Bollettino libero cristiano evangelico  dell'Associazione ONLUS  "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

I RISCHI DELLA VITTORIA

Impariamo a combattere Satana 10

Renzo Ronca - 1-9-10

 

 

 

 

 

Ripetiamo ancora che siamo di fronte a Satana un nemico molto astuto, questo non va dimenticato mai, per cui non dobbiamo cantare vittoria troppo presto. Questo essere maligno sa trarre facilmente vantaggio dai nostri errori; tra questi uno tra i più comuni è quello di strafare e il nemico lo sa bene. Facciamo qualche esempio: l’euforia dietro al nemico in fuga,  l’eccessiva conquista dei territori, il troppo eroismo.

 

L’euforia dietro al nemico in fuga 

Il nostro esercito si comporta benissimo, è ordinato, attento, ubbidiente, compatto, combatte, vince, il nemico è in fuga….  ed ecco che l’eccessivo entusiasmo della vittoria ci fa “uscire dai ranghi”, le file si scompongono e tutti si mettono a correre in maniera disordinata dietro al nemico. Il nemico non aspetta altro: appena si rende conto che siamo scomposti, che corriamo urlando in tutte le direzioni senza più un capo, ecco che con mossa fulminea ci passa dietro, e con più soldati di prima entra nella nostra città, che è rimasta senza difese e ci lascia fuori, improvvisamente sconfitti.

 

«Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi, cercando riposo; e, non trovandone, dice: "Ritornerò nella mia casa, dalla quale sono uscito"; e, quando ci arriva, la trova spazzata e adorna. Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrano ad abitarla; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima».(Luca 11:24-26)

 

L’eccessiva conquista dei territori

Quando il Signore è con noi vinciamo tutte le battaglie, ma può capitare che ci lasciamo prendere la mano e continuiamo a combattere pure quando la battaglia che ci aveva indicato il Signore è finita. Questo può avvenire per eccessivo zelo, per inavvertenza, per mancanza di discernimento o per aver preso la battaglia sulle nostre forze, non su quelle di Dio. E’ come se, presi dall’ardore della battaglia, andassimo avanti a combattere e combattere…  Sia che conquistiamo tantissimi territori o sia che ci scontriamo con un nemico sempre più numeroso, il nostro errore a continuare una guerra quando non è più il caso ci condurrà a non poter più “nutrire-gestire” sufficientemente le nostre forze ed arriveremo inevitabilmente allo sfinimento ed al crollo.

 

Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno                   (Rom 12:3)

 

Questo vale anche nelle missioni: facciamo quanto ci è detto di fare senza esagerare. Il controllo di noi stessi, la temperanza, l’ascolto continuo della Parola di Dio sono e resteranno sempre la nostra forza; il confidare troppo in noi stessi invece ci fa allontanare dalla necessaria prudenza e ci fa finire “in bocca al leone”.

 

Il troppo eroismo

Non ci viene chiesto di distruggerci nella lotta contro il maligno. Fare i kamikaze è come essere perdenti, non giova alla vittoria perché si perde la vita:

Egli non è Dio dei morti, ma dei viventi. Voi errate di molto».  (Marco 12:27) 

Fanatismo, eccessivo zelo, slanci impulsivi solitari contro questo o quello non vanno bene. I movimenti settari nascono proprio da un comportamento sbilanciato e squilibrato nelle interpretazioni bibliche  e dalla incapacità di essere umili per metterci in discussione. Tutto questo "arrembaggio a tutti i costi" disorganizza le nostre forze, semina odio ed impedisce l'ascolto sereno dello Spirito di Dio.

 

 

(continua)

 

 

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