COMUNICAZIONE  PARTE 8 -  SU COSA VERTERÀ LA COMUNICAZIONE DIVINA? COSA CI INSEGNERÀ? -  Renzo Ronca -27-9-19

 

 

(segue)

Tra le varie cose, Il Signore ci parlerà di un percorso da compiere e di quello che serve per completarlo. Ricordo la testimonianza di una persona chiamata in disparte a cui, servendosi di un antico scritto, il Signore disse: “Ti guiderò nella solitudine, una strada che tu non conosci, perché voglio sia la più breve”; e così avvenne per tutta la sua vita.

In qs guida impareremo davvero molto distinguendo i falsi valori del mondo da quelli di Dio. L’ingannatore per esempio ha sempre presentato la solitudine come qualcosa di negativo, da evitare; ci ha convinti che la socializzazione sia l’unico processo evolutivo per trasmettere informazioni e che la solitudine al contrario sia una cosa negativa, un perdita, ma non è così. Dietro un certo tipo di solitudine, attuata per periodi di diversa durata (per es nei momenti di crisi), può trovarsi una chiave per aprire una gamma comunicativa molto più vasta. Parliamo dell’apprendimento del pensare calmo, della riflessione, dell’occasione per convergere verso Dio dalla nostra lontananza vuota. Dare un orientamento ai pensieri è il primo passo per poter pensare e quindi poter scegliere. Qs sistema di cose invece quando dici “pensare” già ti suggerisce “fatica” “tempo perso”. Ma è solo una falsità, il pensare accanto a Dio è in realtà la pace di vivere con la speranza per le Sue promesse. Mentre questo sistema con le sue falsità ti toglie il futuro,  la comunicazione con Dio ti mostra un futuro in cui tu hai un ruolo importante.

Sentite questi passaggi: Osea 2:14 «Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. 15 Di là le darò le sue vigne e la valle d'Acor come porta di speranza; là mi risponderà come ai giorni della sua gioventù, come ai giorni che uscì dal paese d'Egitto. 16 Quel giorno avverrà», dice il SIGNORE, «che tu mi chiamerai: "Marito mio!" e non mi chiamerai più: "Mio Baal!" 17 Io toglierò dalla sua bocca i nomi dei Baal, e il loro nome non sarà più pronunciato. 18 Quel giorno io farò per loro un patto con le bestie dei campi, con gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo; spezzerò e allontanerò dal paese l'arco, la spada, la guerra, e li farò riposare al sicuro. 19 Io ti fidanzerò a me per l'eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. 20 Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il SIGNORE. 21 Quel giorno avverrà che io ti risponderò», dice il SIGNORE, «risponderò al cielo, ed esso risponderà alla terra; 22 la terra risponderà al grano, al vino, all'olio, e questi risponderanno a Izreel. 23 Io lo seminerò per me in questa terra, e avrò compassione di Lo-Ruama; e dirò a Lo-Ammi: "Tu sei mio popolo!" ed egli mi risponderà: "Mio Dio!"»

Nella comunicazione divina, come una sposa che si era perduta, siamo accolti di nuovo nella casa del nostro Signore.

Comunicazione….  Comunione…. Percorso… Cammino…  Ci rendiamo conto che queste parole dette così sono ancora vaghe. Abituati come siamo alla comunicazione di massa, dove spadroneggiano slogan e titoloni che danno sempre l’idea rassicurante che tutto sia chiaro e definito, poco ci adattiamo ad un approccio di un cammino incerto, basato non sulla constatazione ma sulla fede. Riusciremo?

CAPIREMO DAVVERO QUESTA STRADA CHE CI PROPONE IL SIGNORE NEL DESERTO DELLA NOSTRA VITA ATTUALE?

No, lo dico subito. Non sempre almeno conosceremo con esattezza questa via. Anche a noi è chiesto di procedere per fede come Abramo.[1] 

Abramo non basò la sua risposta affermativa valutando la convenienza o meno della strada proposta, ma sulla fiducia verso la Persona che gliela aveva proposta.

Forse dovremo essere meno pignoli su tanti particolari che potremmo incontrare nella nostra vita, e più fiduciosi sulla capacità di Chi ci guida, che conosce già la strada e non ci abbandonerà mai:

Farò camminare i ciechi per una via che ignorano,
li guiderò per sentieri che non conoscono;
cambierò davanti a loro le tenebre in luce,
renderò pianeggianti i luoghi impervi.
Sono queste le cose che io farò e non li abbandonerò.
(Isaia 42:16)

Pure se non sapremo razionalmente dove ci sta portando, la nostra anima “saprà” che il cammino sarà buono, “anzi molto buono” come disse nella creazione, perché Dio crea con amore il nostro futuro. E il nostro futuro ripartirà dall’Eden, dalla vicinanza con Dio che ritroveremo:

Così il SIGNORE sta per consolare Sion,
consolerà tutte le sue rovine;
renderà il suo deserto pari a un Eden,
la sua solitudine pari a un giardino del SIGNORE.
Gioia ed esultanza si troveranno in mezzo a lei,
inni di lode e melodia di canti.
(Isaia 51:3)

Ecco perché nel nostro dialogo col Signore non si dovrebbero sentire mai da parte nostra, espressioni del tipo: “E chi mi dimostra che quello che è scritto sia quello che Dio ha ispirato veramente? E chi mi dice che se mi fido starò davvero bene?” Non ci saranno queste domande perché –per un contatto inspiegabile con Dio- L’ANIMA NOSTRA LO SA cos’è il bene di Dio e gioisce nel percepire il Suo amore. Chi ama non ha bisogno di prove dalla persona amata. Se il Signore mi ama ed ha fiducia in me nonostante le mie incapacità e le mie debolezze, come posso io non averne in Lui?

Allora potrà capitare che lo Spirito Santo ci mostri una via dritta, rapida, breve, per arrivare meglio a Lui….

E qual è la via più rapida per unire partenza e arrivo se non un percorso dritto, diretto? Vediamolo più nel dettaglio...

(continua)

 

 


 

[1] Genesi 12:1 “Il SIGNORE disse ad Abramo: «Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò;”

 

 

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