GIORNO DI DOMENICA COME E QUANDO NACQUE -  da "AVVICINIAMOCI AI COMANDAMENTI BIBLICI IN MODO RAGIONATO" -parte 2- di Renzo Ronca - 13-1-19

 

(culto al dio Mithra - sole)

 

 (segue)

Andare a messa la domenica fa parte di quelle abitudini che i credenti hanno trovato alla nascita e che seguono per tutta la vita. E’ il “giorno del Signore” non si lavora, che c’è di male? Sembra giusto così. Eppure per chi vuole  approfondire un pochino c’è la possibilità di capire tante cose che nessuno ci aveva detto prima.

Ho detto “per chi vuole  approfondire un pochino c’è la possibilità di capire tante cose…” ma questo desiderio di approfondire per conoscere SE le verità vanno d’accordo con la tradizione, non è per niente facile, si deve remare controcorrente. La tradizione, cioè la consuetudine, l’abitudine a ripetere certe azioni che poi si consolidano diventando una comandamento, non è solo il normale evolversi delle cose, ma quasi sempre è un cambiamento dietro una spinta inziale decisa e forte, come un obbligo imposto e perpetuato. Tale impulso per chi non è credente è impossibile a scorgersi; per noi credenti invece il regista è Satana, un essere ingannatore che sta per mostrarsi in maniera sempre più evidente.

Se le cose stanno così, allora nella nostra eventuale ricerca della verità, è normale aspettarsi una reazione contraria da parte di chi ha tutto da guadagnare nel mantenere le abitudini acquisite. Ed infatti mentre mi documentavo ho trovato di tutto, ad esempio un testo enciclopedico importante che contribuisce a diffondere ambiguamente notizie non corrette (ovviamente non sono io così bravo da averlo capito, ma è risultato evidente dal confronto le altre fonti storiche specifiche). Una di queste affermazioni false dice che la domenica “la istituirono gli apostoli…”. Questo non è vero. “Gesù ha osservato il sabato, come pure i suoi discepoli, anche dopo la sua morte (Lc 4:16; 23:56; 24:1)”[1] .

Gli apostoli hanno sempre osservato il sabato. Ci sono numerose prove, soprattutto nel libro degli Atti (13:14,27,42,44; 15:21; 16:13; 17:2; 18:4): non una parola, non un gesto in favore della domenica.[2]

Ma come mai allora vi sono opinioni diverse? E’ abbastanza semplice la risposta: chi comanda o ha ruoli di potere, per dimostrare quello che considera giusto, fa ricorso a TUTTE le fonti che più gli sono congeniali, VERE O FALSE, di varia provenienza. Invece la nostra priorità delle fonti è rivolta il più possibile agli scritti biblici originali.[3]

Molte chiese purtroppo si sono allontanate da esse iniziando una frattura che diventerà sempre più apostasia. Secondo noi dunque, con questo rischio presente di apostatare o di trovarsi in una posizione non corretta senza saperlo, sarebbe il caso per tutti di rivisitare le nostre origini di fede in modo ragionevole, e di riflettere bene indipendentemente dalle tradizioni. “Ragionevole” significa sulla base biblica senza fanatismi ma anche senza superficialità; possibilmente con equilibrio, umiltà e serietà.

 

Cominciamo allora col dire che il termine “domenica” NON ESISTE nella Bibbia.[4] 

“Il trasferimento del sabato alla domenica è avvenuto in modo graduale e quasi impercettibile” (Vaucher). La nascita della domenica è avvenuta lentamente, in modo subdolo, senza traumi, come quasi tutte le tentazioni e gli inganni ben riusciti.

