SAULO RECUPERA LA VISTA - di Anna Cuomo - 16-7-20

 

 

  

Atti 22:13"Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai.

Quello che stiamo vivendo tutti è un periodo particolare e non c’è bisogno di spiegare il perché. Ci siamo trovati di fronte a una pandemia e non sappiamo come andrà a finire e, nello stesso tempo, si è scatenata anche quella che è stata definita “infodemia”, cioè la “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili” (cfr Treccani.it, voce infodemia).

È comprensibile il senso di paura e di smarrimento, visto che il pericolo è reale, così come la necessità di capire, di sapere come sia meglio comportarsi. Scienziati, politici, giornalisti in tutto il mondo da mesi non si occupano di altro.

In una situazione come questa, in cui gli ottimisti dicevano che sarebbe aumentata la solidarietà, la fratellanza, ecc., si vede sempre più il tentativo di far prevalere le proprie opinioni su quelle degli altri, sui social è un delirio, i politici sono sempre più narcisisti e al centro dell’attenzione e sono presenti in TV, sui giornali, sui social media. Spesso si presta più attenzione alle vicende di gossip, alle notizie superficiali.

E allora, stacchiamoci per un momento dalla cronaca, dalla pandemia, da tutti coloro che hanno una soluzione a buon prezzo e che pretendono di guidare gli altri.

Come cristiani, dovremmo farci guidare da Gesù in tutto e, invece, non sempre è così. È vero siamo credenti, preghiamo, aiutiamo il prossimo ma molto spesso, e parlo soprattutto per me, prevale la razionalità, il dover fare i conti con il quotidiano e allora sembra difficile riuscire a capire cosa ci direbbe o cosa mi direbbe oggi Gesù. La dimensione spirituale dovrebbe essere la nostra bussola. Eppure, nonostante la preghiera, la fede, non sempre riusciamo a calare nella nostra realtà un cristianesimo vivo.

In un momento di insicurezza, di confusione, per il trambusto che ci circonda, ho provato a chiedere a Dio di illuminarmi attraverso la Sua Parola e mi sono soffermata su Atti 22:12 in cui Paolo recupera la vista dopo essere rimasto tre giorni senza vedere.

-Signore, cos’è che non riusciamo a capire, cos’è che non riusciamo a vedere?-

Ora, dopo un periodo in cui tra alti e bassi, la paura, seppur ragionata, del Covid, problemi di ordine pratico, le preoccupazioni familiari, il lavoro, piccole soddisfazioni personali, lo svago dei social, sempre più spesso vissuto come uno spreco di tempo e di energie, ecco che ho trovato finalmente il coraggio non di rifare ordine ma di cominciare a pensare di rifare ordine. E il primo messaggio è stato quello degli Atti, con le riflessioni che ne sono venute.

Sono a un nuovo inizio? Chissà. Questo però mi rende difficile poter presentare una riflessione ed essere edificante per gli altri. Difficile prescindere da se stessi e da quello che si prova. In questi ultimi tempi mi sono sentita scarica, svuotata, ho bisogno di ricaricarmi, di fare chiarezza e non sempre trovo gli stimoli per la lettura della Parola o per approfondirla. Quando succede, come in questo caso, mi rendo conto che quei versetti, per quanto scomodi, sono proprio per me. È evidente che per il Signore poco conta se c’è un po’ più di verità in un politico o in un altro, se il complottista di turno, tra tante sciocchezze, dica qualcosa di vero. Se veramente il Signore ci apre gli occhi, ci chiede di seguire Lui e nessun altro. In questo periodo, mi sono rifugiata nella natura, nella meditazione delle meraviglie della creazione. Non è male, anzi ne ho tratto consolazione e pace ma dalle creature bisogna necessariamente risalire al Creatore, alzare lo sguardo su di Lui. E mi sa che non vuole che ci limitiamo a contemplare le sue opere ma ad andare oltre.

 

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