Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

"DOVE VADO SE MI SUICIDO?" - (parte 1)

di Renzo Ronca - (29-1-14)  26-11-16  -  "....La mia opinione non è di studioso, ma di semplice credente che è passato molto vicino a questa triste esperienza. Io credo che il desiderio di  suicidio sia la conseguenza di tanti fatti dolorosi non compresi o non accettati, ma che con l'aiuto di Dio si possono comprendere o accettare. Vale la pena di provare prima di compiere un gesto che non sappiamo dove ci porterà, né se davvero farà terminare il nostro dolore. "

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella Bibbia anche se non è specificato in maniera diretta cosa succede a chi si suicida, dalle circostanze e da come vengono presentati i personaggi che ci sono suicidati si deduce che ciò che li ha portati a questo gesto è sempre una non considerazione dell'Eterno. Se prendiamo il più famoso di questi, cioè Giuda Iscariota vediamo infatti che il suo errore è stato quello di non aver riconosciuto  Gesù come il Messia. E' questo non aver riconosciuto Cristo per quello che era che poi lo ha portato al terribile senso di colpa, che a sua volta lo spinse al suicidio. Infatti in chi poteva confidare? In chi poteva porre la sua speranza? Diverso invece il  comportamento di Pietro: anche lui peccò per aver tradito Gesù (e per tre volte!) ma poi ritornò da Lui pentito e per questo ottenne grazia, fu rafforzato e divenne una delle colonne della prima chiesa. I personaggi biblici che si suicidarono sono:  Sansone (Giud 16:28..);  Saul e il suo scudiero (1 Samuele 31:4-5), Achitofel (2 Samuele 17:23); Zimri (1 Re 16:18)  e Giuda Iscariota (Matteo 27:5); [Vi sono anche 3 altri personaggi nei Deuterocanonici  (libri che i cattolici considerano come parte della Bibbia e noi evangelici no)  che sono Eleazaro (Maccabei1 - 6:43ss); Tolomeo Macrone (Maccabei2 - 10:12ss); Razis (Maccabei2 - 14:41ss)].

 

Il suicidio si può intendere come "automicidio" o “omicidio di se stessi” ((dal latino suicidium, sui occido, uccisione di sé stessi) e come tale trasgredisce ad uno dei dieci comandamenti di Dio che dice “non uccidere” (Esodo 20:13).

 

La prima condanna religiosa del suicidio come peccato venne da Agostino di Ippona  (santo e dottore cattolico) che scrisse così: "Noi, e non senza ragione, non troviamo mai nei libri canonici un punto in cui sia comandato o permesso da Dio di uccidersi né per la gloria immortale né per liberarsi da un male o per evitarlo. Anzi, dobbiamo intendere che ci sia stato proibito, dove la legge dice: "Il prossimo tuo [....] Non ucciderai": dunque né altri né te stesso: infatti chi uccide se stesso, non uccide altri se non un uomo”  (1). Il fatto che per lungo tempo nel cattolicesimo si proibisse persino la sepoltura dei suicidi nel cimitero  indica che l’atto era giudicato come “peccato mortale” e privo di perdono. In pratica nel cattolicesimo si credeva che l’anima andasse all’inferno senza ombra di dubbio. Ancora oggi “nel Cattolicesimo, la morte per via di un atto di suicidio liberamente scelto è considerata un grave peccato mortale” (2), benché Il  “Catechismo della Chiesa Cattolica” del 1997 sostiene  che la persona che commette suicidio può non essere pienamente sana di mente; e perciò non colpevole moralmente al 100%: "Gravi disturbi psicologici, angoscia, o una seria paura delle avversità, della sofferenza o della tortura possono diminuire la responsabilità di colui che commette il suicidio.”  Le due affermazioni abbastanza discordi  presentano una certa ambiguità e noi  rimaniamo confusi come prima.

Per gli evangelici il discorso dipende molto dal tipo di denominazione a cui ci riferiamo, potrebbe essere molto simile, ma in linea di massima mi pare si confidi sulla misericordia di Dio.

 

La mia opinione non è di studioso ma di semplice credente che è passato molto vicino a questa triste esperienza.

Io credo che il desiderio di  suicidio sia la conseguenza di tanti fatti dolorosi non compresi o non accettati, ma che con l'aiuto di Dio si possono comprendere o accettare. Vale la pena di provare  prima di compiere un gesto che non sappiamo dove ci porterà, né se davvero farà terminare il nostro dolore.  Questi “intoppi mal digeriti”, se affrontati nella maniera sbagliata, possono portare a dei modi distorti di intendere le cose e le persone. Dio certamente non vuole il suicidio.  Certi passaggi duri nella vita possono esserci per tutti, ma è in quello star male il momento della fede! Una fede con tutte le ns forze, se uno è credente. Fede nel Dio dei vivi non nel dio dei morti. Non è il momento della violenza contro se stessi. Il nostro corpo, il nostro cuore è come un tempio -così ci dice Gesù- ed appartiene a Dio non a noi stessi. Non possiamo distruggere questo meraviglioso tempio di Dio perché non ci appartiene; siamo come “affittuari” di questo corpo. Tuttavia dobbiamo averne cura perché è come l’asinello mite che va dovunque lo guidiamo.