Questa tecnica, antica come l’Eden, non smette mai di stupirmi per la sua sinuosa semplicità ed efficacia; non a caso anche oggi è il diabolico metodo preferito dalla maggior parte dei politici governanti: una falsità infatti non la si presenta mai come tale (chi la seguirebbe?), ma come una innocua e spesso gradevole aggiunta. Essa prende piede in diverse fasi progressive così lente che non si vedono; evidenziamone alcune:

1) Un inavvertibile ma progressivo accostamento della cosa falsa vicino alla cosa vera…

2) Sempre molto lentamente, questo accostamento diventa “normale”; parola vera e parola falsa si ripetono insieme e si alternano, come fossero legate l’una all’altra;  fino a che la cosa falsa e la cosa vera diventano pian piano un tutt’uno, dove l’una evoca richiama istintivamente l’altra;

3) Ad un certo punto, come se niente fosse, avviene “il sorpasso” della cosa falsa su quella vera, quando ne prende il posto;

4) Mentre tutto sembra ovvio e regolare, ecco che la cosa vera diminuisce sempre più fino a che, con uno scatto felino (che però nessuno ovviamente nota o contesta), la cosa falsa diventa obbligo, con legge scritta; e la cosa vera diventa proibita, con l’aggiunta magari di una condanna dura.

Sembra impossibile che l’uomo sia così tonto da farsi imbrogliare in qs modo, ma è così.

 

Un altro punto importante da tenere presente è che Il giorno di riposo biblico e la commemorazione di Gesù risorto  sono due fatti diversi.

Il desiderio dei cristiani di non identificarsi coi giudei che avevano crocifisso Gesù, esisteva è vero, e la commemorazione di Gesù risorto nel primo giorno della settimana ci poteva anche stare. Era comunque pur sempre una commemorazione, cioè un ricordare, non certo una santificazione del primo giorno della settimana, come poi divenne. Il comandamento del riposo sabbatico non era mai stato messo in discussione (“Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. 9 Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, 10 ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo… -Esodo 20:8)”.  Nel primo concilio della storia, la conferenza di Gerusalemme descritta in Atti 15, non si fa cenno alla domenica; semplicemente non esisteva come problema per i primi cristiani.

Ma la commemorazione, iniziata spontaneamente in buona fede dai primi cristiani, venne poi rafforzata e potenziata verso altri fini per mezzo del papato, che fu il fiore all’occhiello dell’ingannatore. Ma non fu il papa da solo a combinare i guai, a monte c’era una spinta per-versa a diffondersi e a coinvolgerlo, come una sottile tentazione che lui prese al volo e respirò a pieni polmoni (Luca 4:5-8; vedi in seguito nota 7 ). In questo alone opaco che avvolse i dirigenti cristiani, il desiderio di autonomia dagli ebrei divenne desiderio di autonomia personale da parte del vescovo di Roma, desiderio di esercitare un potere sugli altri uomini a somiglianza dell’imperatore romano. Ad esempio uno dei titoli di cui si fregiò il papa (e che dura anche oggi) fu quello di “Pontefice massimo”.[5]  

 

Vorrei si capisse bene questa tentazione satanica che investe tutti i credenti ambiziosi: si tratta dell’illusione di poter conciliare interessi economici e politici con i ruoli sacerdotali di Dio. In termini più precisi questo si chiama “sincretismo cristiano-pagano”.

 Anche se il papa viene chiamato “Gesù in terra” o “Vicario di Cristo”, se ci ragioniamo alla luce delle Scritture capiamo che potrebbe essere un termine blasfemo.[6]  Il Vicario di Gesù, cioè quello che Lui ha mandato nel Suo nome e che guida la vera Chiesa è solo lo Spirito Santo. Quindi l’abitudine a questo titolo usato dal papato non sembra una cosa buona e dovremmo stare attenti noi credenti a come lo usiamo, perché se prima lo facevamo per inavvertenza, adesso che alla luce della Bibbia impariamo a conoscere come stanno le cose, abbiamo una maggiore responsabilità se continuiamo nell’errore.

Mettere insieme il ruolo di sacerdote in nome del Signore Gesù e quello di re, imperatore, o capo di uno stato, non è possibile. Non a caso il Signore rifiutò ogni tipo di regno sulla terra quando gli fu offerto da Satana,[7]  o quando gli parlarono di soldi.[8]

La Scrittura è molto precisa per quanto riguarda il denaro e l’evangelizzazione: non si possono servire entrambi perché uno prevale sempre sull’altro: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona” (Matteo 6:24) [per Mammona qui si intendono i tesori materiali, terreni, in particolar modo denaro, qui personificati come una divinità (MacArthur)].

