Bollettino libero cristiano evangelico  della "Piccola Iniziativa Cristiana" a cui tutti possono partecipare utile per la riflessione e lo studio biblico

 

"NON TEMERE, MA CONTINUA A PARLARE E NON TACERE..." - Atti 18:1-17 - Commento dal cammino cristiano di Filippo - 3-8-17

Atti 18:1-17 - Paolo a Corinto
1 Dopo questi fatti egli lasciò Atene e si recò a Corinto. 2 Qui trovò un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall'Italia insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si unì a loro. 3 Essendo del medesimo mestiere, andò ad abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende.
4 Ma ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci. 5 Quando poi Sila e Timoteo giunsero dalla Macedonia, Paolo si dedicò completamente alla Parola, testimoniando ai Giudei che Gesù era il Cristo. 6 Ma poiché essi facevano opposizione e lo insultavano, egli scosse le sue vesti e disse loro: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo; io ne sono netto; da ora in poi andrò dai pagani». 7 E, uscito di là, entrò in casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che temeva Dio, e aveva la casa attigua alla sinagoga. 8 Ma Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia. Molti Corinzi, udendo, credevano e venivano battezzati.
9 Una notte il Signore disse in visione a Paolo: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; 10 perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città».
11 Ed egli rimase là un anno e sei mesi, insegnando tra di loro la Parola di Dio.

12 Poi, quando Gallione era proconsole dell'Acaia, i Giudei, unanimi, insorsero contro Paolo, e lo condussero davanti al tribunale, dicendo: 13 «Costui persuade la gente ad adorare Dio in modo contrario alla legge». 14 Paolo stava per parlare, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di qualche ingiustizia o di qualche cattiva azione, o Giudei, io vi ascolterei pazientemente, come vuole la ragione. 15 Ma se si tratta di questioni intorno a parole, a nomi, e alla vostra legge, vedetevela voi; io non voglio esser giudice di queste cose». 16 E li fece uscire dal tribunale. 17 Allora tutti afferrarono Sostene, il capo della sinagoga, e lo picchiavano davanti al tribunale. E Gallione non si curava affatto di queste cose.

 

1) Commento generale:

In questi versetti leggiamo delle difficoltà che l’apostolo Paolo ebbe nel predicare la Parola di Dio quando, lasciata Atene, si trasferì nella città di Corinto.

La Scrittura dice che “ogni sabato insegnava nella sinagoga e persuadeva Giudei e Greci, ma alcuni Giudei facevano opposizione e lo insultavano, quando egli predicava che Gesù era il Cristo. Dello stesso parere non furono i Corinzi, i quali in molti credettero e vennero battezzati.

9 Una notte il Signore disse in visione a Paolo: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; 10 perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città».

Qualche tempo dopo quella visione prende forma. Ancora una volta i Giudei, infastiditi dalla predicazione di Paolo, lo conducono in tribunale, davanti al proconsole dell’Acaia Gallione, con l’accusa di persuadere la gente ad adorare Dio in modo contrario alla legge. Paolo stava per intervenire in propria difesa, ma cosa accade? Il proconsole non ravvedendo in lui alcuna ingiustizia o cattiva azione, si rifiuta di emettere contro Paolo un giudizio di condanna. Usciti dal tribunale ad essere picchiato fu Sostene, capo della sinagoga, e non Paolo. Questi era stato benedetto dalla protezione del Signore: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; 10 perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città».

 

2) Commento personale: “Cosa potrebbe volermi dire il Signore con questo passo?”

 Attraverso la lettura di questi versetti il Signore, che comunica con i nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, ci fa capire che dobbiamo insistere e “parlare del Vangelo di Dio” anche quando vediamo che il mondo sembra distogliere l’orecchio dalla Verità.

 Egli ci rassicura: «Non temere, ma continua a parlare e non tacere; 10 perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; e aggiunge: “perché io ho un popolo numeroso in questa città”».

Mi piace riflettere su questo esempio; se un giorno il Signore mi dicesse: “oggi ti do questi due semi, vai e seminali in quel terreno laggiù”. Ed Io: “ma Signore, non vedi che quel terreno, che mi hai indicato, è pieno di spine e povero d’acqua? Non crescerà mai niente, neanche se mi impegnassi a rimuoverne tutte le spine e le erbacce, ed infine facessi in modo di irrigarlo". Ma il Signore Gesù: “Non temere, Io sono con te, niente potrà impedire a quei due semi di germinare e crescere: perché Io ho una piantagione numerosa in quel terreno”.

Adesso vorrei umilmente paragonare cosa dice il Signore, nel versetto di cui sopra: “perché io ho un popolo numeroso in questa città, con la parte finale dell’esempio che ho fatto: “perché Io ho una piantagione numerosa in quel terreno”. La parola significativa  è la coniugazione presente del verbo avere: “Io ho”. Questo ci fa riflettere, perché ci fa capire che niente è impossibile a Dio: Egli nella sua onnipotenza conosce già che avrebbe avuto un popolo numeroso nella città di Corinto, come avrà una piantagione numerosa, anche, nel “cuore” più arido che noi possiamo immaginare. Noi abbiamo solo il compito di coltivare, ma è il Signore che fa crescere, secondo la Sua volontà.

 

 

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