COMUNICAZIONE  PARTE 3 – ESEMPIO DI COMUNICAZIONE DI DIO VERSO L’UOMO PRENDENDO COME RIFERIMENTO GENESI 3 E 4  - Renzo Ronca -22-9-19 

 

(segue)

“DOVE SEI?” (Gen 3:9)

La domanda ha un significato più profondo di come appare. Anche per noi uomini non ha sempre lo stesso senso: a) ad esempio quando i bambini giocano a nascondino e quello che cerca un altro chiede “dove sei?” esprime la sua vera ignoranza: effettivamente non sa dove si è nascosto l’altro bambino; b) quando invece poniamo la domanda ad una persona distratta, che magari guarda verso la finestra mentre gli parliamo, usiamo il “dove sei?” più che altro per dirgli che è mentalmente assente e quasi lo richiamiamo alla realtà del momento.

Quando il Signore domandò all’uomo “dove sei?” e poi proseguì nella ricostruzione dei fatti, sapeva già dov’era l’uomo. Non esiste infatti un posto dove una creatura possa nascondersi agli occhi di Dio.[1]

Perché allora Dio fece questa domanda se già sapeva dove si trovava l’uomo? E’ l’inizio di un programma preciso per la ripresa dell’umanità, che anticipa e permea tutta la Bibbia (essa stessa spiegazione del programma che Dio sta realizzando). “Con questa domanda Dio offrì all’uomo la possibilità di spiegare perché si stesse nascondendo e non finse di ignorare dove egli si trovasse” (MacArthur). Non era una semplice domanda, ma era il nuovo avvio di un comunione apparentemente perduta.  Per dare un’idea di quanto possa racchiudere quella domanda pensiamo a questi termini che ora vi elenco (leggeteli lentamente):

input

messaggio

stimolo

pungolo

impulso

spunto

molla

spinta

pulsione

sollecitazione

impronta

incitazione, ecc.

 

Il veicolo che trasporta tutto questo e molto di più, è la parola, o per meglio dire la “Parola” in maiuscolo; anche questa dal significato così potente ed elevato che non ci è facile racchiuderla in una definizione per comprenderla:

Parola

Logos

Realtà del pensare e del dire

Intelletto

Verbo…

 

Quindi il termine che chiamiamo “Parola” quando è usata da Dio è composta di infiniti e densi significati. E’ come un Pensiero creante che si infonde nella materia e nello spirito vitale imprimendo loro parte di Sé.

 

Riporto alcuni passi di Genesi dove “il dire” è il mezzo che trasporta l’atto creativo divino (notate come ad ogni espressione detta da Dio ci sia immediata la sua realizzazione “e così fu”):

Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. (Genesi 1:3)

Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque […]  E così fu. (1:9)

Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu.(1:11)

Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli […] E così fu. (1:14)

Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra […] Dio vide che questo era buono. (1:20..)

Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie […] E così fu. (1:24)

Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza […] (1:26)

Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta […] (1:28)

Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento […] . E così fu.(1:29..)

 Potremmo affermare semplicemente che ciò che dice Dio si realizza. Il suo parlare dunque non si limita a una comunicazione di un fatto come un racconto, ma produce sempre un effetto immediato:

“Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, affinché dia seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto ciò che io voglio e condotto a buon fine ciò per cui l’ho mandata.” (Isaia 55: 10-11)

 

La comunicazione di Dio allora, oltre a trasmettere un significato, è al tempo stesso la realizzazione di quel significato.

La comunicazione divina allora non è solo una informazione ma è anche pezzetto di un atto creativo.

 

(continua)

 


 

[1] “SIGNORE, tu mi hai esaminato e mi conosci.

2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo,

tu comprendi da lontano il mio pensiero.

3 Tu mi scruti quando cammino e quando riposo,

e conosci a fondo tutte le mie vie.

4 Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua,

che tu, SIGNORE, già la conosci appieno.

5 Tu mi circondi, mi stai di fronte e alle spalle,

e poni la tua mano su di me.

6 La conoscenza che hai di me è meravigliosa,

troppo alta perché io possa arrivarci.

7 Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito,

dove fuggirò dalla tua presenza?

8 Se salgo in cielo tu vi sei;

se scendo nel soggiorno dei morti,

eccoti là.

9 Se prendo le ali dell'alba

e vado ad abitare all'estremità del mare,

10 anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra.

11 Se dico: «Certo le tenebre mi nasconderanno

e la luce diventerà notte intorno a me»,

12 le tenebre stesse non possono nasconderti nulla

e la notte per te è chiara come il giorno;

le tenebre e la luce ti sono uguali.” (Salmi 139:1-12)

 

 

 

 

 

 

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