"E quando sarò andato e vi avrò preparato il posto, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giov. 14:3)

 

 

 

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ALZAI GLI OCCHI AL CIELO E LA RAGIONE TORNO’ IN ME – Daniele 4:39 – Tratto dalla preghiera  familiare del sabato 26-9-20- di Renzo Ronca

 

 

 

 

1) Lettura di Daniele 4:30-37

 

30 il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?» 31 Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole». 33 Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli. 34 Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?» 36 In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima. 37 Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia.

 

2) Breve inquadramento:

 

Nel passo che abbiamo letto notiamo due comportamenti del re Nabucodonosor: uno prima (vv 30-33) e uno dopo (vv 34-37).

La frase chiave è al centro: 34 Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me.

 

Oggi riflettiamo su questo “alzare gli occhi al cielo”.

In ciò che osserviamo, siamo. Se osservo panorami di grande bellezza e pace allora la bellezza e la pace entreranno in me. Se osservo violenza, ingiustizia, odio e rancore, allora violenza odio e rancore saranno ospitati nel mio cuore; in un certo senso risiederò in essi e il cuore ne sarà influenzato. Io stesso dunque diverrò ciò che contemplo di più.

 

Il re Nabucodonosor nella prima parte contemplava se stesso il suo orgoglio smisurato. Nella seconda parte, ridimensionandosi, contemplava Dio.

 

Osservare il cielo è aprire gli occhi verso quello che è in alto, cioè distoglierli da quello che sta in basso, sulla terra. E’ elevarsi. Elevare pensieri e sentimenti. Gesù stesso spesso faceva così (Mar 7:34; Giov. 11:41; Giov 17:1 ecc.) Anche Stefano prima di essere ucciso alzando gli occhi al cielo vide la gloria di Dio (Atti 7:55).

Consideriamo che il Signore ci invita sempre a guardare in alto, verso di Lui, perché osservando Lui, anche noi possiamo conservare la Sua immagine e i Suoi insegnamenti in noi stessi. In qs modo saremo sempre più a Lui somiglianti.

Il problema è che per una serie di meccanismi non ci viene facile “alzare lo sguardo”, e finiamo per seguire “quello che è in basso”, sviandoci dalla nostra crescita, come dice l’Eterno per mezzo di Osea:

“Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo s'invita a guardare a chi è in alto, ma nessuno di essi alza lo sguardo” (Osea 11:7)

 

E quindi, sapendo che tutti noi potremmo essere sviati per le preoccupazioni o per inavvertenza o per abitudine… è necessario ogni tanto fare il punto della situazione per “resettare” il nostro modo di essere, come fece il re Nabucodonosor, ma senza arrivare a situazioni drammatiche. 

 

Per tutta questa settimana proviamo a vedere e nostre abitudini: cosa osserviamo di solito noi? Dove posiamo solitamente il ns sguardo? Proviamo a renderci conto dove è rivolta solitamente la nostra attenzione. Questo non per dare giudizi su noi stessi, ma proprio per valutare tecnicamente, statisticamente, cosa guardiamo nelle nostre ore giornaliere… che cosa della nostra famiglia, della TV, del lavoro, della strada… Poi sabato prossimo ciascuno farà la sua considerazione e tutti noi capiremo meglio questo passaggio.

 

 

 

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