Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

 

 SUICIDIO: INGANNO DELL’UOMO E DOLORE DI DIO -  3 parte

 

 

 

Di fronte al problema suicidio cerchiamo di essere più maturi

Di fronte a temi imbarazzanti che riguardano la morte in genere ed il suicidio in particolare abbiamo spesso dei comportamenti contraddittori ed immaturi ecco degli esempi:

 

1)    La soluzione per molti è non parlarne o minimizzare. Se eviti di affrontare l’argomento non è che i suicidi spariscano o diminuiscano; anzi negli ultimi tempi sembrano aumentare soprattutto tra i giovani. Per molti  giornalisti basta liquidare il fatto con delle frasi standard “… la vittima soffriva di depressione.”  Il minimizzare è peggio del non parlarne, perché all’immaturità aggiunge la superficialità, l’indifferenza e l’ipocrisia nascosta. Di fronte ad un problema più grosso di noi o facciamo finta che non esiste o se proprio costretti, fingiamo che sia senza importanza. Meno male che Gesù fece esattamente il contrario andando a cercare e a salvare proprio i peccatori![1]

 

2)    Condannare, giudicare - Mentre mi documentavo ho letto un libro di un noto scrittore evangelico che affronta questo tema. Mi ha irritato moltissimo il suo bacchettare dall’alto della cattedra le persone cadute nell’inganno del suicidio. Molti responsabili di chiese in effetti, preti o pastori che siano, sparano raffiche di frasi bibliche per dimostrare quanto i suicidi  siano “stupidi, ribelli,  si prendano gioco di Dio”, e vadano “irrimediabilmente all’inferno”. Queste prediche del medioevo che atterrivano gli uditori, aggiungendo al tragico senso di colpa, altre colpe, sono prive della vera “sostanza di Dio” che è l’amore e il dolore per l’uomo. Se uno sta per suicidarsi, sentendo queste accuse non è che migliora! Anzi, tutto il contrario! Il tuo compito se veramente vuoi servire Dio, è servire il fratello che sta male, non giudicarlo! E non puoi servire un peccatore se prima non lo ami! Non dico amare il peccato ovviamente, ma amare il povero disgraziato che è stato ingannato dal peccato e preso in un vortice dove poter ragionare è impossibile senza l’intervento di Dio. Tu che servi Dio allora, prima di tutto fatti carico di chi è sofferente, piangi con lui[2] e poi prega, prega molto l’Eterno, con tutto il cuore, affinché  per i meriti di Cristo lo liberi e lo guarisca dalle sue ferite!  Predicatori, non parlate di ciò che non conoscete! Come il prete non sposato si ostina ad insegnare sui rapporti genitori-figli, così tanti “anziani” anche evangelici non hanno mai provato il dolore della depressione grave, non sono mai passati sull’orlo della morte per suicidio, ma vengono a sparare le loro sentenze, tenendo la Bibbia come si tiene una bomba a mano. Cari amici, diffidate di chi parla senza esperienza diretta! Non è che lo faccia a posta, potrà citare versetti precisi, ma non potrà mai capire fino in fondo una cosa che non conosce. La loro mancanza di esperienza può involontariamente riaprire ferite o provocare altri impulsi come reazione alla condanna. L’approccio verso chi pensa al suicidio è ben diverso! Ci sono altri uomini che Dio ha chiamato e li ha stabiliti dando loro dei ministeri precisi ognuno nel suo campo, cercate quelli, caso mai. Ad esempio non conosco il mondo della tossicodipendenza e mi guardo bene dal dare consigli tecnici in merito, però ho un caro fratello pastore che ha dedicato gran parte della sua vita a questa missione, ha portato avanti comunità molto impegnative di tossicodipendenti vivendo con loro, soffrendo con loro, pregando con loro; ha rischiato moltissimo sulla sua pelle e nella sua famiglia per amore di Gesù e per amore di questi giovani; ebbene, se permettete mi fido più di lui piuttosto di una zelante predica di un giovane pastore o di un prete appena nominato. 

 (continua)

 

Puntata precedente - puntata successiva 

  

 

INDICE "NO-SUICIDIO"    -    HOME

 

 

 

[1] Matteo 9:13 Ora andate e imparate che cosa significhi: "Voglio misericordia e non sacrificio"; poiché io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori».

[2] Rom 15:15 Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE