RICONOSCERE LE OPPORTUNITA’ CHE CI MANDA IL SIGNORE - di Renzo Ronca - 16-4-19

 

 

 

Le opportunità che ci manda il Signore non sono quelle che ci manda il mondo. Per saperle riconoscere occorre una vista allenata; ci proveremo insieme.

 

             Siccome il nostro Paese dal dopoguerra in poi è cresciuto coi film e telefilm americani, a “pane e America”, assorbendone cultura musica e mentalità, diamo subito uno sguardo a come negli USA viene visto il concetto di opportunità (con tutti i limiti dell’esempio, l’America è grande e non tutti sono così): Per questa nazione ogni possibilità è buona per avere successo, per dimostrare chi sei; e ciò che devi essere è sempre “il migliore”, il Numero Uno, “il vincente”, il più ricco, il più famoso, il più potente… Insomma quello che scavalca altri in una competizione continua dove tutto è ammesso per sorpassare. Quello che ottiene successo, che ha denaro da spendere ricchezze da  esibire  e potere sugli altri è “uno che ce l’ha fatta”. Gli altri sono solo “dei perdenti”. In un certo senso potremmo dire che “l’essere” americano consiste “nell’avere” il possesso di molte cose.

             Su questo sfondo, tra mille contraddizioni, è cresciuta la mia generazione italiana dal 1950. Ma l’influenza americana oggi, per le nuove generazioni, non è diminuita, anzi, per certi versi è più deleteria e devastante che mai. Con l’avvento di internet e dei social vediamo una gran massa di giovani intelligenti, belli, acculturati che, pur di diventare famosi e ricchi, accettano persino di prostituirsi. Tale corruzione fisica e morale non risparmia i governi né le chiese. L’ultimissima generazione di giovani (salvo sempre alcune minoranze) non sa più in cosa credere e cosa essere e vaga nell’incertezza, alla giornata, priva di futuro di speranza e di buoni esempi.

             Allora non esiste l’opportunità, ma esiste più che altro l’opportunismo, cioè “la condotta di individui o gruppi che, avendo di mira il proprio tornaconto, ritengono conveniente rinunciare ai propri princìpi e accettare compromessi più o meno onorevoli” (Devoto-Oli).

             In pratica, con la perdita dei valori, la ns società sta diventando solo una massa di cinici approfittatori.

 

             In tutto questo cosa possono fare quei pochi cristiani che cercano ancora di capire la volontà del Signore, sgusciando da quella sempre più mondana delle loro chiese?

 

In primo luogo chiudere le finestre a tanto rumore di mercato.  Poi subito dopo andare in ambienti di calma e silenzio[1] e aprire la propria anima SOLO a Dio. Da qui si affina l’ascolto e il discernimento dello Spirito di Dio.

 

In secondo luogo (ci vuole tempo, assiduità di preghiera e di “ascolto biblico”), filtrata e abbandonata la mentalità opportunista del mondo, occorre rivalutare i fatti con una angolazione diversa, se non opposta a quella di prima. L’irritazione a causa di una persona sgarbata diventa una opportunità per la nostra crescita. La pazienza, la tolleranza infatti ci sono necessarie per comprendere questioni elevate senza essere presi dalle questioni piccole. Una multa (anche se ingiusta) è una opportunità per vedere la giustizia del mondo e quella di Dio e riflettere sopra le differenze e da lì arrivare persino ad apprezzare la giustificazione per grazia. Inutile farsi il sangue amaro, passata la reazione del primo momento dovremmo imparare a convivere con l’ingiustizia continua che esiste attorno a noi, dove persone con meno colpe di noi vengono continuamente trattate molto molto male. Il dolore per una prova difficile della ns vita, fosse anche una malattia, diventa una opportunità per distaccarci da un legame terreno. Quando uno ha fatto ciò che doveva fare per combattere la malattia deve saper trovare, attraverso la preghiera intensa, una serenità interiore al di sopra della malattia stessa. Questa è la pace che ci ha promesso Gesù;[2] non è quella del mondo ma è un dono superiore, accessibile a chi mantiene una fede morbida e staccata dal sistema in cui viviamo. Una pace che sa convivere anche col male presente ma restarne spiritualmente fuori. Non è certo facile, ma è possibile tendere a questo, ed allenarci. Le opportunità di Dio allora sono come la frequentazione di una palestra che mantiene in forma il nostro corpo, ma soprattutto la ns anima in vista della grande speranza che ci viene donata. Ogni difficoltà, pure se triste quando si presenta, produrrà nel cristiano dei “muscoli” sempre più forti che lo metteranno in grado di camminare anche sulle alture più scoscese.[3]


 

 


[1]

Matteo 6:6  “Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.”

 

[2]

Giovanni 14:27 “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.”

 

[3]

Abacuc 3:16-19  “[…]Tuttavia rimarrò tranquillo nel giorno dell'avversità, che verrà contro il popolo che lo invade. 17 Anche se il fico non fiorirà e non ci sarà alcun frutto sulle viti, anche se il lavoro dell'ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, anche se le greggi scompariranno dagli ovili e non ci saranno più buoi nelle stalle, 18 esulterò nell'Eterno e mi rallegrerò nel DIO della mia salvezza. 19 L'Eterno, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle mie alture».”

 

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