 

E’ allora nel pensiero, nel modo di ragionare e nel giungere a conclusioni di disperazione  che c’è un inganno: nel pensiero che determina la guida del nostro corpo in quelle che chiamiamo azioni. Il suicidio è il successo finale di Satana che è stato omicida fin dall’inizio. La conseguenza di un lungo lavoro sotterraneo iniziato chissà dove.  Nella nostra morte volontaria egli trionfa, perché forse distruggiamo in noi stessi anche il seme che Dio ci ha messo dentro per poter risorgere a nuova vita. Questa creatura perversa, Satana, realmente esistente, conosce molto bene la nostra natura umana e ce la mette tutta per convincerci che nessuno ci ama e che non vale la pena vivere. E’ esattamente l’opposto di quello che dice il Signore, cioè che ci ama e che dobbiamo transitare in qs vita terrena per passare poi a quella eterna nel paradiso. L’uomo che pensa al suicidio si è allontanato da Dio, l’inganno diabolico in lui sta nel fargli credere che nemmeno Dio lo ama più e che è tutto inutile e che in fondo se muori cessi di soffrire. Ma può mai smettere di amarci Dio? Uno che manda a morire il proprio Figlio per amore nostro? Se restiamo aggrappati a Lui non ci abbandonerà perché la morte è stata assorbita in Cristo nella vittoria. Noi non siamo del diavolo ma siamo di Cristo! Questo dovremmo gridare nel nostro cuore quando sentiamo tentazioni sucide! Dobbiamo praticare la fede e prevenire certi stati mentali patologici in cui la realtà viene confusa, prima che sia troppo tardi.

 

Certo nessuno potrà dire “quel suicida è andato all’inferno” oppure “quel suicida è stato salvato da Dio” perché solo il Signore consce i pensieri dell'uomo fino alla sua fine. Nessuno lo sa, allora ammettiamo di non saperlo e basta. Però se pensiamo al suicidio come abbiamo detto all'inizio “all’omicidio di noi stessi” sappiamo comunque di andare contro uno dei dieci comandamenti, e dunque contro la volontà di Dio. Per cui, nel dubbio, perché andare contro Dio?  Potrei essere perdonato ma potrei non esserlo. E se poi non finisse la sofferenza? E se venissi davvero condannato per sempre?

Coraggio!! Quella sofferenza terribile che ci sembra “per sempre” non è per sempre! Resistiamo più che possiamo accanto al Signore non lasciamolo!

 

E’ vero che una persona da sola in certe situazioni potrebbe non farcela. Ma se hai un barlume di fede, piccolo piccolo barlume tu non sei solo! Dunque con quel poco di forza che ti rimane (si che ne hai ancora perché se soffri tanto vuol dire che c'è un conflitto nella tua anima e dunque se c'è un conflitto una lotta,  vuol dire che non sei ancora vinto! Devi resistere ancora un po'! ) invoca Dio per i meriti di Gesù che ha sofferto più di tutti noi e digli “Salvami o Dio! In te confido, non ho più nessuno, solo te; ed in te rimetto la vita mia. Dammi la forza e i motivi per vivere, con la felicità che tu avevi pensato per me prima ancora che io nascessi. Se mi sono allontanato da te non l’ho fatto apposta ma per inavvertenza. Perdonami e salvami, adesso subito! Ho bisogno di te mio Signore! Ascoltami! Non mi lasciare perché confido in Te! Te lo chiedo nel nome di Gesù”

(continua)

 

 

 

PER TUTTI I LETTORI: A volte riceviamo messaggi di persone che soffrono, soffrono veramente, al punto che nessuno immagina (a parte chi è già passato in stati gravi di depressione). La domanda di questa pagina "dove vado se mi suicido" è stata tratta da una di queste mail a cui abbiamo risposto privatamente.  Invito tutti  a ricordare queste care persone davanti al Signore nelle vs preghiere personali. Chiedete a Dio per i meriti di Cristo che ha sofferto più di tutti noi, in virtù dello Spirito Santo, quanto il vostro cuore vi suggerirà al momento della preghiera. Anche questa unità di preghiera è “Chiesa”.

 

(1) De Civitate Dei, Roma, Nuova Città Editrice, 1974, libro I, pag.20. (wikipedia)

(2) Wikipedia

 

N O N      M O R I R E !   scrivici!

ASSISTENZA PSICOLOGICA: Dott.ssa Gabriella Ciampi, psicoterapeuta;

ASSISTENZA CRISTIANA: Renzo Ronca;

E-MAIL: mispic2@libero.it

 

pag seguente   -   INDICE "NO-SUICIDIO"  -  HOME

 

 

 

 

Questo sito ed ogni altra sua manifestazione non rappresentano una testata giornalistica - vedi AVVERTENZE