 

Vedete anche qui la solita tecnica di unire sacro e profano: piano piano arriviamo a mettere due ruoli vicini chiamati con lo stesso nome “sacerdote”, ma sospinti da una anima diversa. Il sacerdote degli dèi (Pontefice Massimo) e il sacerdote di Dio, per il quale è detto: “Poiché le labbra del sacerdote dovrebbero custodire la conoscenza e dalla sua bocca uno dovrebbe cercare la legge, perché egli è il messaggero dell'Eterno degli eserciti. 8 Voi invece vi siete allontanati dalla via, avete fatto inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi», dice l'Eterno degli eserciti. 9 «Perciò anch'io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie vie, e avete usato parzialità nell'applicazione della legge»”.(Mal. 2:7-9)

Il vescovo di Roma per poter avere potere su tutti i pagani non allontanò gli idoli, come avrebbe fatto un vero sacerdote di Dio rimuovendoli, ma li ammantò con nomi nuovi di tipologia cattolica, lasciando “sotto la coperta” le idolatrie che c’erano prima; nel caso della domenica, il "dio sole": 

"La domenica giorno del sole era anche il giorno di Mitra. E' interessante notare che Mitra era chiamato Dominus o Signore e la domenica dovette essere chiamata giorno del Signore molto prima dell'era cristiana. La domenica, dedicata al sole, era sacra da parecchio tempo per molte religioni pagane. Il fatto che Gesù sia resuscitato una domenica non sembra essere stata la vera ragione per cui i cristiani riverivano particolarmente quel giorno. Avrebbero avuto altrettante ragioni per scegliere il venerdì, anniversario della morte del Signore. Sembra che fossero influenzati, in questo come in altri campi dall'usanza pagana e che la domenica fosse adottata perché gli adoratori di Mitra e altre divinità solari consideravano quel giorno sacro e che era impossibile sopprimere questa abitudine ancestrale"[9]

(continua)


 

[1]

Dizionario di Dottrine Bibliche – Ed. AdV –FI

 

[2]

Charles Gerber “Dal tempo all’eternità” – cap.38 “da dove viene la domenica?”

 

[3]

Può sorgere la domanda: -Possiamo essere certi che le Sacre Scritture, passate di mano in mano, non siano state modificate dall’uomo?- Riporto quanto dice il Prof. R. Sargentini “Il quesito è di facile soluzione e nello stesso tempo complesso. È come chiedere: che certezza ho che sia vissuto Garibaldi? Mi risponderai che c'è una nutrita documentazione storica. Ma io potrei ribattere: chi mi assicura che nel corso dei decenni quei documenti non siano stati falsati? Come vedi è un cane che si morde la coda. La verità è che ci sono prove storiche dell'esatta veridicità dei fatti biblici ma a quanto pare non basta a chi non crede neanche all'evidenza. C'è l'archeologia che ha dimostrato che la bibbia dice il vero, ma anche l'evidenza scientifica non è sufficiente per certe persone. A dimostrazione che i testi biblici non sono stati cambiati ci sono i rotoli rinvenuti a Qumran. In particolare il rotolo del profeta Isaia. Quello che abbiamo noi è essenzialmente identico all'antico testo salvo alcune parole (dei sinonimi) che non cambiano in nulla il significato del testo. Anche il racconto del diluvio ritrovato a Qumran dimostra che i testi sono nel loro racconto uguale a quelli in nostro possesso. Il racconto qumranico contiene dei particolari - del tutto insignificanti ai fini del messaggio - che mancano nel racconto biblico e viceversa. Ma la storia è la stessa. Consiglio di Alexander Schick "Il fascino di Qumran" della DLC.”

