Israeliti stia accadendo anche oggi tra i cristiani. Pensiamo infatti che ci sia, anche tra le chiese cristiane che stanno apostatando sempre più, un rimanente sano che il Signore stesso si è appartato (tenuto in disparte, santificato) e sta raffinando (consacrando) in vista del Suo secondo avvento.

 

Dio sta attento vede osserva le nostre scelte e ricorda bene le nostre azioni: “Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome” (Malachia 3:16)

 

Se restiamo fedeli possiamo rallegrarci della grazia perché ci permetterà di essere salvati quando sarà il momento:  “…rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Luca 10:20).

Ma se permetteremo consapevolmente ad estraneità spirituali di entrare nel nostro tempio interiore, non saremo più tollerati né salvati: “E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello” (Apocalisse 21:27).

 

La predicazione buonista e superficiale di molte chiese di oggi tende a farci credere che alla fine Dio perdonerà tutti, ma non è così. Infatti come in Isaia è detto:  “anche se il tuo popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, un residuo soltanto ne tornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia” (Isaia 10:22: Rom 9:27-28), così Gesù ci dice: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. 14 Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano. (Matteo 7:13-14).

 

La “porta stretta” non è un passaggio automatico di tutti i credenti, ma solo di quelli che sanno anche impegnarsi a difendere la fede: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno" (Luca 13,24).

 

Questo impegno nostro non è da confondere con le opere che ci salverebbero (la salvezza è per fede non per opere: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” Efesini 2:8),  ma è da vedere nella prospettiva di chi già si è convertito e, successivamente alla salvezza per grazia, deve tramutare la sua fede anche in opere, altrimenti sarebbe solo una fede teorica, illusoria: “Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta” (Giacomo 2:17).

 

Moltissimi credenti cristiani ritengono di essere nella giusta fede semplicemente perché seguono con devozione gli insegnamenti della loro chiesa specifica. Ma chi ti dice che gli insegnamenti della tua chiesa o della tua denominazione siano in linea con la Parola di Dio? Questo ragionamento –cioè di avere fede nella struttura ecclesiastica più che al suo interno- assomiglia a quello che ipocritamente fecero i Giudei in Geremia 7:4 “Non ponete la vostra fiducia in parole false, dicendo: 'Questo è il tempio del SIGNORE, il tempio del SIGNORE, il tempio del SIGNORE!'” «Gli uomini di Giuda ritenevano di essere al sicuro perché Dio non avrebbe mai permesso che il tempio fosse distrutto. Sbagliato! Così facendo, essi riponevano una falsa fiducia nell’edificio invece di confidare in Colui che l’abitava» (MacDonald). Del resto lo stesso Gesù appena entrò nel tempio cacciò quelli che lo usavano per i loro commerci (Matt 21:12). Il fatto di essere in una grossa chiesa e di autodefinirsi cristiani e di agire in nome di Dio, anche facendo dei miracoli, non significa nulla davanti al Signore quando ci giudicherà; e grande sarà la meraviglia di questi credenti delle chiese che non sono stai fedeli agli insegnamenti del Vangelo e dei profeti: “Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?’ 23 Allora dichiarerò loro: ‘Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!’" (Matteo 7:22)

 

Ora se dal tempio di pietra passiamo al tempio del nostro corpo[2] e vi riportiamo il ragionamento appena espresso, comprendiamo che non sarà l’appartenenza a questa o quella chiesa che ci salverà, ma solo il ravvedimento personale dal peccato e il vivere conseguentemente con la giustizia che ci indica la Parola del Signore, allontanando ogni forma di idolatria:

“Ma se emendate completamente le vostre vie e le vostre opere, se praticate veramente la giustizia gli uni verso gli altri, 6 se non opprimete lo straniero, l'orfano e la vedova, se non spargete sangue innocente in questo luogo e non andate dietro ad altri dèi a vostro danno, 7 allora io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che ho dato ai vostri padri da molto tempo e per sempre. 8 Ecco, voi mettete la vostra fiducia in parole ingannatrici che non giovano a nulla. 9 Così voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, bruciate incenso a Baal e andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate, 10 e poi venite a presentarvi davanti a me in questo tempio su cui è invocato il mio nome e dite: "Siamo salvi!", per poi compiere tutte queste abominazioni. 11 Questo tempio su cui è invocato il mio nome è forse divenuto ai vostri occhi un covo di ladroni? Ecco, io ho visto questo», dice l'Eterno. 12 «Ma andate ora al mio luogo che era a Sciloh, dove avevo inizialmente posto il mio nome e vedete che cosa ne ho fatto a motivo della malvagità del mio popolo Israele. 13 Ed ora, poiché avete compiuto tutte queste cose», dice l'Eterno, «poiché quando vi ho parlato con urgenza ed insistenza non avete ascoltato, e vi ho chiamati e non avete risposto, 14 io farò con questo tempio su cui è invocato il mio nome e in cui riponete la vostra fiducia, con questo luogo che ho dato a voi e ai vostri padri, come ho fatto a Sciloh; 15 e vi scaccerò dalla mia presenza, come ho scacciato tutti i vostri fratelli, tutta la progenie di Efraim” (Geremia 7:5-15)

 

