USCIRE DALLA BABILONIA DI APOCALISSE: CHE SIGNIFICA IN PRATICA? COMINCIAMO A PENSARCI?

 -di Renzo Ronca - (23-10-15)- 30-12-19

 

[Caduta di Babilonia - affresco Cimabue - 1200]

Di solito appena si accenna all’Apocalisse di Giovanni ci viene voglia di tralasciare, di lasciare per dopo questa parte della Bibbia perché non pensiamo non sia alla nostra portata. In parte è vero perché si tratta per lo più di simboli espressi come si potrebbe presentare un sogno, cioè in maniera “disordinata” non in perfetto ordine comprensibile, e tali simboli sono incastrati e spiegabili con altri precedenti.  E’ anche vero che gli studiosi spiegano la simbologia  in maniera abbastanza difficile sottintendendo o tralasciando significati di base sostanziali. In pratica per chi si accosta con una certa serietà, si trova o una esegesi “solo per gli addetti ai lavori”, oppure niente.  Non riusciremo certo noi a cambiare le cose non essendo teologi, però una esortazione ad accostarci all'essenzialità di questi contenuti lo posiamo dare. In fondo se lo Spirito di Dio li ha ispirati e quel libro è stato inserito nel cànone, un motivo ci sarà ed è compito di ogni cristiano accostarsi a TUTTA la Bibbia, apocalisse compresa. Riteniamo che il Signore ci farà capire quanto necessario capire gradatamente, senza per forza usare le enciclopedie o frequentare lunghi corsi di teologia che spiegano tutto e non spiegano niente perché non vedono mai il tempo attuale inserito negli eventi che si stanno per avverare.

Di Babilonia e della sua caduta si parla in Apocalisse ai capitoli 17, 18 1 inizio 19.

Se provate a leggerli vi accorgerete che Babilonia non è solo sinonimo di “confusione” (questo è solo il più superficiale dei tanti strati della interpretazione) ma indica un sistema religioso preciso, ubicato in una zona precisa, con ramificazioni politiche globali. (1)

Io non sono in grado di valutare i punti e le virgole delle interpretazioni scritturali, tuttavia secondo molti studiosi una certa assonanza con questi contenuti si può intravedere ai nostri giorni con certi aspetti del papato, a cui si è associata una gran parte delle chiese protestanti, ed alle loro alleanze politiche con le nazioni del mondo, per riformare "l’impero di Roma con l’Europa". Un miscuglio di religione, corruzione, perversione, lusso, potere, scandali, guerre, espresso in parole bellissime di pace quasi evangeliche. Insomma un nuovo potere mondiale che si serve per ora anche dell’appoggio religioso (tipo falso ecumenismo più o meno consapevole) per tessere una tela di controllo politico militare finanziario mediatico globale.

Comunque il nostro scopo principale non è tanto l’individuazione storico-politica con Roma e la sua chiesa o la disquisizione teologica che ne consegue sul nuovo ordine mondiale, bensì l’invito ad uscire da questi poteri sospinti da potenze maligne: «Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe; poiché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle iniquità di lei » (Ap. 18:4…)

E’ questa la nostra meditazione di oggi: Dio distruggerà tutto ciò che è peccato e comincerà dalla Sua casa; siccome nelle chiese apostate vi sono ancora molti bravi credenti che non sanno e non si rendono conto, Gesù, nostro unico Pastore, li invita ad uscire da questo abominio ai Suoi occhi. Non è un invito fine a se stesso, di carattere diciamo “dottrinale”, che se non lo fai al massimo “ti tira le orecchie”, ma è una vera e propria indicazione per salvarci la vita, perché presto tutta questa prostituzione religiosa sarà distrutta (che ce ne rendiamo conto o meno).

Prendiamo allora in considerazione l’idea di essere cristiani dentro al cuore, in un rapporto santo, diretto, puro, con lo Spirito Santo che ci nutre e ci guida; questo essere cristiani davvero, non implica una obbedienza a quella o a quell’altra chiesa, quando vediamo che in esse possono sorgere scandali di tipo sessuale, politico, interessi economici, ecc. ecc.