 

[4]

“Domenica” solo la versione Luzzi la usa in Apocalisse 1:10, ma è costretta comunque ad aggiungere nella sua nota: “Il greco ha: ‘nel giorno del Signore’”

 

[5]

“I pontefici a Roma erano un collegio di sacerdoti formato dapprima di 4 poi di 15 membri che aveva la sorveglianza generale della religione e del culto. Il primo di essi era chiamato Pontefice Massimo.[…]  Etimologia: dal latino Pons, genitivo Pontis e Ficere, per FACERE fare; per avere -dice Varrone il massimo sacerdote di Roma- fatto gettare sul Tevere il ponte Sublicio, che reputavasi sacro, allo scopo di accedere al tempio, che trovavasi al di là del fiume, ovvero perché i pontefici solvano fare  sacrifizi ed altre cerimonie su detto ponte, o meglio, come spiega il Kuhn, perché fa o apre l’accesso agli Dei. […] Sommo sacerdote: che oggi i cattolici chiamano Papa.” [DIZIONARIO ETIMOLOGICO ONLINE  https://www.etimo.it/?term=pontefice ]. Per approfondimenti completi dal punto di vista della storia romana vedi: https://www.romanoimpero.com/2010/06/i-pontefici.html  

 

[6]

«Domanda: "Il papa è il vicario di Cristo?" - Risposta: La parola "vicario" deriva dal termine latino vicarius, che significa "in vece di". Nella Chiesa Cattolica, il vicario è il rappresentante di un funzionario di grado superiore con tutta la stessa autorità e il medesimo potere che ha il funzionario. Definire il papa "vicario di Cristo" implica che egli ha lo stesso potere e la stessa autorità che ha Cristo sulla Chiesa. Il titolo deriva dalle parole di Gesù a Pietro in Giovanni 21:16-17: "Pastura le mie pecore. […] Pasci le mie pecore". Questo, secondo il ragionamento cattolico, definisce Pietro come Principe degli apostoli, primo papa, e adempie le parole di Gesù in Matteo 16:18-19 (in cui Pietro è definito la roccia su cui Gesù edificherà la Sua chiesa).  […]  In realtà, Gesù ha predetto un “vicario” nel senso di un “sostituto” della Sua presenza fisica qui sulla terra. Tuttavia, questo “vicario di Cristo” non è un sacerdote, un sommo sacerdote, un vescovo o un papa. L’unico “vicario di Cristo” biblico è lo Spirito Santo. Giovanni 14:26 dichiara: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”. Giovanni 14:16-18 proclama: “E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi”. Lo Spirito Santo è il “sostituto” di Cristo sulla terra. Lo Spirito Santo è il Consolatore, l’Insegnante (Giovanni 14:26) e la Guida in tutta la verità (Giovanni 16:13). Affermando che il papa è il “vicario di Cristo”, la Chiesa Cattolica rifiuta la sufficienza e la supremazia del sacerdozio di Cristo e accorda al papa i ruoli che Cristo stesso dichiarò che sarebbero appartenuti allo Spirito Santo. È pertanto blasfemo attribuire al papa il titolo di “vicario di Cristo”.» tratto da https://www.gotquestions.org/Italiano/vicario-di-Cristo.html

 

[7]

“Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: 6 «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio. 7 Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua». 8 Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto"».(Lc 4:5-8). Questo tipo di tentazione classica riguarda il potere sulla terra. Inizialmente nel progetto di Dio, tale potere di governare la terra era stato affidato all’uomo (Genesi 1:28-30; “riempite la terra, rendetevela soggetta”); ma quando l’uomo seguì il serpente staccandosi da Dio, è come se avesse affidato al serpente il governo della terra. Per questo Gesù chiama Satana “principe di questo mondo” (Giov 12:31 e 14:30). Finché il Signore Gesù non tornerà, Satana continuerà a tentare ogni uomo anche con il prestigio, il potere, il sentirsi ricchi, importanti, esaltati, applauditi, magnificati, ubbiditi dagli altri. Tale tentazione raggiunge il culmine quando l’uomo (a somiglianza di Satana) vedrà se stesso al posto di Dio.

 

[8]

Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». (Matteo 22:21)

 

[9]

A. Veigall “Survivances païennes dans le monde chretién” (La sopravvivenza pagana nel mondo cristiano)  1934. Citato in “Dizionario di dottrine bibliche" ADV

 

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