COMUNICAZIONE - PARTE 2DIFFERENZA DALL’UOMO DELL’EDEN A QUELLO DI OGGI - Renzo Ronca -21-9-19 

(segue)

L’UOMO DELL’EDEN

A quanto possiamo capire dalla Bibbia, l’uomo prima di essere allontanato dall’Eden, ascoltava direttamente la voce di Dio (e Dio DISSE LORO: «Siate fecondi..) ed era in grado di osservare e gioire per la Sua creazione (L'uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne…» Gen 2:23)

Dio era praticamente vicino all’uomo se poteva passeggiare nell’Eden e far udire la Sua voce (Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera…Gen 3:8). E’ condivisibile allora il pensiero secondo cui i nostri progenitori in Eden fossero molto più consapevoli di quanto lo siamo noi riguardo al creato: “I nostri primi genitori […] non è che fossero dei selvaggi senza cultura o dignità. Essi convivevano a tu per tu con gli esseri celesti ed erano istruiti da loro”[1]

 

E L’UOMO DI OGGI?

Attualmente basta vedere l’esempio che danno i nostri politici (quando in base ai consensi che possono ottenere rinnegano le affermazioni solenni del giorno prima), per capire come la parola dell’uomo oggi sia velocissima attraverso i mass media, ma di fatto sia mutevole ed insignificante. E' solo un veicolo dai caratteri cubitali rumoroso ipnotizzante ingombrante, ma che poi lo vai a vedere da vicino e, a parte qualche effetto speciale, non ci trovi niente.

La ricca e sapiente comunicazione divina delle origini, stabile rassicurante edificante, sta alla misera comunicazione dell’uomo di oggi come la vita eterna sta alla vita terrena attuale. Un divario impressionante, inimmaginabile.

Nell’uomo terreno dopo il peccato dell’Eden vi è solo un piccolo pallido e lontano ricordo di Dio. Un ricordo che, nonostante tutto, esiste e può essere risvegliato, ma non certo per merito dell’uomo.

Tale ricordo è presente in tutti gli uomini, consapevoli o inconsapevoli, perché è parte della creazione umana stessa: “Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza..[…] Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio (Gen 1:26-27). C’è insomma in noi qualcosa ad immagine di Dio, che spesso è latente, nascosto, appartato in qualche luogo del nostro essere.[2]  E’ per questo che la comunicazione di Dio all’uomo dopo il peccato inizia con una apparente inchiesta (“Dove sei?”) che non serve tanto a giudicare, quanto a risvegliare un ricordo che porti alla coscienza. E il ricordare di Dio è sempre bene per l’uomo.[3]

 

Per motivi complessi, se Dio si mostrasse e parlasse all’uomo di oggi direttamente, l’uomo, la sua costituzione psico-fisica attuale,  non riuscirebbe a reggere di fronte a tanta potenza. Per cui Dio per comunicare (e rivelarsi) usa principalmente quella Parola-Logos-Gesù che ha ispirato la Bibbia. E usa la Parola comunicandola sapientemente in forma “crescente”, ovvero con significati sempre più elevati. 

(continua)

 


 

[1]

Da una risposta del Prof. R. Sargentini in Adamo ed Eva erano nudi? – “Risposte di teologia”

 

[3]  

Ecco un passo interessante in cui lo Spirito di Dio suggerisce al profeta Isaia la chiave per la consolazione e la fiducia nella Sua guida per la redenzione: cioè aprirsi al ricordo. Allora la comunicazione di Dio ha prima di tutto lo scopo di fargli ricordare che c’è ancora un Dio benefico e potente da cui lui si è allontanato trovando la morte, ma che questo Dio ancora gli offre la possibilità di essere riedificato e salvato. Isaia 63:7-15
7 Io voglio ricordare le bontà del SIGNORE,
le lodi del SIGNORE,
considerando tutto quello che il SIGNORE ci ha elargito;
ricorderò il gran bene che ha fatto alla casa d'Israele,
secondo la sua misericordia
e secondo l'abbondanza della sua bontà.
8 Egli aveva detto: «Certo, essi sono il mio popolo,
i figli che non m'inganneranno».
Fu il loro Salvatore
9 in tutte le loro angosce.
Non fu un inviato, né un angelo
ma lui stesso a salvarli;
nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense;
se li prese sulle spalle e li portò tutti i giorni del passato;
10
 ma essi furono ribelli, contristarono il suo spirito santo;
perciò egli si mutò in loro nemico, ed egli stesso combatté contro di loro.
11 Allora il suo popolo si ricordò dei giorni antichi di Mosè:
Dov'è colui che li fece uscire dal mare
con il pastore del suo gregge?
Dov'è colui che mise in mezzo a loro lo Spirito suo santo,
12 che fece andare il suo braccio glorioso alla destra di Mosè,
che divise le acque davanti a loro,
per acquistarsi una rinomanza eterna,
13 che li condusse attraverso gli abissi,
come un cavallo nel deserto,
senza che inciampassero?
14 Come il bestiame che scende nella valle,
lo Spirito del SIGNORE li condusse al riposo.
Così tu guidasti il tuo popolo,
per acquistarti una rinomanza gloriosa

 

 

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