Osservate le chiese di oggi: inutilmente cercano di “mettere delle pezze” per coprire il marcio che si è accumulato sotto i loro vestiti (banche, pedofilia, corruzioni, lusso..). I politici lo stesso: uno scandalo segue un altro scandalo. Tutte queste belle costruzioni teologiche e politiche fanno acqua da tutte le parti, stanno iniziando a crollare e la loro rovina sarà grande.

I cristiani veri, quelli che amano davvero il Signore senza tante altre storie, comincino a pensare ad uscire sul serio da questi sistemi malati per non essere a loro volta distrutti.

Cerchiamo di non fare i “faciloni”, i superficiali, dicendo: “ma tanto il Signore ci salverà perché non siamo cattivi e se seguo questa o quella chiesa con tutti i suoi difetti in fondo il Signore lo sa che non sono come loro…”  Appunto! E' proprio perché il Signore lo sa e ti vuole bene che ti sta dicendo di USCIRE! Fallo prima che il grattacielo crolli! Una cosa è certa: quando Babilonia cadrà, chi sarà dentro sarà dentro e chi sarà fuori sarà fuori. I compromessi non sono mai stati consigliati da Gesù, altrimenti non sarebbe andato in croce.

 

 

 

 

 

(1) […]« E uno dei sette angeli che aveano le sette coppe venne, e mi parlò dicendo: Vieni: io ti mostrerò il giudizio della gran meretrice, che siede su molte acque e con la quale hanno fornicato i re della terra; e gli abitanti della terra sono stati inebriati dal vino della sua fornicazione. Ed egli, nello Spirito, mi trasportò in un deserto; ed io vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e avente sette teste e dieci corna » (Ap 17:1-3). L'angelo che a Patmos mostra il giudizio della « gran meretrice » all'osservatore Giovanni, è l'ultimo dei sette angeli ed è lui che ha versato l'ultima coppa. Infatti una parte dell'ultima coppa d'ira era diretta contro Babilonia. La Sacra Scrittura paragona spesso il distogliersi da Dio ad una prostituzione. È per questo che l'infedeltà verso Dio ed il suo abbandono da parte d'Israele e di Gerusalemme è sovente descritto con tali parole, poiché Iddio era spiritualmente il vero sposo d'Israele. Le « molte acque » sulle quali Babilonia siede e signoreggia significano, come leggeremo più avanti, «popoli e moltitudini e nazioni e lingue» (17:15). « Babilonia », « la gran meretrice », è dunque un sistema religioso idolatra, estesosi, nella sua potenza e signoria, su molte acque, cioè su molti « popoli e moltitudini e nazioni e lingue », e che esercita nello stesso tempo una grande azione politica. « I re della terra e gli abitanti della terra », vale a dire coloro che non hanno cercato e neppure cercano la loro parte nel cielo, sono « inebriati » e completamente ingannati dalla bestia, dalla sua fornicazione e dalla sua dottrina errata che mescola la religione con i sistemi del mondo. Giovanni, essendo in Spirito, vede la donna in un «deserto», cioè in un luogo privo delle vere benedizioni spirituali, senza vita divina, mentre altri vedono, e se ne meravigliano, la sua potenza e la sua pompa esteriore e il suo seggio « sopra una bestia di colore scarlatto ». Questa bestia, come abbiamo visto in un precedente capitolo, è l'Impero Romano futuro (l'autore scriveva il presente studio nel 1986, ndr). Siccome esisterà in tutto il suo sfarzo, è visto qui nel colore « scarlatto ». Roma, l'ultimo o il quarto grande impero, porterà « la donna » e si lascerà guidare dalla « donna ». Riguardo alle sette teste della bestia, ci è detto: « Le sette teste sono monti » (vers. 9). Come sappiamo Roma è chiamata fin dall'antichità "la città dai sette colli". […][tratto da “L’apocalisse” di E. Donges –riportato in http://camcris.altervista.org/apocbabil.html]

 

 

 

 

 

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