Ad esempio come potevano definirsi parte del popolo di Dio quei Giudei che seguivano Ishtar la “regina del cielo”? Prosegue infatti così Geremia:  «Non vedi ciò che fanno nelle città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme? 18 I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per fare delle focacce alla regina del cielo, e poi fanno libazioni ad altri dèi per provocarmi ad ira. 19 Ma provocano veramente me», dice l'Eterno, «o non piuttosto se stessi a loro propria vergogna?» (Geremia 7:17-19)

 

E allora, riportandoci al cristianesimo di oggi, che leggiamo a fare le Scritture se poi non ne teniamo conto? Riflettiamo, facciamo i nostri confronti con gli insegnamenti di allora. Non ci sono forse grandi chiese cristiane che ancora oggi seguono pregano e fanno offerte ad una “Regina del cielo” che non ha nulla che vedere con il vero Re del cielo, che è Dio solo? E come se non bastasse, queste chiese, sovvertendo i comandamenti, non si inginocchiano davanti alle statue o ai dipinti? Non evocano e pregano regolarmente anche le anime dei morti? Infatti queste chiese, speculando sul dolore delle povere anime, non insegnano forse a pregare/dialogare coi defunti come fossero spiritualmente disponibili e potessero rispondere o addirittura intercedere presso Dio?  Pensate che nel “rimanente cristiano” di cui stiamo parlando, chi compie CONSAPEVOLMENTE queste idolatrie possa trovare posto? Il giudizio spetta a Dio ovviamente, ma chi può capire la volontà del Signore stia molto attento. Invece di avviare con superbia ed orgoglio disquisizioni teologiche per difendere la tradizione della propria chiesa, consiglierei prima di tutto di non sentirsi mai sicuri delle maggioranze ecclesiastiche o dei loro dogmi, ma di chiedere a Dio uno spirito di discernimento nell’umiltà e nella conversione. Ora tutti, dico TUTTI i credenti cristiani di tutte le chiese, visto come queste sono frantumate e chiuse nelle loro individualità, dovrebbero riflettere mettendo in discussione se stessi, prima di ogni altra cosa.

 

Il Signore agisce comunque, con noi o senza di noi; la fede nostra e degli altri sarà  messa alla prova prima del Suo ritorno; la Sua opera di raffinamento sarà sempre più difficile da sopportare:

 

“Poiché tu ci hai messi alla prova, o Dio, ci hai passati al crogiuolo come l'argento”  (Salmi 66:10)

 

“Metterò nuovamente la mia mano su di te, ti purificherò delle tue scorie come con la soda e rimuoverò tutto il tuo piombo. 26 Ristabilirò i tuoi giudici come erano all'inizio, e i tuoi consiglieri come erano al principio. Dopo questo, sarai chiamata ‘la città della giustizia’, ‘la città fedele’. 27 Sion sarà redenta mediante la rettitudine, e i suoi convertiti mediante la giustizia” (Isaia 1:25-27)

 

«Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, entrerà nel suo tempio, l'angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà», dice l'Eterno degli eserciti. 2 «Ma chi potrà sostenere il giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà? Egli è come un fuoco d'affinatore, come la soda dei lavandai. 3 Egli siederà come chi affina e purifica l'argento; purificherà i figli di Levi e li affinerà come oro e argento, perché possano offrire all'Eterno un'oblazione con giustizia. 4 Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradevole all'Eterno, come nei tempi passati, come negli anni di prima. 5 Così mi avvicinerò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli stregoni, contro gli adulteri, contro quelli che giurano il falso, contro quelli che frodano il salario all'operaio, opprimono la vedova e l'orfano, allontanano lo straniero e non temono me», dice l'Eterno degli eserciti (Malachia 3:1-5)

 

Che lo vogliamo o no, i periodi che ci si presentano saranno sempre più difficili. Se il Signore Gesù non rapisse la Sua Sposa-Chiesa fedele, se non ponesse fine al periodo di tribolazione con i suoi flagelli profetizzati in Apocalisse, forse non si salverebbe nessuno. Cosa ci resta da fare allora se non pregare di essere risparmiati nel giorno che si prepara?

Confidiamo nel Signore che ci ha amati al punto di dare la Sua vita per noi! RestiamoGli fedeli, senza nessuna possibile incertezza o ambiguità! Appena abbiamo un dubbio una incertezza di fede, appena pensiamo “ecco forse questo non è gradito al mio Signore” estirpiamolo subito! Basta un piccolo dubbio, come basta una goccia di inchiostro in un bicchiere d’acqua pura. Tagliamo via “anche la ns mano” se occorre (Matt 5:30), pur di entrare nella Sua gloria.

Facciamoci coraggio fraternamente, resistiamo nella fede e accettiamo le correzioni dello Spirito Santo quando ci si presentano senza indurirci nella ribellione. Ogni azione che parte da Dio è per il nostro bene; accettiamo l’opera purificatrice dello Spirito Santo:

 

“Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero che confiderà nel nome del SIGNORE” (Sofonia 3:12)

 

 


 

[1] “Ma io lascerò in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s'è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato” (1 Re 19:18)

[2] “Ma egli parlava del tempio del suo corpo” ( Giovanni 2:21)

  “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi” (1Corinzi 6:19)

 

 

 

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