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COMMENTO 1 Tessalonicesi 4:1-18 e 5:1-11 - Esortazione alla santità e alla preparazione per il ritorno di Gesù - dal cammino cristiano di Filippo - 31-7-17
1 Tessalonicesi 4
Esortazione alla santità 9 Quanto all'amore fraterno non avete bisogno che io ve ne scriva, giacché voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, 10 e veramente lo fate verso tutti i fratelli che sono nell'intera Macedonia. Ma vi esortiamo, fratelli, ad abbondare in questo sempre di più, 11 e a cercare di vivere in pace, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato di fare, 12 affinché camminiate dignitosamente verso quelli di fuori e non abbiate bisogno di nessuno.
Il rapimento della chiesa;
il ritorno del Signore 1Tessalonicesi 5
1 Quanto
poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; 2 perché
voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro
nella notte. 3 Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina
improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non
scamperanno.
1) Commento generale: Quale grande emozione si prova nel leggere che questi passi vennero composti direttamente dall’apostolo Paolo, nell’anno 53, a circa vent’anni dalla morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Difatti, la lettera ai Tessalonicesi viene ritenuta dagli studiosi il più antico scritto del Nuovo Testamento. L’apostolo Paolo si rivolge ad una comunità di cristiani, senz’altro già benedetta dalla grazia e dall’amore di Dio; lo si capisce dal tono e dalla delicatezza delle parole che usa: “Del resto, fratelli, avete imparato da noi il modo in cui dovete comportarvi e piacere a Dio ed è già così che vi comportate.” Quindi li esorta a progredire, sempre di più, nella santificazione dei loro corpi. Le passioni disordinate, la concupiscenza, la fornicazione ed ogni genere di immondizia, non possono più appartenere a chi afferma di conoscere Dio: “Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione.” Disprezzare questi precetti è una mancanza di rispetto nei confronti di Dio, il quale dona lo Spirito Santo. Quanto all’amore fraterno, l’apostolo Paolo, ha solo parole di incoraggiamento affinché persistano e progrediscano nella carità, cercando di vivere in pace e, dignitosamente, del frutto del loro lavoro, dandone prova anche a chi li osserva da fuori. Terminate le esortazioni e vedendo, probabilmente, che qualcuno di essi già si interrogava circa la fondatezza, la modalità ed i tempi della seconda venuta del Signore, Paolo incomincia a rassicurare i credenti: “Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.” Perché dice queste parole? Ebbene, lo spiega nel passo successivo: “Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati.” Quindi, non solo afferma che la resurrezione è un fatto concreto, reale e fuori da ogni contestazione, ma dimostra che come è avvenuto di Gesù, primizia dei risorti, allo stesso modo avverrà di quelli che si sono addormentati nella speranza della Sua venuta. Poi, dopo che saranno risuscitati i morti in Cristo, i viventi che saranno rimasti alla venuta del Signore verranno con essi rapiti sulle nuvole, ad incontrare il Signore. Paolo afferma che, sia i morti in Cristo che i credenti presenti sulla terra, alla seconda venuta di Gesù, verranno direttamente rapiti per rimanere, per sempre con il Signore nell’aria. Ma cos’è che permetterà sia agli uni che agli altri, ponendoli su un piano di parità, di essere rapiti in cielo e di godere della benedizione della salvezza? Leggiamo: 9 Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, 10 il quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.”. Che grande consolazione per i credenti, che si affidano alla Sua misericordia, sapere di non essere destinati ad ira, non per i propri “mezzi”, ma per il “mezzo” supremo: la morte del Signore Gesù Cristo, il quale essendo morto per essi, ha dato loro la certezza della salvezza. Chi è in Cristo è stato rivestito della Sua gloria, della Sua giustizia, risplende della Sua luce: “Ma noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.”
1 Corinzi 15:54-58 afferma:
54 Quando
poi questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità e questo mortale avrà
rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta:
2) Commento personale: “Cosa potrebbe volermi dire il Signore con questo passo?” 4 Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno abbia a sorprendervi come un ladro; 5 perché voi tutti siete figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né delle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. Se cerchiamo la luce significa che non possiamo continuare a vivere nel buio. Se ci lasceremo guidare dalla luce saremo sicuri di non dirigere più i nostri passi nell’incertezza, nel dubbio e nell’ignoranza; se faremo entrare in noi la luce tutte le cose diventeranno a noi manifeste, anche quelle che prima non eravamo in grado di vedere, ma ne potevamo solo percepire l’esistenza. Ogni cosa assumerà la propria forma, il proprio aspetto, rifletterà il proprio colore. Noi conosciamo la luce e la “fonte” dalla quale essa proviene. Se ci lasceremo “rapire” da essa, non vivremo più nelle tenebre, ma nella luce dei cieli dove abita l’amore del Signore.
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